Sono usciti una serie di sondaggi fra i cittadini italiani, in questi ultimi due giorni, che si avviano alla nuova corsa alle sanzioni verso la Russia a livello europeo, ma anche al rifornimento di armamenti (anche pesanti) per permettere all’Ucraina di difendersi e continuare contemporaneamente anche la guerra che la Russia ha iniziato.
di Daniele Venturi
Si deve dire la verità: non è che l’Ucraina difendendosi non fa la guerra, la sta facendo quasi come la Russia, che è ovviamente esposta con una violenza inaudita quasi senza precedenti negli ultimi 50 anni (ma forse nessuno ha mai visto bene i bombardamenti della Nato).
La speranza vera è che Draghi e compagni abbiano un PIANO B, ma visto il fallimentare approccio fin qui messo in campo, ne dubitiamo fortemente.
Si potrebbe forse dare un segnale agli alleati europei ed agli Stati Uniti di smetterla con questa escalation che non sta portando niente di utile?
Vorremo ricordare che nella pazzia che sta dimostrando Putin (che non difendiamo minimamente, sia chiaro!), si intravede addirittura la possibilità che il Fuhrer Russo possa sganciare qualche bomba inaspettata, ed a quel punto la tragedia sarebbe pressoché irreversibile. Attenzione, gli esperimenti di questi ultimi giorni dovrebbero farci riflettere.
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Le forze russe si sono esercitate in attacchi simulati con missili capaci di trasportare testate nucleari nell’enclave occidentale di Kaliningrad, tra Polonia e Lituania: lo ha reso noto il ministero della Difesa. La Russia ha praticato “lanci elettronici” simulati di sistemi di missili balistici mobili Iskander con capacità nucleare. Le esercitazioni hanno coinvolto oltre cento militari.
Chi sta concretamente dialogando con Russia e Ucraina per fermare questa maledetta situazione?
Nessuno con concretezza. Cosa è disposta a cedere l’Ucraina alla Russia e cosa la Russia all’Ucraina rispetto al feroce piano iniziale?
Se non si inizia con urgenza a mettersi seduti intorno ad un tavolo, con dei garanti europei (e non americani o cinesi ndr), la situazione potrebbe sfuggire definitivamente di mano.
L’Italia – scrive giustamente Barbara Pettirossi sul Fatto Quotidiano – potrebbe avere un ruolo centrale nella diplomazia, se solo la smettessimo di indirizzare i nostri neuroni specchio verso l’atteggiamento da “bulli” di quanti mostrano i muscoli alla Russia.
Dobbiamo smettere di emulare principalmente gli Usa, di mostrarci condiscendenti rispetto alla loro mentalità da “esportatori di democrazia e salvatori del mondo”
Depositi di carburante, aziende specializzate nell’industria di difesa. Due giorni fa, anche una delle società editrici più antiche e grosse del Paese. Incendi che scoppiano dal nulla, apparentemente inspiegabili e slegati l’uno dall’altro, ma che provocano un serio danno alla macchina dello Stato russo e sembrano avere un comune denominatore: mettere in difficoltà il presidente Vladimir Putin e boicottare la cosiddetta “operazione militare speciale” in Ucraina. Segno che, al di là dell’approvazione ufficiale, c’è un’opposizione nel Paese che non perde occasione per fare sentire la sua presenza.
L’Ucraina ha ripreso il controllo di diversi insediamenti intorno a Mykolaiv e Kherson, nel sud del paese. Lo fa sapere lo Stato maggiore ucraino, secondo quanto riporta il Guardian.
Grazie ai successi della difesa ucraina, le forze russe “hanno perso il controllo di parecchi insediamenti sul confine delle regioni di Mykolaiv e Kherson”, spiega lo Stato maggiore nell’ultimo rapporto dell’intelligence.
Gli scontri tuttavia proseguono a Mariupol, dove gli occupanti russi stanno concentrando i loro sforzi per bloccare e cercare di distruggere le unità ucraine rifugiate nell’acciaieria Azovstal dove, con il supporto dell’aviazione, i russi hanno ripreso l’offensiva per prendere il controllo dello stabilimento.
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“Per il secondo giorno consecutivo, l’esercito russo ha fatto irruzione nello stabilimento. Ci sono battaglie pesanti e sanguinose”. Lo ha detto il comandante del reggimento Azov Denis Prokopenko – citato dall’Ukrainska Pravda – in un video messaggio notturno dall’interno dell’acciaieria Azovstal attaccata da due giorni da forze di terra, aria e navali delle truppe di Mosca.
“Ringrazio il mondo intero per l’enorme sostegno della guarnigione di Mariupol. I nostri soldati se lo meritano. Nonostante tutto, continuiamo a eseguire l’ordine: mantenere la difesa”, ha aggiunto.
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