CAMPANIA – AVERSA (CE) – “Se la camorra ha assassinato il nostro Paese, ‘Noi’ lo si deve far risorgere, bisogna risalire sui tetti e riannunciare la ‘Parola di Vita’”. Con queste parole di don Giuseppe Diana (o Don Peppino come veniva chiamato amichevolmente) si apre il documento “Verso il 19 marzo 2014 – Venti di Speranza, Venti di Cambiamento”, che illustra le iniziative programmate dalla diocesi di Aversa, dal suo Vescovo Mons. Angelo Spinillo e da un comitato ristretto di associazioni del territorio in occasione del 20° anniversario dell’uccisione del parroco di Casal di Principe.
Alle 7.30 del 19 marzo 1994, giorno del suo onomastico, don Giuseppe Diana viene assassinato, dalla camorra, nella sacrestia della chiesa di San Nicola di Bari, mentre si accingeva a celebrare la Santa Messa. E proprio alle 7:30 del 19 marzo prossimo, Mons. Angelo Spinillo, presiederà la messa nella parrocchia di San Nicola.
“Simbolicamente – precisa il vescovo di Aversa – il ritrovarsi a celebrare l’Eucarestia nella stessa ora dell’omicidio intende riprendere e continuare quella messa che è non stata mai celebrata da don Diana perché fu ucciso. In contemporanea suoneranno a festa tutte le campane delle parrocchie della diocesi”.
Inoltre, sono stati preparati tre testi con la biografia di don Peppe, pensati e scritti per tre tipologie di destinatari: bambini, adolescenti e adulti. “L’iniziativa – chiarisce Mons. Angelo Spinillo – mira a far conoscere l’esempio di vita di un sacerdote che ha saputo ben incarnare il suo profondo amore per il Signore e la sua Chiesa in un territorio martoriato dalla camorra attraverso una chiara condanna dei fenomeni malavitosi e provocando un efficace risveglio delle coscienze”.
La diocesi di Aversa, a tal proposito, donerà ad ogni scuola della Campania una copia di ogni testo, affinché, prima e dopo il 19 marzo la sua memoria resti forte e viva come modello di valori umani e cristiani. L’originalità dei testi è data dal fatto che quello per i bambini è stato scritto da alcuni giovani di Casal di Principe con la tecnica della scrittura partecipata; il secondo, invece, è una raccolta di testimonianze dirette dei ragazzi dell’Azione cattolica della parrocchia San Nicola, che dopo vent’anni si sono ritrovati a descrivere l’esperienza quotidiana vissuta con don Peppe. Il terzo, infine, è una ricostruzione storica del professore Sergio Tatarella che evidenzia anche lo spessore culturale di don Diana.
Fonte : Giovanna Quagliano – Ondanews