E’ un volto stanco e provato, ma non disperato ne’ rassegnato quello di padre Jorge Hernandez. Il parroco della chiesa latina di Gaza, dedicata alla Sacra Famiglia, poco dopo la firma della tregua nella Striscia, e’ volato a Roma per incontrare papa Francesco in Vaticano. Ora e’ rientrato in Terra Santa per riportare alla sua comunita’ il messaggio del Santo Padre.
P. JORGE HERNANDEZ, ive
Parroco latino Sacra Famiglia – Gaza
”Il Papa per tutto il tempo mi ha chiesto qual e’ la situazione in generale, per i cristiani, per i Gazawi. Lui ascoltava in silenzio, sereno, preoccupato, come se pensasse a una soluzione. Quello del Papa e’ stato tutto il tempo un enorme incoraggiamento ai cristiani a rimanere, che lui ha sintetizzato in questa frase del Vangelo: ‘essere il sale della terra’. Il sale della terra e’ sempre poco, ma ce ne e’ bisogno”.
Il parroco di Gaza e’ andato in Vaticano anche per ringraziare personalmente Francesco per la sua vicinanza durante le settimane di conflitto.
”Lui di persona ci ha inviato una mail, che noi subito abbiamo tradotto in arabo e abbiamo fatto conoscere a tutti i cristiani di Gaza, che hanno ringraziato per questo gesto delicatissimo di papa Francesco”.
Il ‘grazie’ si allarga a tutti coloro che, in tanti modi, si sono fatti ‘vicini’ alla gente di Gaza.
“Un enorme ringraziamento a tutte le persone del mondo che ci hanno accompagnato, che pregano per noi, ammalati che offrono il loro sacrificio per la pace in Terra Santa”.
Il racconto di padre Jorge da’ voce al dramma di un mese e mezzo di bombardamenti, visti con gli occhi dei cristiani della Striscia.
“Ci sono stati momenti difficili, anche di grande pericolo, momenti tra la vita e la morte, in cui abbiamo accompagnato persone che hanno avuto disgrazie. Non dimentichiamo che ci sono stati dei morti cristiani. Dunque, essendo cosi’ piccola la nostra comunita’, di 136 cattolici piu’ un migliaio di cristiani ortodossi, siamo quasi una sola famiglia. Dunque abbiamo sentito, sofferto e subito come una sola famiglia”.
Nella semplicita’ di padre Jorge si coglie la forza di chi, con coraggio, ma soprattutto sostenuto dalla fede, si rimbocca le maniche ogni giorno per la sua comunita’.
“C’e’ una montagna di lavoro da fare, che neanche noi abbiamo soppesato, perche’ non ne abbiamo avuto il tempo. C’e’ stata questa guerra, siamo potuti andare a Roma, sto tornando e neanche io so davvero da dove cominciare. Chi ha vissuto una guerra sa cosa significa il dopoguerra. Tutti in questo
momento dobbiamo essere forti e ricominciare daccapo. Non parlo solo di Gaza ma di entrambe le parti che hanno partecipato a questa guerra, anche Israele. Perche’ nessuno vince in una guerra, ognuno dovra’ pagare a modo suo le conseguenze di una guerra”.
La tregua – secondo padre Hernandez – e’ un primo passo verso la pace solo a certe condizioni.
“Noi diciamo con papa Francesco: ‘La pace e’ possibile’. La pace richiede, chiede, esige la giustizia, senza la quale non si puo’ parlare di autentica pace”.
Nel tempo lungo e complesso della ricostruzione, bisogna riscoprire – come ha chiesto anche il Papa – il senso piu’ profondo della presenza cristiana in una terra cosi’ tormentata.
“Io penso che la presenza dei cristiani in tutto il Medio Oriente, in Terra Santa, a Gaza debba essere guardato con una visione soprannaturale. Se noi togliamo questa dimensione spirituale, teologica della presenza dei cristiani, per custodire la Terra Santa, per custodire la terra di Gesu’ Cristo, non resta un bel niente. Quello e’ il fine, quello e’ il senso”.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Franciscan Media Center Custodia Terrae Sanctae