Categorie: Pax et Justitia

Iraq. La famiglia cristiana che sfida l’Isis per mantenere una promessa

Il cristiano Asir Salaam Shajaa non se ne andrà da Al Qosh, anche se lo Stato islamico è a 15 chilometri: «Quando gli ultimi ebrei se ne andarono, chiesero a mio nonno di custodire la tomba»

L’avanzata dello Stato islamico lungo la piana di Ninive si è fermata a soli 15 chilometri da Al Qosh. Molti abitanti hanno abbandonato l’antica città assira ma il cristiano Asir Salaam Shajaa è rimasto, perché ha un compito: custodire la tomba del profeta ebraico Naum, famoso per aver predetto nel VII secolo a.C. la caduta di Ninive. Dopo 2.700 anni, l’Isis ha avverato quella profezia.

LA PROMESSA. «Quando gli ultimi ebrei lasciarono Al Qosh» nei primi anni 50, dopo la creazione dello Stato di Israele e l’inizio di una campagna violenta da parte dell’Iraq per cacciarli, «chiesero a mio nonno di custodire la tomba, così da mantenerla integra. Più di questo non so», ha spiegato Shajaa, intenzionato a mantenere come suo padre la promessa del nonno.

«È UN PROFETA». Una decisione coraggiosa, soprattutto se si considera che Naum non è un profeta cristiano: «Non è il nostro profeta, ma è un profeta, quindi dobbiamo rispettarlo. È un profeta, tutto qui, è semplice». Al Qosh è una città piena di tesori antichi di origine cristiana, assira ed ebraica. La tomba di Naum, che prima dell’esodo degli ebrei veniva visitata da migliaia di persone, essendo considerata un sito molto importante, ha continuato ad essere accessibile.


TUTTO FERMO. Oggi le mura della sinagoga dove è custodita la tomba sono sgretolate perché, come spiega Shajaa, «il governo non vuole ripararle usando lo stesso materiale con cui furono costruite, dicendo che non è sicuro farlo». E sebbene «alcuni ebrei benestanti volessero ricostruire le mura (…), lo Stato islamico ci ha attaccati e siamo vicini alla battaglia anche qui, perciò si è fermato tutto».


«CUSTODIREMO LA TOMBA». Lo Stato islamico non fa paura a Shajaa. «Non so quanto la mia famiglia continuerà a stare in Iraq», rivela ad Haaretz. «Mio fratello però ha detto che rimarrà comunque e che se la mia famiglia lascerà l’Iraq, lui e i suoi figli continueranno a custodire la tomba di Naum. Rimarrà della famiglia. A Dio piacendo».

Di Benedetta Frigerio per Tempi

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