Il Santo Padre – ha raccontato l’arcivescovo maggiore – “segue la questione ucraina ma era importante che ascoltasse le testimonianze dirette dei vescovi che svolgono il loro ministero nei luoghi di conflitto”. “Il Santo Padre ci ha ascoltati con cuore paterno. Poi ha voluto sentire i vescovi di Donetsk e di Crimea. Si interessava dei particolari, ha chiesto come vive la gente. Si è interessato anche di come vivono i fratelli ortodossi. Ci siamo sentiti non solo accolti ma incoraggiati”. Parlando del Papa, Shevchuk ha più volte utilizzato il verbo “consolare”. “Due le frasi – ha poi aggiunto – che ci hanno particolarmente colpito: ‘Sono al vostro fianco, sono al vostro servizio”. “L’Ucraina – ha detto Shevchuk – è vittima di una aggressione straniera. Gli ucraini si sono sentiti abbandonati e traditi dai politici, dai diplomatici e dai potenti del mondo. Il Santo Padre è con noi perché Dio è sempre a fianco di chi soffre”.
Riguardo all’invito del Papa in Ucraina, Shevchuk ha detto: “Sappiamo che al momento opportuno verrà a trovarci”. “Lui è una persona di azione. Parla poco ma fa molto. Ho speranza che in futuro saremo testimoni di una sua azione”. A una domanda precisa, l’arcivescovo ha detto che apprezzerebbe molto se il Papa inviasse una lettera ai leader ucraino e russo. Ed ha aggiunto a questo proposito: “Sappiamo che per il presidente Putin il Papa è un’autorità da rispettare e, pertanto, questo tipo di azione sarebbe auspicabile”.
Riguardo invece a una collaborazione con il Patriarcato di Mosca sulla questione ucraina, l’arcivescovo ha detto di ritenerla “difficile” perché – ha spiegato – “se i pastori non sono capaci di ascoltare la voce delle loro pecore, diventa difficile lavorare con loro. E se la gerarchia si mette dalla parte del potere, perde credibilità”. Molto apprezzata invece l’iniziativa avviata dal Consiglio mondiale delle Chiese per una mediazione religiosa tra le società civili russe e ucraine. Iniziative che l’arcivescovo Shevchuk ha presentato al Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani. Riferendosi poi alle parole usate dal Papa nel corso di un’udienza del mercoledì, dove andando a braccio, Papa Francesco ha parlato di una “guerra fratricida”, l’arcivescovo maggiore di Kiev ha ammesso: “Certi termini usati dalla Santa Sede” che spesso “alludono alla propaganda russa”, “talvolta ci feriscono”. di Agenzia Sir
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