Iniziamo recitando il Padre Nostro
Invocazione. – Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. – Riparare per coloro che vivono abitualmente in peccato.
IL CUORE
Consideriamo gli emblemi del Sacro Cuore e procuriamo di trarre profitto dagl’insegnamenti che ci dà il Divin Maestro.
Le richieste che Gesù fece a Santa Margherita furono diverse; la più importante, anzi quella che tutte le racchiude, è la richiesta dell’amore. La devozione al Cuore di Gesù è devozione di amore.
Amare e non essere ricambiati nell’amore, è cosa che rattrista. Fu questo il lamento di Gesù: vedersi trascurato e disprezzato da coloro che tanto ha amato e tanto continua ad amare. Per spingerci ad innamorarci di Lui, presentò il Cuore fiammeggiante.
Il Cuore! … Nel corpo umano il cuore è il centro della vita; se non pulsa, c’è la morte. Esso è preso come simbolo di amore. – Ti offro il cuore! – si dice a persona amata, volendo significare: Ti offro quanto ho di più prezioso, tutto il mio essere!
Il cuore umano, centro e sorgente degli affetti, deve battere prima di tutto per il Signore, Sommo Bene. Quando un dottore della legge chiese: Maestro, qual è il più grande comandamento? – rispose Gesù: Il primo e massimo comasndamento è questo: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente … (S. Matteo, XXII – 3G).
L’amore di Dio non esclude altri amori. Gli affetti del cuore possono anche dirigersi al nostro simile, ma sempre in rapporto a Dio: amare il Creatore nelle creature.
E’ ottima cosa quindi amare i poverelli, amare i nemici e pregare per loro. Benedice il Signore gli affetti che uniscono i cuori degli sposi: dà gloria a Dio l’amore che i genitori portano ai figli ed il loro ricambio.
Se il cuore umano si lascia senza freno, facilmente vi sorgono gli affetti disordinati, che talora sono pericolosi e talvolta gravemente peccaminosi. Il demonio sa che il cuore, se è preso da ardente amore, è capace del più grande bene o del più grande male; perciò quando vuol trascinare un’anima all’eterna perdizione, comincia a legarla con qualche affetto, dicendole dapprima che quell’amore è lecito, anzi doveroso; poi le fa comprendere che non è un gran male ed in fine, vedendola debole, la getta nell’abisso del peccato.
È facile conoscere se l’affetto ad una persona è disordinato: nell’anima resta l’inquietudine, si soffre di gelosia, si pensa di frequente all’idolo del cuore, col pericolo di svegliare le passioni.
Quanti cuori vivono nell’amarezza, perché il loro amore non è secondo la volontà di Dio!
Il cuore non può essere pienamente appagato in questo mondo; cominciano a pregustare la sazietà del cuore, preludio della felicità eterna, soltanto coloro che rivolgono gli affetti a Gesù, al suo Sacro Cuore. Quando Gesù regna sovrano in un’anima, questa trova la pace, la vera gioia, avverte nella mente una luce celeste che l’attrae sempre più al ben operare. I Santi amano fortemente Dio e sono felici anche nelle inevitabili pene della vita. San Paolo esclamava: Sovrabbondo di gioia in ogni mia tribolazione …
Chi può separarmi dall’amore di Cristo? … (II Corinti, VII-4). I devoti del Sacro Cuore devono nutrire sempre affetti santi e tendere all’amore di Dio. L’amore si alimenta col pensare la persona amata; perciò si rivolga spesso il pensiero a Gesù e s’invochi con fervorose giaculatorie.
Si licenziava da un Sacerdote una pia donna: Padre, disse, vorrebbe donarmi un buon pensiero? – Volentieri: Non lasciar passare un quarto d’ora, senza pensare a Gesù! – Sorrise la donna.
– Perché questo sorriso? – Dodici anni or sono mi diede lo stesso pensiero e lo scrisse sopra un’immaginetta. Da quel giorno ad oggi sempre ho pensato a Gesù quasi ogni quarto d’ora. – Il Sacerdote, che è lo scrivente, rimase edificato.
Pensiamo dunque spesso a Gesù; offriamogli sovente il cuore; diciamogli: Cuore di Gesù, ogni palpito del mio cuore sia un atto d’amore!
In conclusione: Non sprecare gli affetti del cuore, che sono preziosi, e rivolgerli tutti a Gesù, che è il centro dell’amore.
Il cuore della donna, specie negli anni giovanili, è come un vulcano in attività. Guai se non si domina!
Una giovane, presa da amore peccaminoso, si gettò a capofitto nell’immoralità. I suoi scandali rovinarono tante anime. Così visse per nove anni, dimentica di Dio, sotto la schiavitù di Satana. Il suo cuore però era inquieto; il rimorso non le dava tregua.
Un giorno le fu annunziato che il suo amante era stato ucciso. Corse sul luogo del delitto ed inorridì a vedere il cadavere di quell’uomo, che aveva considerato come l’oggetto della sua felicità.
– Tutto finito! – pensò la donna.
La grazia di Dio, che suole agire nel tempo del dolore, toccò il cuore della peccatrice. Ritornata a casa, rimase a lungo a riflettere; si riconobbe infelice, macchiata di tante colpe, priva dell’onore … e pianse.
Si fecero vivi i ricordi dell’infanzia, quando amava Gesù e godeva della pace del cuore. Umiliata si rivolse a Gesù, a quel Cuore Divino che abbraccia il figliuol prodigo. Si sentì rinascere a nuova vita; detestò i peccati; memore degli scandali, andò da porta in porta nel vicinato a chiedere perdono del cattivo esempio dato.
Quel cuore, che prima aveva amato malamente, cominciò ad ardere d’amore per Gesù e si sottopose ad aspre penitenze per riparare il male fatto. Si ascrisse tra le Terziarie Francescane, imitando il Poverello d’Assisi.
Gesù fu lieto di tale conversione e lo dimostrò con apparire spesso a questa donna. Vedendola un giorno ai suoi piedi pentita, come la Maddalena, l’accarezzò dolcemente e le disse: Brava la mia cara penitente! Sapessi, quanto ti amo! –
L’antica peccatrice oggi è nel numero delle Sante: S. Margherita da Cortona. Buono per lei che troncò gli affetti peccaminosi e diede nel suo cuore il posto a Gesú; Re dei cuori!
Fioretto. Abituarsi a pensare a Gesù spesso, anche ogni quarto d’ora.
Giaculatoria. Gesù, ti amo per coloro che non ti amano!
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