Papa Francesco racconta ieri la Gmg polacca appena conclusa e dice di aver chiesto alle sentinelle di Giovanni Paolo II di tramutare i fucili in aratri. “In questo mondo in guerra, ci vuole fraternità; ci vuole vicinanza; ci vuole dialogo; ci vuole amicizia.” E la Gmg è stato segno di questa speranza.
Sono parole diverse da quelle pronunciate da Karol Wojtyla nel 2000 a Roma e nel Messaggio ai giovani del 2003: “Cari amici, in quest’alba del terzo millennio, vedo in voi le sentinelle del mattino”. Allora il Papa polacco pensava ci fosse bisogno di sentinelle, di giovani in piedi, pronti, in veglia, in attesa, perché il mondo era lì lì per sbocciare. Il Papa parlava di “gemme” che già si vedevano. Ora, dopo questi anni, è accaduto quello che avviene sempre: abbiamo scoperto cioè che le gemme sono sì di grano ma anche di gramigna. La vita è sbocciata e si è mostrata per quello che è, che è sempre stata: e cioè di grano ma anche di gramigna.
I giovani della Polonia erano sempre tanti, sempre di tanti colori, di tante lingue, ma intorno a loro, tutto è cambiato, e molto è peggiorato. I ragazzi hanno portato a Cracovia anche la paura degli attentati, gli occhi erano pieni di immagini di morte. Lo Spirito Santo abita oggi, dopo Nizza, dopo Rouen, in cuori più spaventati e chiede non sentinelle ma amicizia e fraternità.
Dopo questa Gmg, i ragazzi tornano e raccontano di cuori più uniti e meno soli, perché se c’è una cosa buona che il dolore e la paura fanno, è di far unire le persone. Mani che stringono mani, e che mettono mattone su mattone. Prima sentinelle, ora amici e fratelli. La vita che va avanti, giorno dopo giorno. Con Dio che contempla soddisfatto la cosa buona, molto buona, che sono questi ragazzi, la sua creazione nativa digitale, 2.0.
Di Don Mauro Leonardi
Articolo tratto da L’Huffingtonpost