RIFLESSIONE SUL VANGELO DI QUESTO LUNEDI’ – Quando il Siracide parla del consiglio da chiedere, mette in evidenza una grande verità. Dove c’è interesse personale, lì mai vi potrà essere un buon consiglio: “Ogni consigliere esalta il consiglio che dà, ma c’è chi consiglia a proprio vantaggio. Guàrdati da chi vuole darti consiglio e prima infórmati quali siano le sue necessità: egli infatti darà consigli a suo vantaggio; perché non abbia a gettare un laccio su di te e ti dica: «La tua via è buona», ma poi si tenga in disparte per vedere quel che ti succede. Non consigliarti con chi ti guarda di sbieco e nascondi le tue intenzioni a quanti ti invidiano. Non consigliarti con una donna sulla sua rivale e con un pauroso sulla guerra, con un mercante sul commercio e con un compratore sulla vendita, con un invidioso sulla riconoscenza e con uno spietato sulla bontà di cuore, con un pigro su una iniziativa qualsiasi e con un salariato sul raccolto, con uno schiavo pigro su un lavoro importante. Non dipendere da costoro per nessun consiglio. Frequenta invece un uomo giusto, di cui sai che osserva i comandamenti e ha un animo simile al tuo, perché se tu cadi, egli saprà compatirti. Attieniti al consiglio del tuo cuore, perché nessuno ti è più fedele. Infatti la coscienza di un uomo talvolta suole avvertire meglio di sette sentinelle collocate in alto per spiare. Per tutte queste cose invoca l’Altissimo, perché guidi la tua via secondo verità” (Sir 37,7-15). Questa legge vale anche per il pastore. Anche il più piccolo, insignificante interesse personale, fa sì che il pastore diventi un mercenario, uno interessato più a se stesso che al gregge che gli è stato dato in custodia. Invece gregge e pastore devono essere una sola vita, un solo interesse, una sola verità, un solo amore, un solo presente, un solo futuro. La vita del buon pastore sono le pecore.
Gesù vive per le pecore. Nutre e disseta le sue pecore con il suo sudore quotidiano, il suo sacrificio, la sua rinunzia a vivere per se stesso e con un amore sino alla fine li sfama donando loro da mangiare la sua carne e li disseta offrendo loro da bere il suo sangue. Veramente Gesù è la vita delle sue pecore. Per essere buoni pastori, e non ladri e briganti, si deve essere in Cristo, con Cristo, per Cristo, da Cristo, mai senza di Lui. Ora Cristo non è nella sua Parola, nel suo Vangelo senza la Chiesa una, santa, cattolica, apostolica. Cristo Gesù è nella Parola, nel Vangelo, nella grazia, nei sacramenti di cui depositaria è la Chiesa fondata su Pietro.
Chi si pone fuori della Chiesa fondata su Pietro, mai potrà nutrire il gregge alla maniera di Cristo Gesù. O le manca la grazia o la pienezza della verità. Pienezze di grazia e di verità sussistono solo nella Chiesa una, santa, cattolica, apostolica. Fuori di essa vi è carenza parziale, oppure totale di questo nutrimento di vita per le pecore. Che nutrimento si può dare alle pecore senza Eucaristia, senza dono dello Spirito Santo, senza la remissione sacramentale dei peccati? Quale verità si può dare alle pecore dove non vi è la garanzia che ciò che si dona è purissima verità di Gesù Signore? Si può essere ladri e briganti in tanti modi, anche lasciando morire le pecore di fame.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fate tutti Chiesa con Pietro. a cura del Movimento Apostolico