Italiae et Ecclesia

La certezza di Padre Pio: è il Santo Rosario l’arma della vittoria contro l’inferno!

Padre Pio da Pietrelcina chiamava «arma» la corona del Santo Rosario.

Capitò una volta che un frate, aiutando Padre Pio ad andare a letto, sentì chiedersi dal Padre:

«Prendimi l’arma nella tasca dell’abito». 

Il frate, sorpreso, guardò se nelle tasche dell’abito di Padre Pio ci fosse realmente un’arma, e poi disse al Padre:

«Padre, non c’è nessun’arma nelle tasche del vostro abito».

Ma Padre Pio insistette:

«Vedi bene che c’è, prendila e dammela».

Il frate infilò di nuovo le mani nelle tasche dell’abito, tirò fuori la corona del Rosario, e disse a Padre Pio:

«Ma, Padre, non c’è nessun’arma nella tasca dell’abito, c’è soltanto la vostra corona del Rosario!». «E quella che cos’è? Non è forse l’arma?».

Sì, il Santo Rosario è anche questo: è un’arma. 

Ovviamente, è un’arma particolare, perché è un’arma di vittoria della grazia e della pace, un’arma di vittoria della virtù e della carità, un’arma di vittoria della vita e dell’amore. Il Rosario è un’arma, infatti, contro gli egoismi e le passioni, contro gli istinti e le tendenze cattive, contro le tenebre e le forze malvage che operano a danno delle anime, a rovina degli uomini.

San Pio stesso raccontò una volta la visione di un fatto straordinario.

 

Si era egli affacciato alla finestra del coro e aveva visto una piazza piena di nemici che gridavano furiosamente: «A morte! A morte!…». Impauritosi, Padre Pio si rivolse subito alla Madonna per sapere che cosa fare in quel frangente, e per chiederle aiuto contro quelle minacce di morte. E la Madonna gli mise fra le mani la corona del Rosario con cui difendersi, manovrandola come un’arma. Allora Padre Pio si affacciò di nuovo alla finestra con la corona del Rosario fra le mani, nell’atto di puntarla sulla folla inferocita: e vide subito tutti quei nemici cadere a terra, abbattuti.

Padre Pio comprese bene, allora, quale potenza avesse l’arma del Rosario per difenderci dai nemici, per far vincere il bene sul male, la vita sulla morte, la grazia sul peccato, la pace sulla guerra, la verità sugli errori, la carità sull’odio. Che cosa non può ottenere di bene quest’arma benedetta? Sulla terra e nel Purgatorio, in vita e in morte, nelle tentazioni e nelle prove, dovunque ci sia da vincere difficoltà, da evitare pericoli, da respingere insidie, la corona del Rosario è sempre pronta per essere adoperata come arma di grazia, come arma della Regina di tutte le vittorie!

Senza quest’arma siamo sconfitti 

Ricordiamo come a santa Teresina piaceva visitare, a Parigi, la Chiesa dedicata alla Regina delle vittorie, che è appunto la Regina del Santo Rosario; e la stessa Santa assicura che, su questa terra, per quanto gravi siano gli assalti dei nemici, «finché il Rosario sarà recitato, Dio non potrà abbandonare il mondo, perché questa preghiera è potente sul suo cuore».

San Massimiliano Maria Kolbe, l’apostolo mirabile dell’Immacolata, definiva il Rosario «una preghiera semplice e sublime» che l’Immacolata stessa ci ha indicato a Lourdes e che deve diventare «la spada» di ogni devoto della Madonna, a richiamo biblico della «spada» dell’eroica Giuditta che tagliò la testa del terribile Oloferne, salvando il suo popolo dalla distruzione, così come a Lepanto, nel 1571, la cristianità si salvò con il Rosario dall’invasione mussulmana.

Anche la serva di Dio Edwige Carboni, una mistica stimmatizzata dei nostri tempi, affermava che il Santo Rosario è «l’arma invincibile, contro la quale si spuntano anche le armi più affilate di satana»; e poiché la Serva dì Dìo usava spesso quest’«arma invincibile», il diavolo cercava di farle dispetti, rubandole la corona o spezzandogliela fra le mani.

Perché non ìmparare dai Santi ad usare quest’arma della vittoria? Quante sconfitte e rovine avremmo potuto evitare, sia personalmente che collettivamente, se avessìmo fatto sempre ricorso a quest’arma! Anche l’ultima guerra degli Stati Uniti e dell’Inghilterra contro l’Iraq sarebbe stata evitata se tutta la Chiesa avesse obbedito al papa Giovanni Paolo II, il quale raccomandava, con passione, la recita del Santo Rosario per salvare la pace nel mondo. Ma, invece di riempire le chiese per recitare i Rosari, quasi tutti i cristiani hanno preferito riempire le strade e le piazze per fare cortei ricchi di slogans risuonanti anche invettive e maledizioni, minacce e insulti di odio feroce.” Senza l’arma della vittoria, noi siamo destinati alla sconfitta!

di Francesco Rossi

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