Michele Raviart – Città del Vaticano
“I giovani sono un’ispirazione per la Chiesa: gli anziani possono avere molta esperienza e conoscenza, ma il coraggio, l’entusiasmo, la voglia di uscire e fare qualcosa, appartiene alla natura dei giovani, che amano le sfide”. Così il cardinale Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita è intervenuto in una video intervista sull’imminente Giornata mondiale della Gioventù di Panama.
Nel video – pubblicato sul canale Youtube del Dicastero e visibile in inglese sotto questo testo – il cardinale Farrell ha sottolineato che l’incontro del Papa con i giovani della prossima settimana sarà “la continuazione di ciò che è avvenuto al Sinodo” dello scorso ottobre. “Questa Gmg è l’inizio di un cambiamento nella Chiesa”, spiega. L’esperienza del Sinodo, gli scambi e la condivisione tra giovani e vescovi, voluta e sollecitata dallo stesso Papa Francesco è infatti “cambiamento”, è “ascolto della realtà, non quella che ho in mente”, afferma il porporato, “ma quella con cui i giovani sono confrontati nella loro vita”.
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“Ascoltare, ascoltare tutti”, è la via da seguire per il cardinale Farrell e in particolare bisogna ascoltare “i giovani, senza imporre il nostro modo di essere. Dobbiamo certo indicare alcune linee guida, per la condotta morale, ad esempio, ma sono loro che hanno le idee, sanno che cosa funziona e che cosa no, che cosa attira e che cosa non li attira. Dobbiamo ascoltare, imparare”.
“Viviamo in un mondo stanco, non comunichiamo più, mentre i giovani comunicano costantemente, producono nuove idee”, ribadisce il cardinale, certo c’è bisogno di “discernimento” ma sono poi i giovani “coloro che hanno l’energia, il desiderio e la volontà di cambiare”.
Il prefetto si è poi soffermato su come la Giornata mondiale della gioventù di Panama potrà essere d’ispirazione non solo per i giovani, ma per la Chiesa intera e su quale lezione si potrà imparare dai popoli dell’America centrale. “Sono persone di grande coraggio. Pensiamo alle migrazioni: i giovani non vogliono più vivere con la fame e la violenza, e cercano e trovano un posto migliore. E quando lo trovano, imparano e sono capaci di trasformare la propria vita e la propria società. Speriamo imparare la loro volontà”, insieme al loro profondo senso di fede, che li fa vivere molto uniti a Dio, “cosa che in altre parti del mondo non sperimentiamo”.
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