Categorie: Pax et Justitia

Italia in prima linea contro l’IS in Libia?

Libia, Palazzo Chigi pronto a chiedere il comando di un’operazione Onu
Gentiloni: combatteremo se necessario, ma in un quadro di legalità internazionale

Per capire come stiano veramente le cose in Libia, le cancellerie di tutto il mondo sanno che bisogna chiedere anzitutto agli italiani, unici occidentali con un’ambasciata ancora aperta e con l’Eni che riesce nel miracolo di tenere aperti i pozzi in zone sottoposte a influenze di bande contrapposte. 

E infatti, appena due settimane fa uomini dell’intelligence americana hanno interpellato i colleghi di Roma per un riservatissimo scambio di informazioni.

A Washington sono pessimisti, pensano che la Libia sia dentro una guerra civile e che occorra attenderne l’esito, mentre l’opinione degli «007» italiani è stata meno tranchant: esistono fazioni sulle quali si può ancora puntare per provare a cucire una difficilissima pacificazione tra le parti in lotta. Ma le due intelligence su un punto concordano: le fazioni sotto l’influenza del Califfato stanno guadagnando posizioni e tutto questo alla lunga potrebbe rivelarsi esiziale, la trasformazione della Libia nella piattaforma dell’Isis verso l’Europa.

Guida italiana 
È questo il contesto dentro il quale Matteo Renzi, due sere fa al Consiglio europeo, ha deciso di porre con forza la questione Libia, per scuotere il resto d’Europa su una questione finora rimossa: «Esiste il problema dell’Ucraina, ma anche un’emergenza in Libia della quale tutta l’Europa deve farsi carico». A Palazzo Chigi sanno che dal punto di vista della deterrenza diplomatica siamo (quasi) all’anno zero. La missione, sotto egida Onu, dello spagnolo Bernardino Leon va avanti, ma «sinora senza un forte investimento internazionale – nota il presidente della Commissione Difesa del Senato Nicola Latorre – e per questo l’intervento di Renzi a Bruxelles riveste un grande significato». Palazzo Chigi, a medio periodo, coltiva obiettivi non dichiarati e (al momento) non dichiarabili: una missione di peacekeeping con le bandiere Onu, ma guidata dall’Italia; una conferenza di pace a Roma.

Pronti a combattere
Obiettivi che per il momento appaiono come una sorta di miraggio. Ma per far capire che l’Italia fa sul serio, molto sul serio e per scuotere il resto del mondo dall’indifferenza, un uomo proverbialmente misurato come il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ieri sera a Sky, ha deliberatamente scelto un lessico bellicista: «L’Italia sostiene la mediazione dell’Onu ma se non riusciamo nella mediazione, credo che bisogni porsi il problema, con le Nazioni Unite, di fare qualcosa di più». L’Italia «è pronta a combattere, naturalmente nel quadro della legalità internazionale», «non possiamo accettare che a poche ore di navigazione dall’Italia ci sia una minaccia terroristica attiva». Traduzione: l’Italia ha iniziato un pressing sulla comunità internazionale e non esclude nel giro di qualche mese di dover intervenire con propri militari in una missione dai contorni per ora non definibili.

I contatti 
Il primo a parlare a Renzi della Libia con toni molto allarmati era stato il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, sei mesi fa al Cairo. Ai primi di agosto il rais si rivolse a Renzi con questo argomento: «Si stanno prendendo la Libia, che vogliamo fare?». L’Italia, pur disponendo di terminali ultrasensibili (l’Eni giunse in Libia prima di Gheddafi e in loco vanta dirigenti “nativi”), finora aveva lasciato cadere i tre appelli che dall’Africa erano stati mandati all’Onu per affidare una mediazione a Romano Prodi. Dice oggi il Professore: «L’Europa è disattenta, ma in Libia l’emergenza deve essere risolta obbligando tutte le rappresentanze a sedersi a un tavolo allargato. Un’offensiva diplomatica che deve essere facilitata dal ruolo di Paesi esterni». Fino ad oggi gli europei hanno remato in direzioni diverse, perché, come racconta Bobo Craxi, già sottosegretario agli Esteri, oggi a Tunisi, «tra i principali motivi dell’intervento internazionale in Libia, al quale l’Italia si accodò, c’era l’interesse di Total, Bp e Shell di sottrarre all’Eni le royalties sul petrolio. E per ora il conflitto di interessi resta quello».

Ultimi articoli

Inizia oggi, lunedì 18 novembre 2024, la potente novena alla Madonna della Medaglia Miracolosa

Novena alla Madonna della Medaglia Miracolosa Il testo della preghiera alla Madonna della Medaglia Miracolosa si può recitare per nove…

18 Novembre 2024

Festa di oggi, 18 Novembre: è la Dedicazione delle basiliche dei Santi Pietro e Paolo (Preghiera)

Dedicazione delle basiliche dei Santi Pietro e Paolo Storia e preghiera della festa di oggi 18 Novembre: Dedicazione delle basiliche dei…

18 Novembre 2024

Triduo. Prega la Madonna della Salute (per i prossimi 3 giorni). Affidiamoci a lei da oggi, 18 novembre 2024

Questo sabato 18 novembre inizia il Triduo alla Madonna della Salute. Rivolgiamoci a Lei per la guarigione del corpo e…

18 Novembre 2024

Ogni Giorno Una lode a Maria, 18 novembre 2024. Maria, Porta del cielo, prega per noi

Ogni Giorno Una lode a Maria, 18 novembre 2024. Maria, Porta del cielo, prega per noi Dal profondo t'invoco, o…

18 Novembre 2024

Non dimentichiamo i poveri: l’appello di Papa Francesco alla compassione cristiana

In occasione della VIII Giornata Mondiale dei Poveri, celebrata nella Basilica di San Pietro, Papa Francesco ha lanciato un accorato…

17 Novembre 2024

Il Santo di oggi, 17 novembre: giorno di Santa Elisabetta d’Ungheria (patrona degli infermieri). Preghiera per chiedere una grazia!

Santa Elisabetta d’Ungheria: vita e preghiera Santa Elisabetta, dopo essere rimasta vedova di Ludovico, conte di Turingia, abbracciò la povertà…

16 Novembre 2024