La bimba del miracolo: i medici vogliono staccare la spina ma lei si risveglia. Il video che ha commosso il web

Ha del miracoloso il risveglio della piccola Marwa, di 1 anno appena, che ha commosso tutti con il suo sguardo ripreso nel video girato dal padre poco dopo il ritorno dall’abisso del coma, che l’ha tenuta inchiodata a un letto per due mesi, dopo che si era ammalata a causa di un virus. I medici stessi sono rimasti basiti, dato che erano intenzionati a ‘staccare la spina’, poiché ritenevano che la malattia avesse irrimediabilmente danneggiato il sistema neuronale e alcuni organi, e non vi fosse speranza di risveglio. Nel video, più sotto, le commoventi immagini.

Appesa a un filo
Fermamente convinti che non vi fossero speranze di recupero, i medici dell’ospedale La Timone di Marsiglia, dieci giorni prima del risveglio (il 4 novembre) avevano deciso di interrompere le cure e staccare le macchine che la tenevano in vita la piccola Marwa. Certo, una vita appesa a un filo, ma che per i genitori era più che sufficiente per dare loro la speranza che si risvegliasse. Ed è stata proprio la loro tenacia che, alla fine, è stata premiata. Il ricorso al tribunale per evitare che si staccasse la spina aveva dato loro ragione, i giudici avevano infatti dato ragione alla coppia imponendo ai medici di proseguire con i trattamenti.

Il risveglio
Dieci giorni dopo la decisione dei giudici, la bimba ha aperto gli occhi. Il papà ha subito girato un video che ha poi pubblicato su Facebook. Nel filmato, che mostra una piccola Marwa sofferente, ha commosso tutti quelli che l’hanno visto. Nonostante sia evidente che il cammino della ripresa sarà faticoso – e non vi sono certezze che si riprenderà del tutto – i genitori sono ottimisti, e scrivono: «Riesce ad aprire e chiudere un occhio. Le cure continuano, ma vediamo progressi ogni giorno, e questo ci dà grande speranza. Quando le parlo lei ascolta la mia voce, reagisce e a volte sorride».

Qui il video del servizio realizzato da Inside Edition.

Redazione Papaboys (Fonte salute.diariodelweb.it/Luigi Mondo)