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La boccata d’aria del bonus bebè della Lorenzin

La boccata d’aria del bonus bebè della LorenzinUna buona notizia. A causa del drammatico calo della natalità, Beatrice Lorenzin propone che il provvedimento “bonus bebè”, nato nel 2015, venga rialzato. Fosse per lei, le coppie che metteranno al mondo un bambino riceveranno un assegno doppio di quello emesso oggi dall’Inps; qualora poi decidessero di dare al primo figlio un fratellino, avranno una cifra ancora superiore.

Il bonus bebé è un piccolo aiuto ma spesso, anche solo una mano per rialzarsi, permette di rimettersi in piedi. Da sdraiato a terra non vai da nessuna parte. Il bonus bebé è una piccola cifra ma se pochi euro rivestono anche un significato simbolico, diventano molti di più. Nei condomini dove gli anziani sono più dei bambini, si moltiplicano i giardini interni con le piante preziose e i prati non calpestabili, ma così cresce l’idea della propria esistenza come serra o come museo e diminuisce quella della vita come avventura.

In molti condomini di oggi i voti a favore di uno scivolo in cortile sono merce rara. Ma così viene meno l’idea della vita come progetto, come speranza. Se in un condominio ci sono pochi bambini, quando si decide sull’uso degli spazi comuni, i condomini-genitori hanno meno influenza.

Il bonus della Lorenzin è piccolo, si parla di passare da 160 euro a 240: 80 euro sono pochi ma, simbolicamente, sono tanti. La speranza è il motore alla base del Pil non dimentichiamolo. La speranza è un indice fondamentale per leggere lo stato di salute di una società. Qui vivo bene al punto che ci farei stare i miei figli: ecco cosa sono gli scivoli in giardino. Senza speranza non si inizia, e se non si inizia non si va avanti. È come il pomeriggio di quando avevamo tanti compiti: finché non iniziavamo a studiare, rimaneva tutto bloccato, il tempo passava e i compiti avevano il potere di lievitare e di diventare un macigno.

Fare la domanda all’Inps per il bonus bebè, equivale ad aprire il primo libro di quei pomeriggi disperati. La volontà di avere dei figli muore innanzitutto non per motivi ideologici ma per mancanza di soldi, di case, di asili, di lavoro. Di aria. Se l’aria non c’è, la colpa non è di chi muore asfissiato. Se posso contare su un piccolo aiuto, comincio a crederci, a sollevarmi e, quindi, a farcela. Chiunque sa che il calo demografico non si combatte solo con il bonus bebè ma il bonus bebè è come aprire una finestra: intanto l’aria entra e si respira.

Di Don Mauro Leonardi

Articolo tratto da L’Huffingtonpost


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