Italia: un paese che fa acqua da tutte le parti. Il vero barcone di clandestini siamo noi

ROMA – L’immigrazione ancora al centro della cronaca e del dibattito politico in Italia e in Europa. E siamo diventati un paese dove quasi non esiste più la parola “solidarietà”. Un paese nel quale l’accoglienza si trasforma in “paura” di fratelli disperati che ci chiedono un pezzo di terra senza mine e bombe dove appoggiare i piedi nudi, perché non hanno neanche le scarpe. E l’Italia? Si azzuffa destra conto sinistra, e viceversa. Una volta almeno c’era il centro a moderare e trovare soluzioni giuste. Oggi il centro…. è solo quello del buco economico che ci sta schiacciando ed opprimendo. In questa giornata è previsto il vertice del governo a Palazzo Chigi per definire gli ultimi dettaglia dell’operazione umanitaria ‘Mare sicuro’, che dovrebbe partire domani per impedire nuove tragedie nelle acque del Mediterraneo. Ma la vera clandestinità è quella della ragione, almeno in Italia. La ragione è clandestina! Ed il paese fa acqua da tutte le parti. Istituzione dopo Istituzione. Una vergogna!

221 gli ultimi migranti, tra cui 40 donne con alcuni bambini, di probabile origine siriana, giunti ieri sera nel porto di Reggio Calabria, soccorsi dalla Guardia di Finanza al largo delle coste calabresi. AltrI 235 sono arrivati a Porte Empedocle. E si allunga ancora la lista dei morti dei due naufragi del 3 e 11 ottobre scorsi, che il mare di Lampedusa continua a restituire: 364 e 38 le vittime accertate, ultimo un bimbo di 3 anni recuperato dalla Marina Maltese ma la conta non è finita perché all’appello mancano ancora 150 persone. Intanto il dibattito politico stenta a raggiungere una mediazione sul superamento della Legge Bossi Fini invocata da più parti, e la cancellazione del reato di clandestinità: il premier Letta ha dichiarato “da cittadino e da politico la abolirei”, ma ministro delle Infrastrutture Lupi ha ribadito che la clandestinità “è un reato che un Paese deve sancire”, e che la questione immigrazione riguarda tutta l’Europa, mentre Flavio Tosi della Lega Nord è per rivedere la legge Bossi-Fini a patto che “rimanga inalterato il concetto di immigrazione clandestina”, e ancora il ministro della Difesa, Mauro ha chiesto decisioni da Bruxelles “al prossimo Consiglio europeo del 24 e 25 ottobre” biasimando un’Europa ‘pilatesca’ e invocando “nuove misure giuridiche e politiche”. Attesa oggi a Palazzo Chigi per il Vertice Mare sicuro: che dovrà stabilire misure più efficaci: navi più grandi, più mezzi e uomini, forse nuove risorse come i droni per evitare che il Mediterraneo inghiottisca nel silenzio altri migranti per l’incapacità della politica di offrire loro soccorso ed accoglienza.
LE ULTIME NEWS SULLA MISSIONE UMANITARIA (dal Corriere della Sera)

LA CABINA DI REGIA — Già questo pomeriggio la missione affidata alla Marina militare potrà essere resa nota nei dettagli che si stavano mettendo a punto ancora ieri notte. Certamente la sala operativa che dovrà coordinare gli interventi sarà nel centro di Santa Rosa, alle porte di Roma, specializzato nella «sorveglianza integrata degli spazi marittimi d’interesse». Alle navi Libra e Cassiopea, tuttora impiegate per i servizi pianificati dopo i due naufragi dell’ultima settimana, si aggiungerà la fregata Espero e sarà utilizzata proprio per compiti di pattugliamento in acque internazionali. Il Tremiti dovrebbe invece proseguire l’attività di supporto logistico a Lampedusa e la pianificazione di queste ore prevede anche l’impiego delle corvette Triade e Chimera. Mezzi che si aggiungono a quelli della Guardia costiera e della Guardia di finanza costantemente a disposizione. Ogni nave ha lance e gommoni, ma l’idea dei vertici della Marina è quella di potenziare il numero delle imbarcazioni veloci. Con la possibilità di far partire da Ancona anche la San Marco.
Agli elicotteri in dotazione delle navi e a quelli della Guardia di finanza, potrebbero aggiungersi l’Eh 101 di stanza a Catania, ma anche i velivoli Atlantic schierati presso lo scalo militare di Sigonella. E poi ci sono i due aerei P180 con i visori notturni, indispensabili per il sorvolo in quelle ore in cui – lo dicono le statistiche – gli scafisti abbandono i migranti al loro destino, spesso dopo averli trasferiti dalla nave madre alle imbarcazioni più piccole che fanno rotta verso la Sicilia. Le «regole di ingaggio» prevedono che siano sempre operativi proprio per avere un monitoraggio 24 ore su 24.

TEMPI E COSTI – L’attuale impiego di oltre 500 uomini al giorno potrebbe essere addirittura «triplicato», come anticipa il ministro Mauro mentre sulla durata della missione spiega che «molto dipenderà anche dai tempi di stabilizzazione della situazione libica e soprattutto dal supporto che ci arriverà dall’Unione Europea». Certamente se ne discuterà durante la riunione del Consiglio Ue fissato per il 24 e 25 ottobre che all’ordine del giorno ha inserito proprio l’emergenza legata ai migranti.
In quella sede si dovrà fare il punto anche sui finanziamenti. Non a caso, intervistato da Maria Latella su Sky, il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha evidenziato la necessità che «i costi sostenuti dall’Italia vanno contabilizzati fuori dal patto di Stabilità europea perché, se è vero che Lampedusa è la porta dell’Europa, è vero che la questione deve riguardare tutti». Mauro conferma la linea del governo: «Metteremo a disposizione tutte le risorse necessarie visto che si tratta di una missione umanitaria. È chiaro che uno sforzo comune ci consentirebbe di poter garantire anche lo smistamento dei profughi nei vari Stati e dunque la massima efficienza per l’accoglienza e l’assistenza di queste persone».

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