A partire dal paradosso adoperato da Gesù “è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli”, l’autore tenta di rispondere alla domanda se si possa essere felici oggi che è entrato in crisi il modello della civiltà consumistica, “che aveva innescato tante illusorie speranze di una felicità intramondana”, in un tempo in cui le persone “non vogliono ridimensionare le loro superflue esigenze”.
“Se la felicità sta nell’avere un lavoro, nel benessere materiale, nell’avere una sicurezza economica e simili, oggi, in tempo di crisi, essa sembra irraggiungibile” premette Sapienza. Ma la soluzione risiede forse nell’impegno a costruire un modello di società diverso, improntato a un nuovo umanesimo fraterno e solidale. Si intrecciano in questo orizzonte le problematiche del lavoro e della disoccupazione e quelle relative alla salvaguardia del creato. L’autore evidenzia quindi le radici etiche e religiose sulle quali si può fondare la vera felicità, rilevando l’importanza delle virtù civiche (fiducia, amicizia, legalità), precedute da un rinnovamento personale e comunitario.
Luca Caruso
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