Categorie: Sancta Sedes

“La fede non è decorare la vita con un pò di religione” lo dice Francesco all’Angelus

CITTA’ DEL VATICANO – La fede non è decorare la vita con un po’ di religione: sono parole di Papa Francesco che all’Angelus spiega il passo del Vangelo in cui Gesù dice: non sono venuto a portare pace. Papa Francesco innanzitutto ribadisce che “la fede è incompatibile con la violenza”, che la fede non è neutralità. Poi un pensiero per le vittime dell’affondamento del traghetto nelle Filippine e una preghiera per la pace in Egitto. “La fede comporta scegliere Dio come criterio-base della vita, e Dio non è vuoto, non è neutro, Dio è amore!”: Papa Francesco scuote i cristiani affermando che “Gesù comporta rinunciare al male, all’egoismo e scegliere il bene, la verità, la giustizia, anche quando ciò richiede sacrificio e rinuncia ai propri interessi”. Parla di un’espressione di Gesù che – afferma – “ci mette in crisi, e che va spiegata, altrimenti può generare malintesi”. Gesù dice ai discepoli: «Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione». E Francesco spiega:
“Significa che la fede non è una cosa decorativa, ornamentale; non è decorare la vita con un po’ di religione, ,come se fosse una torta e la si decora con la panna.. No! La fede comporta scegliere Dio come criterio-base della vita, e Dio non è vuoto, Dio non è neutro, Dio è sempre positivo, Dio è amore e l’amore è positivo!” “Dio ha un volto, ha un nome: Dio è misericordia, è fedeltà, è vita che si dona”, ricorda Papa Francesco: “Dopo che Gesù è venuto nel mondo, non si può più fare – aggiunge – come se Dio non lo conoscessimo, come se fosse una cosa astratta, vuota, di referenza puramente nominale.
“Gesù è la nostra pace, è la nostra riconciliazione! Ma questa pace non è la pace dei sepolcri, non è neutralità. Gesù non porta neutralità. Seguire Gesù comporta rinunciare al male, all’egoismo e scegliere il bene, la verità, la giustizia, anche quando ciò richiede sacrificio e rinuncia ai propri interessi. E questo divide, lo sappiamo, divide anche i legami più stretti. Ma attenzione: non è Gesù che divide! Lui pone il criterio: vivere per se stessi, o vivere per Dio e per gli altri, farsi servire, o servire; obbedire al proprio io, o obbedire a Dio. Ecco in che senso Gesù è «segno di contraddizione»
E Papa Francesco sottolinea che “ questa parola del Vangelo non autorizza affatto l’uso della forza per diffondere la fede”. “E’ proprio il contrario – spiega – la vera forza del cristiano è la forza della verità e dell’amore, che comporta rinunciare ad ogni violenza. Fede e violenza sono incompatibili”. “Invece fede e fortezza vanno insieme. Il cristiano non è violento, ma è forte. E con che fortezza? Con quella della mitezza. La forza della mitezza, la forza dell’amore.”

Papa Francesco ricorda che “anche tra i parenti di Gesù vi furono alcuni che a un certo punto non condivisero il suo modo di vivere e di predicare, ce lo dice il Vangelo ma che alla fine, grazie anche alla fede di Maria, i familiari di Gesù entrarono a far parte della prima comunità cristiana”. Dunque la preghiera: “Chiediamo a Maria che aiuti anche noi a tenere lo sguardo ben fisso su Gesù e a seguirlo sempre, anche quando costa”.

Papa Francesco commenta anche la Lettera agli Ebrei ricordata nella Liturgia domenicale in cui si incoraggia a tenere lo sguardo fisso su Gesù, dicendo che “è un’espressione che dobbiamo sottolineare in modo particolare in questo Anno della fede”: “teniamo lo sguardo fisso su Gesù, perché la fede, che è il nostro ‘sì’ alla relazione filiale con Dio, viene da Lui.
Dopo la preghiera mariana, Papa Francesco torna a ribadire che la fede non è cosa decorativa: raccomanda di ricordare che “la fede è forza dell’anima”. Poi un pensiero alle vittime dello scontro nel mare delle Filippine di un traghetto con una nave cargo. E poi una preghiera per la pace in Egitto, che il Papa vuole condivisa: “Continuiamo anche a pregare per la pace in Egitto, tutti insieme. Maria Regina della pace prega per noi. Tutti. Maria Regina della pace prega per noi.”

Poi il saluto “con affetto”, a romani e pellegrini, le famiglie, i gruppi parrocchiali, i giovani…il gruppo folcloristico polacco proveniente da Edmonton, Canada.Un saluto speciale ai giovani di Brembilla, presso Bergamo, e la benedizione della fiaccola che portano a piedi da Roma fino al loro paese. E poi i giovani di Altamura. A tutti l’augurio di una buona domenica, e buon pranzo.

Il servizio è di Fausto Speranza per la Radio Vaticana

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