TESTIMONIANZE DI FEDE – Stefano Jurgens è un grande autore televisivo di programmi di successo della nostra televisione italiana come: La Corrida, Domenica In, Tira e Molla, Buona Domenica, Avanti un altro e molti altri.
E’ anche un bravo “paroliere”, ha lavorato infatti con grandi artisti come Adriano Celentano, Gianni Morandi; ha scritto diverse canzoni tra le quali mi piace ricordare “Sei forte Papà”.
Nel 2011 Stefano, contrae un virus e di conseguenza entra in coma…. È in quel momento che vive un esperienza particolare: la Premorte.
Jurgens ha cambiato la sua esistenza quando in un periodo di crisi della sua vita, convinto di non farcela più, ha incontrato realmente un uomo di duemila anni fa: Gesù!
Stefano Jurgens ha scritto tre libri: Nel cognome del padre – viaggio nell’anima di un uomo di spettacolo; Un angelo in t-shirt; Champagne in paradiso.
Il libro che ha scritto dal titolo “Nel cognome del padre –viaggio nell’anima di un uomo di spettacolo” fa riferimento propriamente al viaggio dell’anima. In che senso?
Nel cognome del padre è un libro a cui ho dato un titolo in riferimento al cognome particolare di mio padre che purtroppo è morto giovane a 52 anni e successivamente ho intrapreso la sua carriera di autore. Invece nel nome del padre ho iniziato a pregare.
In questo libro racconto quando ho iniziato a pregare e nel modo in cui l’ho fatto.
Nel 1992, ha affrontato un periodo di crisi professionale. Si trovava in una spiaggia deserta e proprio lì fece un incontro speciale che le ha cambiato l’intera esistenza…
Devo ammettere che l’uomo si avvicina al Signore sempre o quasi, nei momenti di difficoltà.
Quando accadde quell’incontro avevo circa 40 anni, non avevo mai pensato a Gesù se non quando feci la prima comunione, dopo crescendo pensavo a tutto quello che la vita mi offriva: le macchine, le donne e quant’altro.
In quel periodo di disperazione avevo deciso di gettare la spugna, attraversavo un periodo di vera crisi professionale e trovandomi in spiaggia a mare da solo, di getto fui spinto a prendere un ramoscello che si trovava sulla sabbia e scrissi il nome GESU’.
In quel momento vidi realmente Gesù accanto a me, stava alla mia destra. E’ stata una vera e propria apparizione, lo vedevo con i miei occhi. Tra me e me, mi sembrava di essere impazzito (eppure non avevo bevuto) era tutto reale. Da allora questo Gesù dalla mia destra, è passato dentro il mio cuore. Da quel giorno cerco di vedere il mondo con gli occhi di Cristo e ho cambiato il mio modo di vivere.
Cos’ha provato nel vedere Gesù realmente accanto a Lei?
Sono caduto nel riposo dello Spirito, ho sentito una grande forza dentro il mio corpo, era come un bruciore accompagnato da una grande pace interiore che mi ha tenuto compagnia per molti mesi.
Da quel giorno non mi interessano più le cose mondane ma cerco tutto ciò che mi parli di Gesù.
E dopo quella volta, cominciai a cercare Gesù in tutte le chiese d’Italia, perché cercavo un Gesù più umano di quello che avevo visto io (stupidamente) perché poi mi resi conto che Gesù è accanto ad ognuno di noi.
Ho cominciato a fare un cammino di fede fino a quando sono entrato a far parte del Rinnovamento Carismatico Cattolico e ho cominciato a pregare in un modo gioioso. Infatti per due volte ho ricevuto l’effusione dello Spirito Santo e sento ancora di più la presenza di Gesù dentro di me.
Cosa le ha detto Gesù?
In quell’occasione Gesù non mi disse niente, poi pian piano, qualche volta ho anche sentito Gesù rispondere a delle mie domande e ho sentito la sua risposta dentro al cuore. Credo che sia Lui a rispondermi perché le Sue risposte arrivano sempre puntuali e percepisco la sua voce all’altezza dello sterno.
Quel Gesù che ho visto io è una persona ironica, un ragazzo con i capelli lunghi ed è anche spiritoso.
E’ stato difficile per Lei, testimoniare questo momento intimo ai suoi colleghi del mondo dello spettacolo?
Non è stato difficile perché non m’importava niente di quello che potessero pensare gli altri o di essere giudicato, infatti ho deciso di renderlo pubblico attraverso questi miei libri e ne ho parlato in diverse televisioni sia a Mediaset che alla Rai.
Adesso, il mio compito non è quello di convertire le persone attraverso la mia testimonianza, è solo il Signore che converte tutti ma sento una spinta a dover parlare di questo agli altri.
Nel 2011, è stato colpito da un raro virus che le ha provocato il coma addirittura aveva ricevuto l’estrema unzione. Proprio in quel momento ha vissuto un’altra esperienza particolarissima: lo stato di premorte.
Cos’è successo?
Ho respirato un virus che mi ha fatto entrare in coma. La situazione era critica, tantè che i medici dicevano ai miei familiari che dovevo morire la notte stessa e per un mese e mezzo la situazione è andata avanti così. Infatti è stata una tortura più che altro, per chi mi stava accanto perché io non ero in grado di capire nulla.
Non ho visto tunnel (come qualcuno racconta della propria esperienza di coma) ma diciamo che ho avuto delle percezioni, sentivo una voce narrante che mi parlava e mi raccontava delle cose che non sono di questo mondo. Tutte le sere vedevo due personaggi che non riesco a descrivere a parole, che mi vegliavano sempre sin dal primo giorno che sono entrato in ospedale all’ultimo in cui mi sono risvegliato.
Erano un uomo e una donna, e ricordo che quando mi sono risvegliato ho aperto il primo occhio e ho visto che uno dei due mi fece segno col pollice.
Siamo abituati a vedere Paolo Bonolis in veste di conduttore – comico, ma cosa pensa Paolo di questa sua esperienza e come l’ha vissuta?
Non so come Paolo abbia vissuto questo mio momento perché quando ero in ospedale mi trovavo nel reparto rianimazione e nessuno poteva accedervi se non i medici, però appena sono uscito dall’ospedale con 18 kili di meno e traballante perché non ero più in grado di camminare dopo 7 mesi di letto, lui mi ha preso per mano e mi ha messo seduto vicino a lui dove continuo a fare il mio lavoro di autore accompagnato dalla sua amicizia che ormai dura da più di vent’anni.
Oggi condivide la sua fede e la sua preghiera con sua moglie e i suoi due figli?
Qualche volta direi di si, ma è anche vero che i miei familiari non avendo vissuto la mia stessa esperienza, abbiano un diverso approccio con la fede. Bisogna avere fede per cercare il Signore e bisogna incontrarlo. Purtroppo l’uomo è portato ad avvicinarsi a Dio solo nei momenti di difficoltà e invece bisognerebbe ringraziare ogni giorno il Signore per quello che si ha.
Cosa dobbiamo aspettarci da questa nuova edizione di “Avanti un altro”?
Noi per primi, ci aspettiamo il divertimento perché oggi accendendo la televisione e leggendo i giornali, ci rendiamo conto di leggere e ascoltare soltanto brutte notizie, dalla cronaca alla politica e non fanno altro che avvilire ed intristire ancora di più le persone.
Speriamo in quell’oretta di divertire la gente che ci guarda da casa, perché nella vita non esistono solo brutte notizie, ci sono tante belle realtà che non vengono dette perché probabilmente la regola del giornalismo mira a far salire gli ascolti con le notizie drammatiche.
Quindi cerchiamo di far sorridere le persone e di alleviare anche solo per un oretta i loro problemi.
Rita Sberna: La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza di fede
Stefano Jurgens: Sono io che ringrazio voi e come diceva Padre Mariano “Pace e Bene”
Intervista di Rita Sberna