L’intervento prende le mosse dal “Rapporto Giovani”, l’indagine promossa dall’Istituto Toniolo che ambisce a costituire un’ampia e articolata fonte informativa sulle nuove generazioni italiane e sulle trasformazioni in atto nella società in cui vivono. L’obiettivo del Rapporto è quello di fornire uno strumento che consenta di restituire una conoscenza solida dei cambiamenti in corso e del loro impatto sulla vite delle persone e delle famiglie, con particolare riferimento alla complessa realtà dei giovani e alla transizione all’età adulta. Dopo una panoramica generale sui principali risultati emersi dall’indagine riguardanti i settori del lavoro, della comunicazione, della partecipazione politica e della famiglia, l’attenzione verrà posta maggiormente sul tema del volontariato o più genericamente della partecipazione dei giovani, veicolo, oggi più di ieri, di conoscenza, cambiamento e opportunità. Il volontariato, e la partecipazione più in generale, è strumento di cittadinanza e di costruzione di cittadinanza, anche in quanto ristabilisce, o potrebbe o dovrebbe ristabilire, equità tra le generazioni sociali e giustizia tra le diverse fasce sociali. Il principale motivo per cui è importante lavorare per far crescere e qualificare la partecipazione dei volontari (e tra essi dei giovani volontari) è connesso alle possibilità di cambiamento, sviluppo ed innovazione che la loro azione potrebbe produrre a beneficio della propria associazione e dell’intera comunità. I giovani sono i principali responsabili di questo cambiamento nelle società contemporanee: attori sociali in grado di giocare un ruolo determinante; è in loro che si sedimentano le nuove tendenze destinate, nel tempo, ad estendersi alla famiglia, alle generazioni adulte, all’intera società.
L’intervento mira a focalizzare la piattaforma giuridica che regge l’azione di promozione, valorizzazione e sostegno della partecipazione giovanile, posta in essere da alcuni soggetti chiave, pubblici e privati, con una particolare attenzione agli enti e alle istituzioni confessionali, e alle soggettività del Terzo settore. Dopo una veloce rassegna dei principi costituzionali investiti e delle principali fonti normative richiamate, l’attenzione verrà posta sullo “strumentario” tecnico-giuridico che l’ordinamento offre ai suddetti attori, per cogliere gli aspetti virtuosi e le problematiche che s’appalesano, specie laddove vengono a intrecciarsi le regole di diritto comune, quelle di diritto speciale pattizio ed altresì quelle di diritto unilaterale speciale del non profit. Tra i diversi spunti di riflessione che suscitano queste particolari situazioni d’interazione normativa, s’insisterà, in particolare, su quelli che scaturiscono dal tema cruciale dei margini di cooperazione fra poteri pubblici, enti confessionali e esponenzialità del “privato sociale” che questa complicata cornice regolatoria delinea, e dell’apporto ermeneutico e delle direttrici che offrono su questo stesso tema la prassi e la giurisprudenza amministrativa. di Marco Dell’Oglio.
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