“Un danno gravissimo. Una macchia indelebile nella storia dell’umanità. La situazione sta peggiorando. I diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio, che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall’odio”. Così il vicario patriarcale caldeo di Baghdad, monsignor Shlemon Warduni, parla al Sir della fuga dei cristiani da Mosul, città irachena nella mani dei miliziani dell’Isil, lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante. “Hanno costretto i cristiani ad abbandonare la città che perde così la sua presenza più antica, millenaria, e questo nel silenzio del mondo”. Qualcosa sembra muoversi, come testimonia una manifestazione di solidarietà per i cristiani che si è tenuta ieri pomeriggio nella capitale irachena, Baghdad, cui hanno partecipato oltre ai cristiani anche moltissimi musulmani, sciiti e sunniti. Presente anche il patriarca caldeo di Baghdad, Louis Raphael I Sako.
“La piazza era piena – dice mons. Warduni – e questo per noi è incoraggiante perché dimostra che ci sono tantissimi tra i musulmani che rispettano i cristiani. Ma serve altro”. Poi una stoccata: “Fino ad oggi non abbiamo visto nessun leader politico o religioso. Mi chiedo dove sia l’Europa, dove siano gli Stati Uniti. Siamo nel XXI secolo, si commettono delitti così gravi e il mondo dorme o fa finta di dormire”. Non si ferma, intanto, l’attività di Caritas Iraq, di cui mons. Warduni è presidente, verso gli sfollati di Mosul, molti dei quali arrivati nei villaggi cristiani della zona circostante la città. “Stiamo consegnando kit viveri, sanitari, materassi, ci sono famiglie che non hanno nulla, solo i vestiti che indossano. I bambini piangono in continuazione, è uno strazio vederli senza poter fare nulla per consolarli. Abbiamo bisogno di tanto aiuto. Speriamo che il Signore smuova i cuori delle persone”. “Non abbiamo più nessun contatto con cristiani di Mosul che dunque sarebbero tutti andati via – conferma al Sir l’arcivescovo caldeo della città, monsignor Emil Shimoun Nona – per sfuggire a violenze e a uccisioni. Tutto avviene senza che nessuno dica e faccia nulla. Gli sfollati hanno bisogno di tutto e serve aiuto urgente per fronteggiare l’emergenza umanitaria”.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Agensir