R. – Nella Basilica dell’Annunciazione siamo già impegnati nella preghiera per le famiglie: ogni martedì, a Nazareth, preghiamo proprio per le famiglie. L’appello del Papa e anche la convocazione di un Sinodo per la famiglia nel 2014 sono stati per noi un momento di grande speranza e di grande gioia, perché è la continuazione di ciò che noi frati già facciamo qui, insieme con i cristiani locali e i pellegrini che vengono nei luoghi della Santa Famiglia. L’evento ha avuto una bella risonanza, perché proprio questa domenica – a livello parrocchiale – stiamo celebrando i 50.mi e i 25.mi anniversari di matrimonio dei nostri fedeli: la nostra minoranza cristiana si è sentita davvero privilegiata. Noi cristiani rappresentiamo soltanto il 2 per cento della popolazione in Terra Santa e avere proprio qui, nel luogo della Sacra Famiglia, l’inviato del Santo Padre, il segretario del Sinodo mons. Baldisseri, è stato un grande incoraggiamento per i cristiani del posto, per i nostri parrocchiani. Parlo anche a nome del nostro parroco, padre Amjad Sabbara: questo piccolo gregge di Terra Santa si è sentito incoraggiato. Quindi, la celebrazione oggi è avvenuta nella Basilica dell’Annunciazione, nella cui basilica inferiore si ricorda il luogo dell’Annunciazione; poi in processione siamo andati fino alla cripta della Santa Famiglia ed è stata recitata la nuova preghiera del Santo Padre, che è stata anche tradotta in arabo. E’ stata pronunciata dai cristiani locali proprio nel luogo in cui si ricorda la Famiglia di Nazareth, una preghiera per tutte le famiglie del mondo.
D. – Anche voi state lavorando sul questionario di 38 domande, in vista del Sinodo sulla famiglia?
R. – Certo: abbiamo ricevuto dalla nunziatura il questionario – anche in lingua araba – e abbiamo risposto: anche noi siamo partecipi della Chiesa e, nel luogo dove è nata, ci sentiamo tanto bisognosi dell’aiuto della Chiesa universale.
D. – Dal luogo in cui l’arcangelo Gabriele annunciò a Maria la nascita di Gesù e dove poi Cristo visse per 30 anni, fino a Piazza San Pietro, passando per le chiese di tutto il mondo, che famiglia si osserva oggi? Quali sono le sfide pastorali?
R. – Le nostre famiglie cristiane costituiscono una minoranza tra ebrei e musulmani. A volte si sentono sole. Ma penso che la sfida delle nostre famiglie – e penso soprattutto a quelle di Nazareth, poi ci sono anche i cristiani che vivono nei Territori palestinesi – siano le stesse che hanno le famiglie nel mondo. La globalizzazione ha portato le medesime difficoltà che vediamo in quasi tutte le culture: il relativismo, i mezzi di comunicazione che a volte entrano nelle famiglie e prendono più spazio del dovuto, le separazioni… Sono le difficoltà di tutte le famiglie, ma viviamo pure la loro bellezza!
D. – Papa Francesco, anche nel messaggio per la Giornata mondiale della pace, il prossimo 1° gennaio, ha ricordato che la famiglia è la “sorgente di ogni fraternità e perciò è anche il fondamento e la via primaria della pace”. Che significato assumono queste parole per la Terra Santa?
R. – Ogni società deve vivere l’umanità, la fraternità vissuta qui da Gesù, Giuseppe e Maria, dalla Sacra Famiglia. Dobbiamo vivere questo stile di Nazareth, in questa quotidianità costituita da fatti, amore, lavoro. Noi ricordiamo anche l’anniversario della visita di Paolo VI, nel gennaio ’64, tanto che nella Liturgia odierna se ne è fatto cenno. Nazareth è una scuola, una scuola per l’umanità, una scuola di ascolto, una scuola di relazioni.
D. – In diretta con Piazza San Pietro, vi siete collegati con il Santo Padre. Come attendete Papa Francesco in Terra Santa?
R. – Attendiamo la visita di Papa Francesco con molto affetto. C’è tanta attesa, perché Papa Francesco è proprio l’icona di questa vicinanza di Dio. Ricordiamo che la visita di un Papa in Terra Santa è sempre un grande incoraggiamento per i cristiani locali: non dimentichiamo che tante famiglie vanno via, soprattutto dai Territori. A Betlemme, tante famiglie cristiane hanno lasciato la zona dopo la costruzione del Muro, con molte difficoltà. Quindi è giusto che la presenza del Santo Padre sia di grande incoraggiamento.
Servizio della Radio Vaticana
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