Via libera dell’Assemblea nazionale. I siti web delle associazioni pro life rischiano di trovarsi fuori legge. Negata la libertà di parola on line, ma anche il concetto base della “liberté” laica
Con una votazione per alzata di mano, l’Assemblea nazionale franceseha approvato nella serata di giovedì 1° dicembre in prima lettura la norma che aggiunge agli «ostacoli all’interruzione di gravidanza» puniti dalla legge anche quello «digitale».
La riforma, attesa ora dall’esame del Senato, nasce da un’iniziativa del governo socialista che punta a spegnere la voce dei siti Internet curati da varie associazioni a difesa della vita per sopperire agli effetti di un’altra legge fatta approvare esattamente un anno fa dalla maggioranza cheeliminava la settimana obbligatoria di riflessione per le donne che stanno pensando di abortire. L’eliminazione di quello spazio nasceva dall’idea secondo la quale la donna non deve rendere conto a nessuno della sua decisione di abortire, che dunque da facoltà depenalizzata a certe condizioni diventa “diritto”. La conseguenza della cancellazione di qualsiasi figura con la quale la donna possa confrontarsi prima di decidere ne era l’inevitabile conseguenza.
L’ulteriore intervento normativo – apertamente liberticida – introduce una vera e propria repressione di presenze online che si propongono semplicemente di ascoltare e, se richieste, consigliare le donne alle prese con una scelta drammatica. Una riforma lungamente annunciata, contro la quale sinora non si è alzata nessuna tra le voci che abitualmente difendono la libertà di parola su Internet.
A difesa dei siti per la vita, animati dal vivacissimo associazionismo sociale francese, si è schierata la Chiesa cattolica con la lettera del presidente dei vescovi Pontier al presidente Hollande, rimasta senza risposta. Ugualmente inascoltati gli appelli dell’opposizione parlamentare, spalleggiati dalla rete associativa Alliance Vita, che sino all’ultimo ha tentato di far recedere la maggioranza da un disegno di legge che sconfessa la “liberté” della laica Francia.
Gli analisti politici, che dopo l’ampio successo di François Fillon alle primarie del centrodestra domenica scorsa ora si trovano davanti alla resa del presidente Hollande che rinuncia alla candidatura all’Eliseo, rilevano nella discutibilissima riforma sull’aborto un segnale dei socialisti al loro elettorato in vista delle presidenziali della primavera prossima. Ma una Francia che mostra con diversi segnali di guardare con rinnovato interesse al suo patrimonio di valori umanistici non sembra più così sensibile a simili esibizioni di laicismo illiberale. L’esame del Senato, forse già nei prossimi giorni, potrebbe stoppare la legge, visti i diversi equilibri nella seconda Camera. Ma intanto il voto parlamentare di questa serata rimane come un segnale inquietante nel cuore dell’Europa che in molte sue componenti politiche e istituzionali sembra non voler più sostenere la vita che nasce.
di Francesco Ognibene per Avvenire
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