Ma il peccato oscura la possibilità di questa introvisione, introspezione di sè e dell’altro, e sopratutto dell’Altro.
Il peccato blocca mortalmente.
Lo Spirito fa scorrere gioiosamente.
Cercare il Signore nel peccato ci fa soltanto morire.
Lasciarci cercare nel peccato da Lui ci fa sempre più vivere.
* Sta di fatto che il peccato è sempre, a questo punto, un’occasione.
Sprecata se lasciata a sè; accolta e valorizzata se messa nelle mani di Dio, se affidata a Lui, se riferita a Lui: quando sarà innalzato Gesù, si comprenderà il peccato verso di Lui e quindi ci sarà la conversione, e la coscienza che Gesù non è solo.
* E che Lui “è”.
Specie nel nostro peccato, nella sua morte, nel suo compimento.
Allora, nell’essere di Gesù appare l’ “Io Sono” del Padre, l’essere divino che solo lo Spirito può rivelare, mostrando che Gesù non è mai solo.
* Intravedere il Padre attraverso il Figlio è dunque il grande dono dello Spirito, e inizia proprio dalla considerazione del nostro peccato. a cura di don Luciano Sanvito
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