La devozione verso il frate cappuccino non si è resa evidente solo neglki anni in cui ha servito la Chiesa come Vicario di Cristo. Da uno studio di Stefano Campanella direttore di Padre Pio TV su “Benedetto XVI e Padre Pio: la grande stima del Papa tedesco per il Frate vissuto sul Gargano”. Vogliamo raccontarvi la grande devozione di Joseph Ratzinger nei confronti di Padre Pio.
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Da un’intervista di Campanella, apprendiamo che nel 1994, il cardinale Ratzinger sentì parlare di Padre Pio da Angelo Mosca. Il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede rimase molto colpito dai racconti dell’elettricista. Il cardinale non si pronunciò. Disse soltanto: “Padre Pio è tenuto molto in considerazione dalla Chiesa”. (Angelo Mosca, l’elettricista che ha un negozio a pochi passi dal Vatican. Aveva approfittato di una richiesta, fattagli dal porporato, di cambiare una lampadina in casa sua per chiedergli un appuntamento).
La prima traccia scritta del pensiero di Joseph Ratzinger sul Frate stigmatizzato a cui è stato finora possibile risalire è del 12 marzo 2000. Ratzinger scrisse la presentazione di un volume che i confratelli vollero dedicare al venerato Cappuccino in occasione del primo anniversario della sua beatificazione.
Nelle prime pagine del libro Padre Pio, l’Uomo e il Santo (Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2000 Frati Minori Cappuccini Provincia di Sant’Angelo – Foggia) il cardinale individuò «il punto focale della santità» di Padre Pio: «avere accolto la sofferenza e le contrarietà in offerta di obbedienza alla volontà di Dio e di espiazione per i peccati del mondo» e di averlo fatto nella «più autentica libertà responsabile».
Quindi il Porporato, quasi anticipando uno dei temi centrali del suo magistero pontificio, aggiunse: «di fronte ad una cultura, quale quella odierna, che esalta il superfluo e l’effimero, e che trova difficoltà ad avere il senso del bene e del male, Padre Pio aveva un acuto senso del peccato e, in qualche modo, nella pura sequela di Cristo, prendeva su di sé le colpe dei figli di Dio»
Le lotte sostenute dal frate di Pietrelcina per difendersi dagli attacchi del maligno probabilmente indussero il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede a ricordare «che è sempre attivo l’antico avversario». Ma, come attesta anche l’esperienza del Cappuccino stigmatizzato, «è sempre attivo anche lo Spirito del Risorto, che penetra in ogni contesto umano, sa corroborare e guarire ogni cuore, riesce a illuminare e impreziosire ogni tornante della storia».
Infine, prendendo in prestito alcune parole di Henri de Lubac, il cardinale Ratzinger, con la sua penna, sovrappose «il profilo di Padre Pio» a quello del “santo di ogni tempo”: «Il santo di domani, come quello di ieri, sarà povero, umile, spoglio di sé. Avrà lo spirito delle beatitudini. Non maledirà, né lusingherà. Amerà, prenderà il Vangelo alla lettera. Una dura ascesi nel suo rigore lo avrà liberato da se stesso. Prenderà su di sé la Croce del Salvatore, e cercherà di seguirlo»
L’anno seguente fu pubblicato il libro-intervista Dio e il mondo (Cinisello Baslamo (MI), Edizioni San Paolo, 2001). Joseph Ratzinger, rispondendo alle domande del giornalista tedesco Peter Seewald, dopo aver affermato che «i grandi Santi continuano a vivere», spiegò il concetto servendosi di un esempio: «Una donna […] aspettava un bambino e l’operazione cardiaca che doveva affrontare era molto rischiosa […] si era rivolta a Padre Pio con queste semplici parole: “Padre Pio, aiuta me e il mio bambino”, e aveva avvertito che non le sarebbe accaduto nulla».
«Sarà molto ingenuo e infantile – commentò il Cardinale – ma rispecchia qualcosa della fiducia originaria che ci viene data in dono e che si radica nella consapevolezza che abbiamo dei fratelli nel mondo che è oltre il nostro. Sono vicini, possono aiutarmi, e posso invocarli con fiducia».
Continuando la conversazione sullo stesso argomento, ma rispondendo a un’altra domanda, il Porporato fece riferimento a «una santità che scuote, che trasmette emozioni intense», prendendo ad esempio «la figura di padre Pio, che è stato un padre confessore molto severo e addirittura aggressivo, ha acceso forti passioni.
Padre Pio non è mai stato tenero con i suoi penitenti. La sua figura costituiva evidentemente una garanzia della presenza autentica nel Sacramento di Dio, che ci parla e che è anche pronto ad assestarci una meritata punizione, se è il caso. Invece pronto ad aiutare, se c’è bisogno del suo aiuto». «In questo frate novecentesco – aggiunse – la gente ha riconosciuto la figura di Gesù. Così come noi la conosciamo dal Vangelo, che sapeva essere molto duro, ma che era infinitamente buono e non negava il suo soccorso a chi ne aveva bisogno».
Questa evidente stima è la risposta al perché, il primo giugno 2002, quando il cardinale Ratzinger si recò a Benevento per concludere il Congresso Eucaristico Diocesano, chiese all’arcivescovo Serafino Sprovieri di poter essere accompagnato nella vicina Pietrelcina. Era l’ora di pranzo. Subito monsignor Sprovieri telefonò ai frati preannunciando l’illustre visitatore e, nel pomeriggio, lo fece accompagnare dal vicario generale dell’Arcidiocesi, monsignor Pompilio Crispino, non potendo farlo egli stesso a causa degli impegni del Congresso.
Il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede volle visitare tutti i luoghi della nascita, dell’infanzia, dell’adolescenza e della giovinezza di Padre Pio. Compresa la chiesa parrocchiale dove il Cappuccino celebrò la sua prima Messa. Quindici giorni prima della canonizzazione, lasciò una frase sul registro dei visitatori illustri del Convento: «Che il Santo Padre Pio aiuti sempre i suoi fratelli e tutti i pellegrini nell’amore per il Signore sofferente e nell’impegno per la carità, che scaturisce dal cuore aperto del Signore!».
Tenendo a braccio un’omelia nel Centro Internazionale Giovanile San Lorenzo, il 12 dicembre 2003, il cardinale Ratzinger affermò: «Se vediamo la storia della Chiesa, la storia dei santi, vediamo queste “lampade” accese che illuminano il mondo, e vediamo che esse non solo illuminano questo tempo, ma saranno decorazioni e luce nella festa eterna dell’amore di Dio.
Cominciamo con i martiri dei primi secoli, con i grandi dottori. Agostino, Ambrogio, Bonaventura, Tommaso, lampade accese che illuminano il cammino della storia e continuano ad illuminare. E san Francesco d’Assisi, san Carlo Borromeo, san Domenico, santa Teresa d’Avila, san Giovanni della Croce, santa Teresa di Lisieux. Fino a Massimiliano Kolbe, Padre Pio, Edith Stein, Madre Teresa…»
Fonte www.teleradiopadrepio.it
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