Consacrazione a Gesù Cristo per le Mani di Maria-. Nel corso del suo lungo pontificato, nelle più diverse situazioni, egli aveva i propri occhi rivolti costantemente alla Madonna. Ha approfittato delle occasioni solenni o intime, delle visite a grandi santuari e piccole chiese, di forum internazionali o di incontri privati per rinnovare sempre la sua “consacrazione a Cristo per le mani di Maria” (Redemptoris Mater 48). Egli ha scelto questo mezzo per far vedere al mondo il proprio amore alla Vergine Maria e il suo desiderio di vivere fedelmente questo compromesso di fedeltà alla sua devozione mariana. E così ha fatto fino alla fine della sua vita. Da dove ha tratto e dove ha trovato i fondamenti per questa radicata devozione a Nostra Signora? Senza dubbio nella Tradizione Cattolica e negli esempi di vita di numerosi santi. Tuttavia, la mariologia di Giovanni Paolo II è stata beneficamente influenzata, soprattutto, da San Luigi Maria Grignion de Montfort (1673 – 1763) che affermava: “Tutta la nostra perfezione consiste nell’essere conformi, uniti e consacrati a Gesù Cristo. Perciò la più perfetta di tutte le devozioni è incontestabilmente quella che ci conforma, unisce e consacra più perfettamente a Gesù Cristo”. Ora, essendo Maria la creatura più conforme a Gesù Cristo, ne segue che, tra tutte le devozioni, quella che consacra e conforma di più un’anima a Nostro Signore è la devozione a Maria, sua santa Madre, e che più un’anima sarà consacrata a lei, più sarà consacrata a Gesù Cristo ( Trattato, 120 – in Rosarium Virginis Mariae 15).
“Il Rosario: la mia preghiera prediletta!”-. “Il Rosario è la mia preghiera prediletta. Preghiera meravigliosa! Meravigliosa nella sua semplicità e profondità”. Queste parole di Giovanni Paolo II, pronunciate il 20 ottobre 1978, una settimana dopo essere stato eletto Papa, aiutano a mostrare atteggiamenti di una spiritualità che egli viveva e che prese corpo durante il suo pontificato. In quel periodo, egli approfondò e maturò la sua devozione a Nostra Signora e ne faceva sempre mostra: recitava costantemente il rosario. Spesso lo si vedeva recitare devotamente il rosario nei momenti di pausa, nei suoi spostamenti nel papamobile, negli incontri più lunghi con i giovani, mentre essi suonavano per lui, e nelle ore di raccoglimento davanti al Santissimo Sacramento o davanti ad una statua di Nostra Signora. Le sue numerose e importanti attività non sono mai state un ostacolo che gli hanno impedito di recitare il rosario. È diventato un fatto noto che nelle udienze che concedeva o nelle visite che faceva, il dono che più faceva era sempre un rosario, anche se la persona non era cattolica o non avesse alcuna Fede. Egli è arrivato persino ad affermare che “mai come nel Rosario il cammino di Cristo e quello di Maria appaiono uniti così profondamente. Maria vive soltanto in Cristo e in funzione di Cristo”.
Anno del Rosario, anno per il Rosario-. Giovanni Paolo II scrisse nella Lettera Apostolica “Rosarium Virignis Mariae”: “sull’onda della riflessione offerta nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte, nella quale ho invitato il Popolo di Dio, dopo l’esperienza giubilare, a « ripartire da Cristo », ho sentito il bisogno di sviluppare una riflessione sul Rosario, quasi a coronamento mariano della stessa Lettera apostolica, per esortare alla contemplazione del volto di Cristo in compagnia e alla scuola della sua Madre Santissima. Recitare il Rosario, infatti, non è altro che contemplare con Maria il volto di Cristo. A dare maggiore rilevanza a questo invito, […], desidero che questa preghiera nel corso dell’anno venga particolarmente proposta e valorizzata nelle varie comunità cristiane. Proclamo, pertanto, l’anno che va dall’ottobre di quest’anno all’ottobre del 2003 Anno del Rosario”.
Costante Apostolato attraverso Maria-. Papa Giovanni Paolo II volle sempre lasciare chiaro dinanzi a tutti la propria devozione a Nostra Signora. Questa devozione era una sua forma di camminare nella santificazione, senza dubbio, ma i suoi effetti avevano come corollario il fare l’apostolato, attrarre più anime per Cristo. Egli sapeva che gli esempi influenzano, entusiasmano e trascinano. Giovanni Paolo II trovò nell’esercizio di questa devozione un modo per dimostrare, allo stesso tempo, il suo apprezzamento per la Vergine Maria e per praticare una catechesi mariana, raggiungendo così un maggior numero di anime che potessero aprire i loro cuori a Gesù Cristo. Tutti sapevano che dopo la sua elezione come Papa – come faceva già in Polonia – non ha mai abbandonato la pratica della devozione dei primi sabati, secondo la richiesta di Nostra Signora ai pastorelli di Fatima. Egli volle dimostrare la sua devozione a Nostra Signora quando attribuì all’intercessione di Maria il fatto di essere sopravvissuto all’attentato che lo colpì in Piazza San Pietro il 13 maggio 1981, una data particolarmente associata alle apparizioni della Vergine di Fatima.
Alle udienze pubbliche-. Egli fece uso delle udienze pubbliche dei mercoledì, sempre molto frequentate, per diffondere le glorie di Maria e per propagare la devozione a Lei. Tra gli anni 1995 e 1997, in 58 di queste udienze, il Sommo Pontefice ebbe Nostra Signora come argomento costante. Con una didattica semplice e diretta, capace di raggiungere qualsiasi livello di cultura, egli concedette a tutti coloro che ebbero conoscenza di queste omelie, un’incursione attraverso diversi e svariati temi che costituiscono la mariologia. In una di esse, Giovanni Paolo parlò della “Devozione mariana e il culto delle immagini”.
Fu allora, un’occasione per affermare: “Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna…(Galati 4,4). Il culto mariano si fonda sull’ammirevole decisione divina di legare sempre, come ricorda l’apostolo Paolo, l’identità umana del figlio di Dio ad una donna, Maria di Nazaret. Il mistero della maternità divina e della cooperazione di Maria nell’opera redentrice suscita nei credenti di tutti i tempi un’atteggiamento di lode, sia verso il Salvatore sia verso Colei che Lo generò nel tempo, cooperando così nella redenzione. Un ulteriore motivo di riconosciuto amore verso la Beata Vergine è offerto dalla sua maternità universale. Nell’averLa scelta come Madre dell’umanità intera, il Padre celeste volle rivelare la dimensione, per così dire materna, della Sua tenerezza divina e della Sua sollecitudine per gli uomini di tutte le epoche”. In un’altra di queste udienze dei mercoledì, Giovanni Paolo II ha parlato de “La preghiera di Maria”. Il Papa concludeva così la sua riflessione:”Avendo ricevuto da Cristo la salvezza e la grazia, la Vergine viene chiamata a svolgere un ruolo rilevante nella redenzione dell’umanità. Con la devozione mariana i cristiani riconoscono il valore della presenza di Maria nel cammino verso la salvezza, rivolgendosi a Lei per ottenere ogni genere di grazie. Essi sanno soprattutto che possono contare sulla sua intercessione materna, per ricevere dal Signore [tutto] quanto è necessario allo sviluppo della vita divina e all’ottenimento della salvezza eterna. Come attestano i numerosi titoli attribuiti alla Vergine e i numerosi pellegrinaggi ininterrotti ai santuari mariani, la fiducia dei fedeli nella Madre di Gesù li spinge a invocarLa nei bisogni giornalieri. Essi sono certi che il suo cuore materno non può rimanere insensibile alle miserie materiali e spirituali dei suoi figli”.I misteri di Luce-. Se vogliamo completare un po’ di più il profilo mariano dell’anima di Giovanni Paolo II, sarebbe bello ricordare che egli scrisse l’enciclica “Redemptoris Mater” ed anche la lettera apostolica “Rosarium Virginis Mariae”. Questi scritti comprendono un insieme di pensieri, meditazioni e affermazioni di un Papa che aveva già camminato abbastanza sulla strada di Maria. Essi portano riflessioni di un cuore che si innamorò della Santa Madre di Dio, la Vergine Maria. Come corollario di queste meditazioni sul Rosario, il Papa vi aggiunse un nuovo insieme di cinque misteri. Essi formano la quarta parte del Rosario e ricevettero il titolo di “Misteri Luminosi” o “Misteri della Luce”. “Quando recita il Rosario, la comunità cristiana si sintonizza col ricordo e con lo sguardo di Maria”. (RVM) I cinque misteri aggiunti al Santo Rosario faranno sì che il fedele abbia un tempo di contatto maggiore con Nostra Signora. E ciò è fondamentale per il cattolico, perché “percorrere con Maria le scene del Rosario è come andare a ‘scuola’ di Maria per leggere per Cristo, per penetrare nei suoi segreti, per capire il suo messaggio.”
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