Eccellenza, quali sono le ultime notizie che giungono da Mosul?
“La situazione è drammatica. Mosul è sotto il controllo degli insorti. Le nostre famiglie hanno abbandonato la città. Abbiamo chiuso tutte le chiese. Ieri sono andati via esercito regolare e polizia. La gente ha molta paura e a decine di migliaia, musulmani e cristiani, stanno ancora uscendo dalla città per trovare rifugio nei villaggi, molti dei quali cristiani, nella pianura di Ninive. In città ci sono persone armate, iracheni e stranieri, che girano ma non sappiamo chi siano”.
I civili rimasti hanno risposto all’appello di al Maliki a combattere?
“La paura è grande e nessuno, a quanto si sa, a Mosul ha raccolto l’invito del premier ad armarsi per fronteggiare i fondamentalisti. Chi può combattere contro questi uomini armati e addestrati? Sappiamo di cosa sono capaci, la loro fama di uccidere senza problemi è nota a tutti”.
Avete notizie di attacchi mirati alla minoranza cristiana?
“I nostri cristiani, circa 1.000 famiglie, sono andati tutti via. Sappiamo che è stata saccheggiata una nostra chiesa, quella del Santo Spirito. Circa 50 fondamentalisti hanno portato via tutto quello che c’era. Altri armati hanno occupato e preso diverse abitazioni”.
Perché l’esercito e la polizia hanno abbandonato la città senza combattere?
“È la domanda che ci poniamo anche noi senza darci, tuttavia, una risposta. L’esercito poteva fronteggiare l’avanzata fondamentalista con carri armati e armi che ha in dotazione. Invece ha abbandonato la città. Abbiamo poi sentito in tv che ci sono state polemiche a livello politico su chi dovesse difendere la città ora in mano ai combattenti”.
Cosa si sta facendo per venire incontro alla popolazione in fuga?
“Credo che la cosa più importante adesso sia ristabilire la sicurezza e fronteggiare i bisogni primari di questa gente. Gli sfollati nella Piana di Ninive sono fuggiti velocemente senza portare dietro molte cose e non possono resistere a lungo. Per ora hanno trovato rifugio nelle scuole e nelle aule di catechismo. Servono subito aiuti di ogni genere. Ieri è arrivata una famiglia con due bambini di 5 e 7 anni, avevano camminato da Mosul per oltre sei ore. Impauriti, assetati, affamati, avevano bisogno di tutto e abbiamo fatto quello che potevamo per assisterli. Ma serve tanto aiuto e soprattutto rientrare nelle proprie case”. A cura di Redazione Papaboys.
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