“Una domenica libera dal lavoro e orari lavorativi decenti rivestono un’importanza fondamentale per i cittadini e per i lavoratori in tutta Europa e non risultano necessariamente in contraddizione con la competitività economica”. È l’inizio dell’impegno-appello lanciato ieri da Bruxelles al termine della seconda conferenza promossa dalla European Sunday Alliance, cui aderiscono una cinquantina di sigle (associazioni, sindacati, movimenti della società civile) di tutti i Paesi Ue, fra cui la Comece, Commissione degli episcopati della Comunità europea. Dopo una giornata di discussioni nella sede dell’Euroassemblea, con 120 partecipanti che hanno toccato aspetti a carattere economico, sociale e culturale attorno alla “domenica senza lavoro”, il testo è stato sottoscritto da un gruppo di eurodeputati. “Specialmente negli attuali tempi di crisi socioeconomica, l’adozione di legislazioni estendenti l’orario di lavoro alla tarda serata, alla notte, alle festività nazionali e alle domeniche ha avuto conseguenze dirette sulle condizioni” dei lavoratori e delle piccole e medie imprese. Il testo riprende una definizione, anticipata già alla vigilia della conferenza: “La competitività ha bisogno di innovazione, l’innovazione ha bisogno di creatività e la creatività ha bisogno di ricreazione”.
I componenti del Parlamento europeo – riferisce il servizio Sir europa dell’agenzia dei Vescovi Sir – che hanno firmato il documento si impegnano, qualora fossero rieletti, “ad assicurare che tutte le pertinenti normative Ue rispettino e promuovano la protezione di un giorno comune di riposo settimanale, che dovrà essere in linea di principio la domenica, al fine di proteggere la salute dei lavoratori e un miglior equilibrio tra vita familiare e privata e lavoro”. Inoltre si impegnano “a promuovere normative comunitarie che garantiscano schemi di orario lavorativo sostenibili, basati sul principio del lavoro decente come beneficio per la società, così come per l’economia nel suo complesso”.