Da oggi in poi tutti i sacerdoti del mondo, non soltanto i «missionari della misericordia», potranno assolvere le donne che hanno interrotto una gravidanza dal “peccato di aborto”. “Un grave peccato” ha specificato Papa Francesco anticipando la novità. L’apertura che era stata temporaneamente disposta in occasione dell’Anno Santo è destinata a diventare stabile. Di pari passo si dovrà adeguare anche il Codice di Diritto Canonico. Allo stesso modo Bergoglio, chiudendo il Giubileo, ha istituito anche una giornata per i poveri (che si celebrerà a novembre) e concesso ai sacerdoti lefebvriani di amministrare le assoluzioni sacramentali. Nonostante siano scismatici il Papa le ritiene pienamente valide.
Le novità sono contenute nel documento di fine Anno Santo intitolato Misericordia et misera, un titolo preso dalle due parole che sant’Agostino utilizza per raccontare l’incontro tra Gesù e l’adultera. «Non poteva trovare espressione più bella e coerente di questa per far comprendere il mistero dell’amore di Dio quando viene incontro al peccatore: Rimasero soltanto loro due: la misera e la misericordia». Il cammino che Bergoglio indica va nella direzione della Chiesa da campo, aperta ai peccatori, agli ultimi, al reintegro di tutti coloro che si sentono pentiti del male fatto.
La novità più rilevante riguarda l’aborto. Offrendo il perdono così allargato per l’aborto, il Papa ricorda che è un peccato grave ma che la misericordia di Dio è più forte. Per la Chiesa ci sono alcuni peccati gravi – tra cui l’aborto – che a livello canonico sono puniti con la scomunica. «Chi procura l’aborto, nei casi si raggiunga l’effetto, incorre nella scomunica latae sententiae» (canone 1398), cioè senza che ci sia bisogno di pronunciarla per ogni singolo caso.
Ovviamente, per incorrervi, si presuppone una decisione compiuta in piena libertà e avvertenza, e con la conoscenza che, al peccato di aborto, sia annessa la scomunica o, almeno, una particolare penalità. Il Papa nel documento sulla Misericordia ricorda che “nessun ostacolo si può interporre tra la richiesta di riconciliazione e il perdono di Dio.
«Ecco perchè – scrive Papa Bergoglio – concedo d’ora innanzi a tutti i sacerdoti, in forza del loro ministero, la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto. Quanto avevo concesso limitatamente al periodo giubilare viene ora esteso nel tempo, nonostante qualsiasi cosa in contrario. Vorrei ribadire con tutte le mie forze che l’aborto è un grave peccato, perché pone fine a una vita innocente. Con altrettanta forza, tuttavia, posso e devo affermare che non esiste alcun peccato che la misericordia di Dio non possa raggiungere e distruggere quando trova un cuore pentito che chiede di riconciliarsi con il Padre. Ogni sacerdote, pertanto, si faccia guida, sostegno e conforto nell’accompagnare i penitenti in questo cammino di speciale riconciliazione».
Nell’Anno del Giubileo, infine, il Papa aveva concesso ai fedeli che per diversi motivi frequentano le chiese della Fraternità San Pio X (i lefebvriani) di ricevere validamente e lecitamente l’assoluzione sacramentale dei loro peccati. «Per il bene pastorale di questi fedeli, e confidando nella buona volontà dei loro sacerdoti perché si possa recuperare, con l’aiuto di Dio, la piena comunione nella Chiesa Cattolica, stabilisco per mia propria decisione di estendere questa facoltà oltre il periodo giubilare».
di Franca Giansoldati per Il Messaggero