Una preghiera sul palco di Sanremo e un album che è un inno al rispetto per la natura e al ritorno ai valori semplici. Così Arisa torna per la sesta volta sul palco dell’Ariston , in gara al Festival di Sanremo (9-13 febbraio), con il brano Guardando il cielo, scritta come gli altri successi da Filippo Anastasi, che darà il titolo un omonimo album, in uscita il 12 febbraio su etichetta Warner Music.
«Prima di dormire io che ho preso tutto da mia nonna faccio una preghiera a Dio / potrà sembrarti rituale però a me da serenità», canterà in gara Arisa con voce cristallina, con la «certezza che ci sia / una realtà che va al di là di questa comprensione mia».
Un tocco autobiografico, ha spiegato oggi alla stampa la cantante lucana: «Seguo l’insegnamentto di mia nonna, anche se io mi rivolgo all’universo. Anche questa canzone per me ha la forza di una preghiera: tante volte in cui mi sono sentita in difficoltà, mi ha dato serenità. L’immensità del cielo per me ha un effetto rasserenante».
Al tema della salvaguardia dell’ambiente è quindi dedicata la canzone Gaia. «Lo diceva già San Francesco nel Cantico delle creature e papa Francesco nella sua enciclica. Al di là se uno creda che tutto ciò sia stato creato da Dio o da una energia esplosiva, questo magico reale ha bisogno di cure».
Un ritorno alla natura quello di Arisa (all’anagrafe Rosalba Pippa), che racconta di avere riscoperto il valore della campagna da cui arriva (a Pignola, piccolo centro vicino a Potenza), e la passione per la natura grazie a «mio padre che è contadino, coltiva il grano con amore e alleva gli animali rispettandoli», in cui ognuno di noi può fare il suo, «io ad esempio mi muovo solo in bicicletta o a piedi, uso abiti riciclati e quando passeggi raccolto e getto via gli oggetti non biodegradabili». Sia che canti l’attaccamento ai suoi genitori, «che sono la forza che mi regge in piedi» nella delicata L’amore della mia vita, o il quartiere cinese di Milano in cui abita (Voce), passando dalla dance di Come fosse ieri o alla fine per Arisa a trionfare deve essere il Cuore, come l’omonimo bravo di Rita Pavone che porterà a Sanremo la sera de cover.
di Redazione Papaboys fonte: Avvenire on line
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