Intervista Daniele Venturi, presidente Associazione Papaboys per mensile Abruzzo

Domanda 1 – Signor Venturi, Lei è il Presidente dell’Associazione Nazionale Papaboys, l’organizzazione religiosa giovanile nata nei giorni della Giornata Mondiale dei Giovani di Tor Vergata. Nella missione dell’organizzazione si legge che i Papaboys hanno “iniziato a camminare nell’insegnamento e nel continuo richiamo alla verità di Giovanni Paolo II negli ultimi anni del Suo immenso Pontificato cercando di mettere in pratica, giorno dopo giorno, tra non poche difficoltà pratiche e di gestione, i tanti richiami del futuro Santo polacco”. A quali richiami di Giovanni Paolo II si fa riferimento in particolare?

Giovanni Paolo II ha trascorso tutto il Suo Pontificato andando ad incontrare giovani, e non solo, in ogni angolo della terra, portando con sé il Vangelo e la testimonianza che dalla morte e dalla sofferenza l’Amore rinasce. Il primo ‘richiamo’ che mi viene in mente è quindi quello della credibilità del Suo Magistero personale, quello della vita. In un tempo nel quale la Chiesa è accusata di predicare bene e ‘razzolare’ meno, vedere un Uomo salito al soglio pontificio con una disarmante forza del cuore è stato un meccanismo spirituale e di coscienza che ha acceso la fede, (talvolta riacceso ndr) in tanta umanità. Tra i suoi emozionanti appelli invece, ricordo ad esempio la Celebrazione conclusiva della Giornata Mondiale della Gioventù del 2000 a Roma quando ripropose con dirompente attualità le parole di S. Caterina da Siena, adattandole a due milioni di giovani convenuti per quell’incontro: “Se sarete quello che dovete essere, darete fuoco a tutto il mondo!”: come non sentirsi chiamati da queste parole?

Domanda 2 – Le Giornate Mondiali della Gioventù sono ormai un appuntamento che milioni di giovani di tutto il mondo, consapevoli che un mondo migliore è possibile, attendono per “incontrare l’altro” e per “incontrarsi”. Come si stanno organizzando i Papaboys italiani per l’appuntamento di Rio de Janeiro del 2013? 

I giovani italiani sono coordinati per la Giornata Mondiale della Gioventù dal Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile della Conferenza Episcopale Italiane e da tutte le Diocesi italiane che già da tempo sono ‘in movimento’ per l’organizzazione. Ma la Gmg non è solo ‘una festa della fede’ che si svolge in una settimana, è un percorso quotidiano all’interno della Chiesa, valido per tutti i giorni e per tutto l’anno. Ecco che dalle parrocchie più piccole, fino ai grandi movimenti, il cammino di preparazione è basato su incontri, approfondimenti con i giovani riguardanti il tema centrale dell’incontro, che per il 2013 prende spunto dalle parole del Vangelo di Matteo “Andate e fate discepoli in tutto il mondo!”. E’ ancora Gesù, dopo 2000 anni, che parla personalmente ad ogni singolo ragazzo o ragazza e lo chiama a diventare missionario. All’interno di questa visione di annuncio si pone, lo vorrei sottolineare, l’Anno della Fede indetto da Benedetto XVI che già da ottobre stiamo vivendo: riscoprire l’eternità di Dio per renderlo attuale nella quotidianità di ogni nostra singola esperienza di vita.

Domanda 3 – Quali altri incontri o eventi sono in programma nel prossimo futuro dei Papaboys? 

L’attività dell’Associazione dei Papaboys è costante nel corso dell’anno attraverso i gruppi che si formano nelle varie parrocchie (siamo presenti anche in Germania, Francia, Spagna e Paraguay) e che attraversano sia momenti ed esperienze di preghiera sia organizzazione di iniziative pubbliche. Alcune attività sono giunte ormai alla maturazione, per esempio l’ultima domenica di gennaio ormai da sei anni coordiniamo la Giornata internazionale di intercessione per la Pace in Terra Santa, una veglia di preghiera di 24 ore ininterrotte che si celebra in 2500 città di tutto il mondo. Così come le varie Adunanze Eucaristiche regionali che dal 2006 ci accompagnano nell’incontro con Gesù; quella Nazionale del Circo Massimo di questo 2013 a giugno, sarà la sesta edizione. Poi ci sono le attività di servizio alle Parrocchie (che personalmente reputo le più importanti): la Chiesa non è un’associazione, un momento da terapia di gruppo, la Chiesa è la casa dei giovani, di tutti i giovani, di tutti i movimenti, di tutte le realtà e l’indirizzo civico per ognuno è la propria parrocchia! A Roma ad esempio, da circa due mesi abbiamo iniziato il servizio per rivitalizzare un Oratorio, quello della Parrocchia di Santa Maria delle Grazie alle Fornaci (a due passi dal Vaticano); ogni venerdì c’è l’incontro con i giovani: il servizio più bello che si possa fare alla gioventù è dedicare un po’ del proprio tempo proprio a loro!

Domanda 4 – Lo scorso 16 ottobre a Torrevecchia Teatina si è svolto un importante incontro-evento, l’intitolazione di due sale del Museo delle Lettere d’Amore e del Parco del Palazzo Valignani a Giovanni Paolo II. Lei è stato uno degli artefici di questo incontro. Quali ne sono state le origini? 

In verità il primo passo lo ha fatto la Provvidenza, durante una trasmissione televisiva. A Uno Mattina in Rai la scorsa estate ci siamo incontrati con Massimo Pamio, Direttore del Museo della Lettera d’Amore, e la conduttrice della trasmissione propose la collaborazione durante la diretta! Noi Papaboys avevamo appena pubblicato il volume “Ciao Karol” con le prime 1500 testimonianze. Dall’incontro con Massimo Pamio si è sviluppata una serie di relazioni sul territorio, in primis con il sindaco di Torrevecchia Katja Baboro, ed anche una serie di incontri tra l’amministrazione locale e la Santa Sede per nostro tramite. Valutato il piano di fattibilità abbiamo ‘acceso il motore del cuore e dell’anima’ , vera unica spinta che ci ha permesso di collaborare per la realizzazione di un sogno, appunto: trovare una locazione definitiva alle migliaia di lettere lasciate in piazza San Pietro durante le ore del passaggio alla casa del Padre del Beato Giovanni Paolo II”

Domanda 5 – Quale lettera del Museo l’ha colpita in modo particolare? Perché?

Ho letto quasi tutte le lettere pubblicate sul volume Ciao Karol ed anche quelle consegnate al Comune di Torrevecchia Teatina ora esposte nelle sale Giovanni Paolo II del Museo della Lettera d’Amore: sono un fiume in piena di amore, di gioia, di pace, di speranza. Senza retorica, ciascuna di queste lettere è un tuffo a cuore aperto nell’infinità di Dio espressa dalla purezza dei bambini e dalla voglia di non arrendersi di molti giovani: loro hanno conosciuto Gesù attraverso gli occhi di un Papa. La lettera che mi ha colpito di più è…. quella ancora non scritta, quella che potranno scrivere i bambini ed i giovani che verranno al Museo a respirare la libertà della fede, la possibilità di vedersi intorno un mondo nuovo. E pensare che proprio loro potranno scrivere una pagina di ‘storia’ controcorrente mi riempie l’animo di gioia. Vera.

Domanda 6 – E se Lei dovesse scrivere una lettera d’amore, a chi o a cosa sarebbe indirizzata? E per dire cosa?

Grazie per questa domanda, difficile, che mi fa riflettere molto. Vorrei scrivere ad ogni potente della terra, a tutti i capi delle nazioni, a tutte le segreterie degli stati del pianeta. Vorrei ricordare a ciascuno di non distruggere la speranza che è nel cuore dei bambini e dei giovani, nei poveri e nei bisognosi, nostro futuro e nostra speranza. Vorrei chiedere in umiltà di rimettere in discussione e di verificare la possibilità di riconoscere la vivificante ed eterna presenza di Dio e di Gesù anche nel nostro tempo, anche nella nostra storia moderna, talvolta nascosta e mascherata dai regimi relativistici che sembrano aver preso possesso dei cuori dell’umanità. Concluderei la lettera con le parole del Beato Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi ad Agrigento il 9 maggio del 1993 “Un giorno verrà il giudizio di Dio, convertitevi!”

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  • SIG, dANIELE, SONO cARMELA DA pOTENZA, VORREI SE Può, AIUTARMI A TROVARE UNA PERSONA A ME MOLTO CARA SI CHIAMA MILLOZZA vITO, FA PARTE DEI PAPABOYS GRAZIE

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