Nella fotografia: Un presepe in una tenda nel campo profughi di Mar Eliya ad Erbil, nel Kurdistan iracheno. Uno dei tanti campi che da giugno 2014 ospitano le migliaia di cristiani che sono stati scacciati dalle loro case a Mosul e nella Piana di Ninive dai miliziani dello stato islamico…
Il governo della regione autonoma del Kurdistan iracheno ha proclamato il prossimo 25 dicembre giorno festivo per esprimere in maniera pubblica la solidarietà delle istituzioni e di tutta la società verso i cristiani, in occasione della festività del Natale del Signore. Quel giorno tutti i dipendenti delle istituzioni pubbliche della regione, comprese le scuole osserveranno un giorno di riposo. Il portavoce ufficiale del governo, Sven Dzia, ha pubblicato sul sito del governo regionale un messaggio di felicitazioni rivolto “a tutti i fratelli cristiani del Kurdistan, dell’Iraq e di tutto il mondo” augurando un anno di pace, sicurezza e stabilità.
La riconoscenza dei cristiani
Oggi i sacerdoti caldei presenti a Erbil e nei suoi sobborghi – compresi quelli fuggiti da Mosul e dalla Piana di Ninive – si sono riuniti con i loro vescovi per una giornata di ritiro spirituale, in preparazione al Natale. “La decisione delle autorità del Kurdistan iracheno testimonia attenzione e vicinanza alle nostre sofferenze. I leader politici del Kurdistan ripetono che faranno il possibile per liberare le città e i villaggi da cui siamo dovuti fuggire” dice all’agenzia Fides il sacerdote Paolo Thabit Mekko, trasferitosi in Kurdistan dopo che ha dovuto lasciare Mosul, conquistata dai Jihadisti dello Stato Islamico.
La gioia per il messaggio del Papa
“Ci prepariamo al Natale” aggiunge padre Paolo “chiedendo a Gesù di portare pace e consolazione nei nostri cuori. Ci ha commosso il messaggio che ci ha inviato qualche giorno fa Papa Francesco, e speriamo che ce ne siano altri”.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana