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La forza di Gaia che ha messo al tappeto la leucemia

Piero ha sempre festeggiato la festa del papà “in modo semplice”. Puntuali come orologi svizzeri, ogni anno, il giorno di San Giuseppe, i suoi tre figli gli consegnavano i tipici pensierini che si preparano a scuola. Quest’anno, però, Piero ha ricevuto il suo regalo con un po’ di anticipo. Un regalo incredibile. Sua figlia Gaia, dodicenne, passerà il 19 marzo a casa e non in ospedale perché è riuscita a sconfiggere la leucemia.

Nell’unità trapianto del reparto di onco-ematologia pediatrica del Policlinico S. Orsola – Malpighi di Bologna, Gaia è diventata l’emblema della forza. Qualche giorno prima di entrare nella camera sterile, dove ha vissuto per 40 giorni a seguito del trapianto di midollo osseo, ha indossato i guantoni verdi dell’incredibile Hulk per registrare lo spot della campagna “Lotto anch’io” alla quale ha prestato il suo volto. Ha guardato fisso l’obiettivo della videocamera come se vedesse in quella lente il nemico da sconfiggere. È una sfida tutta personale quella che Gaia ha lanciato contro la leucemia. E alla fine è riuscita a mettere a tappeto il male che la debilitava. “Nostra figlia è abituata a prendere tutto di petto – confessa sua mamma Ilaria – ma ci ha comunque stupito la naturalezza con cui si è proposta per fare questa campagna. Lei è molto timida, ma ha dato davvero tutta se stessa”. I momenti di scoramento non sono mancati, ma “è rimasta sempre convinta di essere più forte, di poter tornare a fare la vita di prima”, aggiunge Piero.

Prima di registrare lo spot Gaia “era un vulcano”, ricorda Giada Oliva di Ageop, associazione bolognese ideatrice della campagna “Lotto anch’io“, iniziativa di crowdfunding volta a sostenere due famiglie con bambini malati di tumore. C’è tempo fino al 1° aprile per arrivare a 20mila euro, cifra necessaria per offrire un anno di accoglienza a 2 bambini e ai loro genitori. Piero e Ilaria non avevano alcuna idea di cosa fosse il crowdfunding. “Oggi siamo davvero contenti perché ci siamo resi conto che non viviamo in un mondo così egoista, di gente buona ce n’è ancora e si vede”.

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Il video di Gaia è stato proiettato nei cinema di Bologna, ha girato sul web e, soprattutto, è stato proiettato durante una serata interamente dedicata a lei organizzata dai suoi concittadini di Casumaro, in provincia di Modena, dove hanno partecipato papà Piero e mamma Ilaria, mentre Gaia era collegata in video conferenza dall’ospedale con al fianco la nonna.

Oggi Gaia non vede l’ora di riabbracciare i suoi compagni di scuola. “Vorrebbe uscire, mangiare dolci, ma sono ancora troppi i divieti. Deve avere pazienza”, le ripetono i genitori. A casa Gaia non resta con le mani in mano. Chiama l’AGEOP per sapere come va la campagna e si rende disponibile per un qualsiasi aiuto.

Gaia non poteva che chiamarsi Gaia. La sua forza è quella della vita. È la forza di chi non si illude, ma spera. Il 19 marzo, il giorno della festa del papà, penserò a Gaia, alla sua famiglia, al lavoro prezioso di AGEOP, e ancora una volta mi ricorderò di quanto i bambini possano insegnare a noi grandi.


Redazione Papaboys (Fonte www.huffingtonpost.it/Maurizio Debanne)

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