L’Isis sta cercando di riconquistare la città siriana di Kobane, violenti scontri con le forze curde. Le forze curde avevano conquistato la città siriana al confine con la Turchia lo scorso gennaio dopo una lunga campagna sostenuta anche dai raid della coalizione internazionale anti-Isis. La sconfitta dei jihadisti a kobane aveva avuto una grande eco internazionale e assunto un alto valore simbolico.
Alcuni miliziani dello Stato islmico (Isis) si sono infiltrati stamani nella periferia meridionale di Kobane-Ayn Arab. Secondo fonti nella regione di Kobane, sono in corso scontri armati dopo che l’Isis ha fatto esplodere stamani un’autobomba a un posto di blocco curdo all’ingresso meridionale della città.
Intensi scontri sono in corso tra jihadisti e forze governative siriane sono in corso anche a Hasake, capoluogo dell’omonima regione nord-orientale al confine con Iraq e Turchia. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui circa 50 tra jihadisti e lealisti sono morti finora nei combattimenti.
Tre sono state le esplosioni, assieme ad una serie di esecuzioni sommarie nella citta’ curda di Kobane, che hanno segnato una vendetta significativa per lo Stato Islamico. I combattenti del Califfato sono infatti rientrati a Kobane, solo pochi mesi fa liberata dai combattenti curdi sostenuti da molti stati occientali. Il botta e risposta che ne è seguito tra Damasco e Ankara fa parte del gioco dei ruoli. La Turchia ha spesso chiuso un occhio nei confronti degli attacchi dello Stato Islamico contro i curdi.
Asad, dal suo canto, ha costruito su ciò una parte di propaganda personale. Lo Stato Islamico comunuque è sempre piu’ presente anche in aree vicino a Damasco, dove ancora ieri sono stati decapitate 16 uomini appartenenti ai ribelli che combattono contro Asad e contro lo Stato Islamico. I ribelli anti-Asad, attivi nel sud, ieri hanno riattaccato Daraa, la città simbolica dove cominciò la rivoluzione contro la dittatura di Bashar al-Asad e fino a ieri ritornata nelle mani del regime. Ma la crisi più preoccupante in questo momento è quella dell’aiuto umanitario per i rifugiati siriani. Su 4 miliardi e mezzo richiesti, solo poco più di un miliardo è giunto alla fine del mese di Maggio.
A cura di Redazione Papaboys fonti ANSA e Radio Vaticana
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