Papa Francesco nel pomeriggio di questa domenica 8 marzo visiterà un’altra periferia romana: Tor Bella Monaca. Andrà infatti nella parrocchia di Santa Maria Madre del Redentore nel quartiere che si trova nella zona est della Capitale.
La prima tappa, alle 15.45, sarà il Centro Caritas Santa Giovanna Antida che assiste malati e disabili. Alle 16 – riferisce il Vicariato in una nota – l’arrivo in parrocchia e l’incontro con i giovani e alcune famiglie in difficoltà, quindi la confessione di tre parrocchiani. Intorno alle 18 la Messa concelebrata, tra gli altri, dal cardinale vicario Agostino Vallini e dal vescovo Giuseppe Marciante.
Il parroco don Francesco De Franco racconta una comunità “con molte difficoltà” e con tante famiglie che hanno avuto in casa un’esperienza di carcere. Ma per l’arrivo del Papa “c’è un’atmosfera elettrica e ricca di curiosità”.
Il quartiere di Tor Bella Monaca conta circa 40mila abitanti. “È una comunità con tante difficoltà – spiega don Francesco -. Abbiamo un alto numero di persone agli arresti domiciliari e che hanno avuto esperienze carcerarie. Aiutiamo le famiglie com’è possibile. Mensilmente, distribuiamo 400 pacchi di viveri alimentari. Abbiamo due centri diurni che accolgono 15 ragazzi delle elementari e 12 delle medie: li andiamo a prendere a scuola, li aiutiamo nei compiti e poi li coinvolgiamo nelle
attività ricreative della parrocchia. Cenano qui da noi e poi la sera tornano a casa. Spesso, soprattutto per le famiglie che vivono momenti di forte difficoltà economica – aggiunge il parroco – contribuiamo al pagamento delle bollette e grazie a un accordo con la farmacia del quartiere sosteniamo chi ha bisogno di medicine”.
Una comunità molto attiva che comprende anche cinque comunità neocatecumenali, un gruppo scout e uno a sostegno degli alcolisti.
Chi conosce bene la storia del quartiere e della parrocchia è suor Anna Maria Tucceri, dell’ordine di Santa Giovanna Antida, responsabile del centro Caritas: “Siamo arrivate qui nel 1987 – racconta – per rispondere agli appelli della Chiesa locale. Il nostro centro all’inizio distribuiva solo viveri e indumenti. Poi si è arricchito ed ora possiamo contare su tante attività che vanno dalla sartoria, al corso di yoga, al servizio a domicilio per i malati ai gruppi di ballo e poi il centro di ascolto e il Caf”.
Fonte. Avvenire