Sono venuto nel febbraio o marzo 1992 come protestante. Ma la Madonna…
Padre John Baughton è nato protestante. Ha studiato medicina. Ha letto un libro su Medjugorje che poi ha deciso di visitare e questo ha cambiato la sua vita. Si è convertito al cattolicesimo ed è diventato prete.
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La prima volta ho sentito parlare di Međugorje nel 1991 in autunno. Sono venuto nel febbraio o marzo 1992 come protestante. Studiavo per diventare medico, all’età di 28 anni e sono appena tornato all’università. Un mio amico del Texas, anche protestante, cresciuto come protestante, ha notato la conversione di un conoscente, Jeff Reed, che ora gestisce la fondazione umanitaria di St.David’s Relief.
Ha notato un cambiamento in Jeff, gli si è letteralmente avvicinato e gli ha detto: Jeff, che cosa ti è successo? Lo voglio anche io! Perché Jeff coltivava in sé una pace che non aveva mai avuto prima. Il mio amico Robert ed io eravamo al suo ranch nel Colorado e parlavamo e poi ha detto: John, non so cosa pensare, ma vedo un cambiamento radicale nel mio amico Jeff e lui mi ha dato il libro su Međugorje di Wayne Weible. Leggilo e dimmi cosa ne pensi.
Ed è allora che ho sentito parlare di Međugorje per la prima volta. Siamo cresciuti insieme, siamo stati i migliori amici per tutta la vita, ma non abbiamo mai parlato di religione. Parlavamo, rincorrevamo insieme le ragazze, andavamo a caccia insieme, bevevamo insieme, ma non parlavamo mai di religione.
Facevamo insieme anche i chierichetti nella Chiesa episcopale, ma non avevamo mai parlato della fede finché non mi ha dato quel libro. Lui non sapeva che io in quel periodo mi stavo ponendo grandi domande della vita, all’età di 28 anni: Perché sto sentendo un vuoto così grande nel mio cuore? Anche se ho tutto ciò che il mondo mi può offrire e sto andando alla Facoltà di Medicina, perché mi sento così vuoto?! Che cosa sta succedendo?
E poi mi ha dato quel libro, eh, è stato un grande inizio, abbiamo iniziato a parlarne di più e mi ha chiesto: Cosa ne pensi? Ho detto: Sono possibili tre cose: O è del demonio, o sono pazzi, o è tutto vero.
Ho un po’ di esperienza militare; ero ufficiale della marina nelle unità di riserva e, grazie all’esperienza militare, ho detto che questo non poteva essere del diavolo perché lui non avrebbe mai detto al suo nemico, cioè non ci avrebbe mai indirizzato al suo nemico per la confessione, la Santa Messa, la preghiera, il rosario, per qualcosa che all’epoca non conoscevo.
Lui non ci avrebbe mai detto di vivere queste cose, quindi non poteva venire da lui. Ci sono sei bambini, com’è possibile che tutti siano matti?! Neanche questo non ha senso. Dunque, dev’essere vero e Robert mi ha guardato e ha detto:
Amico, penso che tu abbia ragione. Lo penso anch’io. Dobbiamo andare lì! Io gli ho detto: “Ok, andiamoci!” Non posso dire di essere venuto con delle aspettative perché veramente non sapevo cosa aspettarmi. Ho letto il libro di Wayne Weible e tutto ciò che sapevo. In effetti, era anche un momento molto strano per venire qua.
Era l’inizio del 1992, pressappoco in febbraio, marzo 1992, e Jeff Reed ha detto: “Va bene, andiamo, ma padre Svetozar ci prega di portare con noi delle attrezzature mediche.” A quell’epoca sapeva che si stava avvicinando la guerra. E così, tutti noi, Jeff e un gruppo di carismatici messicani del Texas occidentale abbiamo raccolto un po’ di attrezzature mediche e le abbiamo portate nelle valigie attraverso Belgrado fino a Sarajevo e poi fino a Međugorje.
In teoria eravamo dei contrabbandieri, non in teoria, noi le abbiamo veramente contrabbandate ed è una storia interessante. Ci hanno scoperto e il mio amico Robert ed io abbiamo visto il potere del rosario manifestarsi quel giorno. Anche se avevano trattenuto Robert nella corsia d’emergenza, pronti a metterlo in prigione, il rosario ha funzionato in qualche modo, abbiamo visto le piccole “abuelas”, cioè le nonnine del Messico e del Texas, che pregavano allo stesso tempo il rosario, poi la comandante della guardia è scesa e ha visto la lettera in inglese con un timbro a secco in rilievo che era anche in inglese e con l’intestazione dell’ambulatorio veterinario, che ci dava il permesso di portare l’attrezzatura e lei è passata con il dito sopra il timbro, ha alzato il dito e ha sgridato il suo collaboratore che ci aveva fermato.
È stato il primo segnale della forza del rosario, come se ci fosse qualcosa. Ma non so ancora cosa. Poi siamo arrivati a Međugorje. Dopo alcuni giorni e alcune altre storie, ed è stata una bellissima esperienza sperimentare e vedere cosa fa il rosario, vedere e incontrare la Madonna perché come protestanti noi non conoscevamo la Madonna.
No, l’abbiamo conosciuta qua. È stato anche molto speciale conoscere Gesù nel Santissimo Sacramento. C’erano anche le adorazioni e sebbene non ci fosse quasi nessuno, penso che noi fossimo l’unico gruppo di pellegrini in quel luogo. Tuttavia, le adorazioni ci sono state e frate Slavko era presente come anche frate Svetozar.
Nonostante la guerra fosse in vista, era un luogo molto tranquillo e si poteva sentire la differenza. Sono andato a questo primo pellegrinaggio chiedendo a Dio cosa voleva che io facessi della mia vita, frequentavo l’Università di Medicina, sono tornato a studiare, ho capito che dovevo chiedere a Dio e smettere di dirgli cosa volevo io, quindi gli ho chiesto cosa voleva Lui ed è successo un momento speciale sul monte Podbrdo, dove ho finalmente firmato in qualche modo un assegno in bianco a Gesù dicendogli: Va bene, Signore, farò tutto quello che vuoi, diventerò persino, e ho pensato alle cose più folli che potessi immaginare, sarei persino diventato un francescano in Bosnia.
Non so nemmeno chi siano, non so cosa facciano, ne ho appena incontrato uno qualche giorno fa, ma farei anche questo se Ti piacesse. In quella pace che è scesa poi su di me, in quel momento, io non pensavo di diventare francescano, diventare francescano, ma col passare del tempo, da quando sono tornato a casa dal pellegrinaggio, ho iniziato a rendermi conto attraverso la guida spirituale che quella era la vera vocazione di consegnare completamente la mia vita al Signore, ma non ero ancora sicuro sulla questione della Chiesa cattolica.
Quindi la prima battaglia è stata la consapevolezza che la chiamata nella Chiesa cattolica significherebbe interrompere la relazione con la mia ragazza se davvero diventassi un prete lì. Perché, quando ero episcopaliano, pensavo: Beh, avrei potuto avere entrambe le cose.
E questo è un po’ più serio, ma quando mi sono reso conto che dovevo agire secondo la verità, ho detto: Va bene, questo è ciò che tu vuoi, Dio, andiamo! Tuttavia, per grazia di Dio la Chiesa cattolica nella sua saggezza non permette ai nuovi convertiti di entrare in qualsiasi ordine o diocesi per almeno due anni.
Con la provvidenza di Dio e con l’aiuto della Madonna
ho trascorso quel tempo, la maggior parte di quel periodo di due anni, qui a Međugorje guidando durante la guerra i convogli per la fondazione umanitaria di St.Davids Relief.Quindi qui ero sotto la guida di fra Svetozar e fra Slavko per quasi due anni. Dunque i miei primi due anni da cattolico sono stati in questa parrocchia. Ed era meraviglioso perché ho potuto letteralmente guardare giorno per giorno, a volte anche più volte al giorno, i frutti del paradiso e dell’inferno allo stesso tempo.
Noi lasciavamo quella piccola e tranquilla terra di Međugorje e partivamo per Mostar, poi andavamo su, fino a Zenica e Tuzla e nei luoghi a, intorno e al di fuori di Sarajevo e affrontavamo i frutti dell’inferno. Poi tornavamo e osservavamo i frutti del cielo. Poi guardavo i frati come affrontavano tutte le sfide. Uno dei miei eroi, fra Leonard Oreč, che riposi in pace, ricordo il giorno, in cui i musulmani e i Croati hanno firmato una tregua.
Quel giorno mi ha chiamato e ha detto: John, riempi tutti i tuoi camion e radunane ancora alcuni, andiamo nella parte orientale di Mostar, nella Mezzaluna Rossa, gli daremo tutto il necessario e dimostreremo che siamo per la pace. E ho detto… ricordo come eravamo nella parte orientale di Mostar con Leonard nella suo abito marrone e un bambino piccolo mi prendeva per la mano perché, sapete, io all’epoca ero un civile e diceva: “Questo tizio è pazzo, ci sono cecchini intorno a noi dappertutto e lui indossa l’abito!”
Questo è…ed ho capito, questo è il senso dell’essere francescano e questo mi ha fortemente formato, vedere una tale spiritualità. Non immaginavo come dovesse essere la vita religiosa all’interno, non avevo nessuna idea, ma nel mio cuore sapevo di aver avuto la vocazione per diventare frate.
Mi hanno invitato ad entrare qui nella Provincia, ero onorato dell’invito, ma nel mio cuore sapevo in qualche modo che ero chiamato a tornare negli Stati Uniti. Non sapevo dove e fra Svetozar mi ha parlato di quel gruppetto, e come la guerra si stava calmando, agli inizi del ’95, sapevano che ci saremmo trasferiti, non era più necessario rimanere qua e gli ho chiesto: Padre, dove vado?
So che non sono stato chiamato a restare qua. Ha detto: Perché non guardi un po’ quel piccolo e insolito gruppo di frati del Bronx? E così ho conosciuto la comunità a cui appartengo oggi. Ogni volta che qualcuno dice “SÌ” a Gesù, grazie alla mediazione della Madonna, si apre un posto per Dio che poi può agire nel suo cuore e incoraggiarlo.
La mia teoria, che non è così umile perché neanch’io sono così umile, ma secondo la mia teoria Međugorje ha un carisma tramite cui la Madonna invia numerosi comandi di partenza alle sue truppe e le dispone per tutto il mondo per poter fare ciò che vuole il Signore e per essere la luce dell’amore di Gesù Cristo in questi tempi bui.
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Lei gioca a scacchi e chiama le persone, gli dà gli incarichi e quella persona può aprire il suo cuore o no. E quando lo apre, succedono grandi cose. Un prete domenicano, fra Giles Dimock, degli Stati Uniti, ha parlato una volta di Međugorje ed era forse 15-20 anni fa. Ha detto: Sai, Međugorje ha una cosa interessante, l’80% delle persone attive nelle loro parrocchie sono state commosse da Međugorje.
Dice: C’è un altro fatto interessante – pare che non si impauriscano, come se non si scoraggiassero quando si confrontano con la parte umana nella chiesa di Gesù.
Non è questo ciò di cui abbiamo bisogno al giorno d’oggi? Le persone sanno superare la tempesta, questo è ciò che vedo, I’ho visto in modi molto diversi. Potrei raccontare così tanti aneddoti ed avvenimenti diversi, ma tutto questo lo vedo come una grazia speciale di Međugorje.
Tutti devono impegnarsi a mettere in atto la propria fede, sapete, noi non abbiamo ricevuto il dono della fede, non abbiamo ricevuto queste mediazioni della fede, molte cose alle quali ci invita la Madonna, il rosario, la confessione, l’esperienza dell’Eucarestia, la lettura della Sacra Scrittura, il digiuno. La Madonna non ci richiede queste cose affinché noi diciamo: Oh, vedi come sono bravo a fare tutto questo e poi…sapete, come mettere un trofeo sul muro. Ehi, non è meraviglioso ciò che faccio?! No, questi sono i mezzi, queste sono le armi, noi dobbiamo usare queste cose ed entrare in una lotta spirituale e combattere.
Se uno si guarda intorno e vede cosa sta succedendo nel mondo e pensa che non ci sia una lotta, ha gli occhi chiusi e le orecchie tappate. Dobbiamo essere attivi, dobbiamo uscire fuori, dobbiamo annunciare la verità e l’amore, le cose che la Madonna ci invita a fare. Questi 5 sassolini di cui predica così bene padre Jozo.
Questi sono mezzi con uno scopo, Per fare posto a Gesù Cristo, per lasciargli il primo posto nei nostri cuori, in modo che possiamo individualmente, in qualunque modo ci ispiri lo Spirito Santo, agire, uscire e portare la luce di Cristo alle altre persone.
Per nessun altro motivo! Se non facciamo così,allora seppelliamo i talenti sotto terra e non usiamo ciò che ci ha dato Dio. Dobbiamo essere attivi! Come qualcuno che viene a casa e riceve l’abbraccio della madre, questo è sempre importante e necessario. Tornare nel centro da dove è cominciato tutto e ricordarci, dobbiamo ricordare da dove ci ha portato Dio per salvarci.
Tuttavia, come prete, ma anche come un laico che veniva a Međugorje per confessarsi, è un’esperienza molto potente! Ora che mi trovo dall’altra parte del confessionale con l’autorità di partecipare a questo atto intimo dell’attività di Gesù con le anime che si susseguono una dopo l’altra, questo mi rende umile, è indescrivibile, energizzante, un’esperienza bellissima!
Qui ci sono molti pesci grandi, come dicono… Sapete, i pesci piccoli sono quelli che vanno alla confessione ogni settimana o due. I pesci grandi sono quelli che ne erano lontano da 50 anni. Sapete, molti pesci grandi vengono qua! Di cosa si tratta? È la grazia della conversione, che si riversa qui in flussi. È meraviglioso!
Per un prete è energizzante e ti dà speranza. Vedete così tanti giovani che vengono qui e affidano la propria vita a Dio e, spero, firmano un assegno in bianco al Signore e dicono: Fai di me ciò che vuoi e ovviamente permettono alla Madonna di aggiungere la firma su questo assegno perché nessuno di noi ha abbastanza soldi sul conto bancario, quindi lo consegnano al Signore. Lo noto quando parlo con giovani e veterani che sono stati qua tante volte.
E non si tratta solo di una chiamata alla vita religiosa, ci sono anche vocazioni secondarie. Come prete sento spesso le persone chiedere: Come posso tornare nella mia parrocchia e diventare attivo? Cosa posso fare quando torno? In qualche modo risolvono tutti questi problemi e questo conferma ciò che avevo notato del carisma di Međugorje: la Madonna che dà numerosi ordini alle sue truppe a tutti i livelli inviandoli nel mondo.
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