Scoppia la polemica “ARMI SI’ o ‘ARMI NO’ all’Ucraina. Giusto inviare materiale bellico anche se per difendersi?
’invasione russa dell’Ucraina sta scatenando – in Italia e in Europa – una mobilitazione politica verso un massiccio aumento delle spese militari. Contro l’aggressione dello zar Putin sembra improcrastinabile un’immediata corsa al riarmo, destinando alla spesa militare il 2% del Prodotto interno lordo. Rafforzare il deterrente bellico occidentale, insomma, per domare l’orso russo imperialista.
È davvero insufficiente l’attuale spesa militare? O la crisi ucraina rischia di essere un provvidenziale alibi per rilanciare – ammesso che ce ne sia mai stato bisogno – il comparto dell’industria bellica?
La corsa al riarmo raccoglie consensi nell’Ue. La Germania ha annunciato il raddoppio della spesa: da 52,8 miliardi di dollari (Sipri, dati 2020) a 100. Lo stesso farà Parigi, che spende poco meno di Berlino.
Anche in Italia il 16 marzo la Camera ha approvato un ordine del giorno, collegato al Decreto Ucraina e proposto dalla Lega, con i voti di quasi tutta la maggioranza più Fdi (391 sì e 19 no), che impegna il Governo ad un incremento delle spese per la Difesa verso il 2% del Pil. Contrari solo i gruppi di Sinistra italiana e di Alternativa, i fuoriusciti dal M5s.
Volete conoscere la nostra posizione come Papaboys? La trovate nelle parole di un nostro amico frate. A seguire.
Le parole di Fra’ Emiliano Antenucci
Io non voglio mandare armi, ma giocattoli ai bambini ucraini e fiori ai soldati per seppellire dignitosamente i loro compagni morti in battaglia.
Io non voglio mandare fucili, ma colombe di pace per farle volare nel cielo. Io non voglio mandare missili, ma messaggi di pace perché siamo tutti fratelli.
Io non voglio la guerra, perché siamo tutti perdenti e falliti in umanità.
Io non voglio le marce della pace, ma eserciti di persone in preghiera per disarmare l’odio e costruire un mondo più bello.
Sia la guerra che l’ipocrisia della pace non servono, perché alle volte sembriamo tutti figli di Caino.
Invece, ricordaci Signore che siamo tutti figli di Dio. Amen (fra Emiliano Antenucci)