Il 22 Novembre del 1982 Papa Giovanni Paolo II pubblica l’esortazione apostolica Familiaris Consortio riguardante i compiti della famiglia cristiana nel mondo di oggi
Familiaris Consortio (La famiglia) è il titolo di un’esortazione apostolica di Papa Giovanni Paolo II sulla famiglia; fu pubblicata il 22 novembre del 1981, solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo a San Pietro in Roma, nel quarto anno del suo pontificato.
Il Pontefice affronta nella sua seconda esortazione apostolica il tema della famiglia, il lungo testo inizia con queste parole:
« | La famiglia nei tempi odierni è stata, come e forse più di altre istituzioni, investita dalle ampie, profonde e rapide trasformazioni della società e della cultura. Molte famiglie vivono questa situazione nella fedeltà a quei valori che costituiscono il fondamento dell’istituto familiare. Altre sono divenute incerte e smarrite di fronte ai loro compiti o, addirittura, dubbiose e quasi ignare del significato ultimo e della verità della vita coniugale e familiare. Altre, infine, sono impedite da svariate situazioni di ingiustizia nella realizzazione dei loro fondamentali diritti. » |
Dopo il Concilio, particolarmente importante è stata l’esortazione apostolica Familiaris consortio di san Giovanni Paolo II: lo stesso Pontefice la definì una sintesi dell’insegnamento della Chiesa sulla vita, i compiti e le responsabilità del matrimonio e della famiglia nel mondo attuale.
In questo documento il Papa riconduce il cuore dell’identità della famiglia e della sua vocazione alla «formazione di una comunità di persone», tramite un processo graduale in cui gli sposi sono chiamati a crescere continuamente attraverso la fedeltà quotidiana alla promessa matrimoniale del reciproco dono totale. La grazia di Gesù Cristo, ossia lo Spirito Santo, è per sua natura una «grazia di fraternità», il cui frutto è l’unione dei credenti con Cristo e tra di loro, nella comunione della Chiesa (cf. FC 19).
Dentro questa comunione, si comprende la natura e il senso della famiglia quale Chiesa domestica. Scrive Giovanni Paolo II: «Lo Spirito Santo, effuso nella celebrazione dei sacramenti, è la radice viva e l’alimento inesauribile della soprannaturale comunione che raccoglie e vincola i credenti con Cristo e tra loro nell’unità della Chiesa di Dio. Una rivelazione e attuazione specifica della comunione ecclesiale è costituita dalla famiglia cristiana, che anche per questo può e deve dirsi “Chiesa domestica” » (FC 21). La famiglia, pertanto, realizzando se stessa, ossia divenendo un’autentica comunità di persone unite in Dio, è rivelazione e attuazione specifica della comunità della Chiesa.
La famiglia come “Chiesa domestica” ritorna anche negli insegnamenti di Benedetto XVI, che così si esprimeva alla fine dell’incontro mondiale di Valencia del 2006:
«La famiglia è l’ambito privilegiato dove ogni persona impara a dare e ricevere amore. Essa si fonda su una profonda relazione interpersonale tra marito e moglie, sostenuta dall’affetto e dalla mutua comprensione […]. Possano i figli sperimentare più i momenti di armonia e di affetto dei genitori che non quelli di discordia o indifferenza, perchè l’amore tra il padre e la madre offre ai figli una grande sicurezza e insegna loro la bellezza dell’amore fedele e duraturo. La famiglia è un bene necessario per i popoli, un fondamento indispensabile per la società e un grande tesoro degli sposi durante tutta la loro vita. È un bene insostituibile per i figli che devono essere frutto dell’amore, della donazione totale e generosa dei genitori. Proclamare la verità integrale della famiglia, fondata nel matrimonio come Chiesa domestica e santuario di vita, è perciò una grande responsabilità».
Redazione Papaboys (Fonte www.assisiofm.it)
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