La “cultura della morte” impone in nome della libertà di scelta, l’aborto come diritto. Mentre obiettare diventa sempre più difficile. Ci troviamo dinanzi ad una persecuzione ideologica che non permette il dissenso? Certamente. Siamo in piena dittatura culturale, mascherata con giustificazioni che, ancora una volta, si ammantano della difesa dei diritti individuali. Pare insomma che il diritto, accettato senza alcun approfondimento critico, sia ormai diventato il mezzo più efficace per troncare ogni altra argomentazione, seppellendo così ogni possibilità di dissenso.
Certa stampa a tal proposito, ha lanciato –strumentalizzandola-, una notizia avvenuta quattro anni fa. Una donna voleva abortire in ospedale dove erano presenti “solo” medici obiettori. Ricevendo il diniego, avrebbe abortito in bagno, scatenando polemiche molto forti contro l’obiezione… Questo episodio è la prova evidente della malafede di quanti enfatizzano un fatto, peraltro smentito dall’ospedale e dal personale medico, che viene messo alla ribalta per creare consenso sull’operazione contro l’obiezione di coscienza, peraltro sancita dalla Costituzione, quale salvaguardia della dignità dell’individuo.
La pillola abortiva, la Ru486, in Toscana sarà disponibile senza un ricovero ordinario o un day hospital, contravvenendo a tutte le disposizioni in merito. Sarà infatti presente nei consultori e nei poliambulatori. Le donne, scelta la via dell’aborto, potranno rivolgersi a questi centri sanitari e dopo l’assunzione del farmaco dovranno restare nella struttura due ore in osservazione. Il politicamente corretto, supera anche le leggi? Chi dissente, infatti, e non per questioni valoriali ma per precauzioni mediche,viene subito demonizzato. C’è il sospetto che siano le ditte farmaceutiche che producono questi farmaci a volere una maggiore diffusione dei loro prodotti solo per ragioni economiche …
In Italia quanti sono gli “obiettori” contro l’aborto? E’ difficile quantificarne il numero, anche se una statistica seria afferma che per ogni obiettore ci siano casi di aborto che non superano i due alla settimana. E’ difficile pensare che non si possano trovare soluzioni al riguardo; è facile pensare che certe percentuali siano gonfiate appositamente.
Regan, uno degli ultimi presidenti degli Stati Uniti d’America affermava con arguzia: “tutti quelli che sono a favore dell’aborto sono nati”… E’ certo una battuta ma che nasconde una verità: chi può decidere sulla vita e la morte di un altro essere umano? Che non può difendersi, né opporre resistenza ….
A volte assistiamo a delle anomalie ideologiche. Le stesse persone che sono favorevoli all’aborto, poi sono (e giustamente), contrarie alle sperimentazioni sugli animali, a partire dagli embrioni. Lottano per favorire la pratica dell’utero in affitto, e le adozioni dei bambini alle coppie dello stesso sesso… Queste confusioni sono figlie di un drammatico disorientamento morale che ci avvolge. Ci si scandalizza e si è condannati penalmente se si tocca un animale, mentre si resta indifferenti verso un altro essere umano. La deriva nichilista genera idee mostruose, purtroppo.
Ci può spiegare il rapporto tra scienza, diritto, vita e fede? La questione è troppo complessa per essere ridotta a qualche battuta. Dico soltanto che chi ha il dono della fede può e deve far filtrare ogni esperienza di vita e ogni capacità di conoscenza nel fuoco della propria esperienza, là dove Dio si fa incontro e verità.
Professoressa, la ringraziamo per il tempo che ci ha dedicato. Siamo alla fine dell’intervista. Vuole lanciare un ulteriore appello a favore della vita? Vorrei chiedere a tutti, credenti e non credenti, di lasciarsi guidare dalla ragione critica, quel mezzo insostituibile che ci è stato dato, per discernere le questioni complesse e per decidere che una seria riflessione non può che essere dalla parte della difesa della vita in tutte le sue manifestazioni. a cura di Don Salvatore Lazzara *
* Paola Ricci Sindoni è professore ordinario di filosofia morale nella Facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Messina, dove insegna anche Etica e grandi religioni nella Laurea specialistica. E’ Direttore del Master in “Etica delle risorse umane” del medesimo Ateneo. I suoi interessi di studio si sono orientati in prevalenza sulla filosofia tedesca del 900, sull’ebraismo moderno e contemporaneo, sul pensiero femminile, sulla mistica nelle grandi religioni. Ha pubblicato quasi duecento saggi in riviste italiane e straniere e partecipato come relatrice a vari convegni internazionali. Fra le sue opere: due volumi su Jaspers, uno su Rosenzweig, un altro su Heschel, su Hannah Arendt, su Adrienne von Speyr, sull’ ”etica della consegna” e sul profetismo biblico. E’ membro attivo di vari organismi scientifici, come il Centro internazionale di fenomenologia, l’Internationale Rosenzweig Gesellschaft, l’Associazione internazionale dei filosofi della religione e il CEGA ( Centro studi di Etica generale e applicata presso il Collegio Borromeo dell’Università di Pavia). E’ direttore della Collana di “Studi del pensiero di genere” (ed. Studium, Roma) e fa parte del comitato scientifico della Lateran University Press. E’ stata componente del Comitato nazionale di Bioetica. Fa parte della redazione di varie riviste filosofiche nazionali e internazionali. E’ Presidente nazionale di Scienza & Vita e Direttore dei Quaderni di “Scienza e Vita. E’ giornalista pubblicista iscritta all’Albo nazionale, editorialista di “Avvenire”. Collabora anche ad altre testate e riviste nazionali. Da anni è chiamata a tenere conferenze su temi filosofici e interculturali legati a questioni antropologiche, bioetiche, etico-sociali e politiche.
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