La difficile situazione dei cristiani in Terra Santa

PREGHIAMO PER QUESTI NOSTRI FRATELLI NELLA TERRA DI GESU’ – Nel corso degli ultimi anni la situazione dei cristiani in Terra Santa è stata molto difficile, sia nei Territori dell’Autonomia Palestinese, sia in Israele. Gerusalemme in particolare, Città Santa per cristiani, ebrei e musulmani, è purtroppo teatro di continue tensioni. La Città Vecchia di Gerusalemme è considerata patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Le antiche mura racchiudono una superficie di 900.000m² e la città è suddivisa in 4 quartieri: cristiano, armeno, ebraico e musulmano. Gli abitanti sono circa 40.000. Il tasso di densità cambia di quartiere in quartiere, ma il centro storico è certamente sovrappopolato. I francescani della Custodia Francescana di Terra Santa possiedono da molti secoli numerosi edifici in quest’area: oltre ai conventi e alle chiese, contano circa 400 unità abitative solo all’interno della Città Santa. Tali abitazioni vengono assegnate alle famiglie cristiane più bisognose che pagano ai francescani della Custodia di Terra Santa affitti simbolici. Molti ambienti sono tuttavia fatiscenti e le condizioni abitative insalubri, insicure e disagiate. Si tratta di una vera e propria emergenza abitativa, che ha spinto i francescani della Custodia di Terra Santa a intervenire con un ampio programma di interventi all’interno della Città Santa di Gerusalemme. La storia e la realtà attuale del cristianesimo in Medio Oriente e in particolare in Terra Santa ha un valore fondamentale non solo per i cristiani che vi abitano ma per quelli del mondo intero. La chiesa cristiana nasce dalla Chiesa madre di Gerusalemme, cui tutti guardano, per sostenere la realtà e la vitalità della fede cristiana là dove “tutto è cominciato”.

Fare riferimento alla Chiesa madre di Gerusalemme e ai cristiani di Terra Santa significa inquadrare un mosaico molto vario di culture, lingue, chiese e tradizioni di fedeli che oggi abitano in quattro Stati: Israele, Palestina, Giordania e Cipro.

Padre Pizzaballa, in una intervista ha dichiarato: “In questo particolare e delicato momento storico è di fondamentale importanza far conoscere al mondo intero la storia della presenza cristiana in Terra Santa, per favorire una maggiore consapevolezza delle nostre radici. I cristiani, anche se una piccola minoranza in queste zone, sono una presenza culturalmente molto vivace e ricca, che ha contribuito in maniera enorme a costruire relazioni, non soltanto con la popolazione locale, ma anche con le tante società nel mondo. Questa realtà è giusto che oggi venga e conosciuta e divulgata. Nei momenti difficili San Francesco diceva che un raggio di sole è sufficiente per spezzare via molte tenebre”.

La presenza dei cristiani nella terra di Gesù, è problematica. Molti negli anni hanno lasciato le loro case per andare a vivere altrove. Fino a quando non ci saranno politiche serie, il problema sarà sempre più grande. Segni di speranza arrivano dall’ordinazione episcopale del nuovo vicario apostolico di Aleppo: “Abbiate coraggio fratelli, perche ogni inizio ha una fine. Non perdete la speranza né il coraggio, perché Dio è onnipotente. Egli è Padre e Provvidenza. Egli è Signore della storia e nelle sue mani resta il nostro destino” – così l’esordio di Monsignor Georges Abou Khazen, nuovo vicario apostolico latino di Aleppo, ordinato sabato 11 gennaio scorso nella chiesa di San Luigi a Beirut, in Libano. Mons. Abou Khazen ha poi continuato: “Dio ha fatto convertire Paolo a Damasco da oppressore ad annunciatore del Vangelo. I suoi discepoli sono stati chiamati Cristiani per la prima volta ad Antiochia nella Siria. Egli è capace di proteggere i suoi figli e mantenere la fiamma della fede accesa in questa Terra Santa perché essa continui a essere un segno di speranza, di dialogo e di riconciliazione”. Padre Georges è stato parroco di Aleppo per oltre 9 anni: come frate ha collaborato spesso con ATS pro Terra Sancta, coordinando, soprattutto in questo ultimo periodo, tutti gli aiuti arrivati attraverso la generosità di tanti amici, e spendendosi giorno e notte per il centro di emergenza di Aleppo. Pur avendo avuto l’onore di diventare Vescovo di Aleppo, padre Georges continuerà a lavorare in sinergia con ATS pro Terra Sancta, anche in coordinamento con il lavoro sul campo portato avanti da padre Bassam Zaza, suo confratello e nostro attuale riferimento in Siria. Non possiamo permettere che i cristiani fuggano dalla loro terra. I conflitti non favoriscono la pace e la sicurezza della gente. Come mai l’ONU e le organizzazioni internazionali non si occupano di questo grande esodo dei cristiani verso altre terre? La violenza non piace a nessuno. La scomparsa dei cristiani dalla Terra Santa e dai territori del Medio Oriente, è segno di un nuovo corso storico. Quando cominceranno a pensare realmente ai problemi delle minoranze? Cristiani del medio oriente, non vi scoraggiate! Non andate via! La terra vi appartiene! a cura di Francis Marrash

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