Padre Onorato raccontava: – “Mi recai a San Giovanni Rotondo, insieme ad un amico, con una vespa 125. Giunsi al convento poco prima di pranzo. Entrato nel refettorio, dopo avere ossequiato il superiore, andai a baciare la mano a Padre Pio. “Guaglio”, mi disse con aria furba, “t’ha pizzicato la vespa?” (Padre Pio sapeva di quale mezzo di trasporto mi ero servito). Il mattino seguente con la vespa, partiamo per San Michele.
A metà strada terminò la benzina, mettemmo la riserva ripromettendoci di fare il pieno a Monte Sant’Angelo. Giunti in paese, la brutta sorpresa: i distributori non erano aperti. Decidemmo egualmente di partire per fare ritorno a San Giovanni Rotondo con la speranza di incontrare qualcuno da cui avere un pò di carburante. Ero dispiaciuto soprattutto per la magra figura che avrei fatto con i confratelli che mi attendevano per il pranzo. Dopo pochi chilometri il motore si mise a scoppiettare e si spense. Guardammo dentro al serbatoio: vuoto. Con amarezza feci notare al mio amico che mancavano una decina di minuti all’ora di pranzo. Un pò per la stizza ed un pò per mostrarmi solidarietà il mio amico dette un colpo al pedale dell’accensione. La vespa si mise subito in moto. Senza chiederci come e perché, partimmo “sparati”. Giunti nel piazzale del convento la vespa si fermò: il motore preceduto dal solito scoppiettio si spense.
Aprimmo il serbatoio, era asciutto come prima. Guardammo esterrefatti gli orologi e restammo ancora più storditi: mancavano cinque minuti al pranzo. In cinque minuti avevano percorso quindici chilometri. Media: centottanta chilometri orari. Senza benzina! Entrai in convento mentre i confratelli scendevano per il pranzo. Andai incontro a Padre Pio che mi guardava e sorrideva.
Redazione Papaboys (Fonte www.padrepio.catholicwebservices.com)