Cresce in Egitto l’attesa per il viaggio che Papa Francesco compirà il 28 e 29 aprile. Lo slogan scelto per la visita, “Il Papa della Pace in un Egitto di Pace”, è una delle frasi che i copti ortodossi e cattolici amano ripetere più spesso per descrivere le aspettative per questo imminente viaggio apostolico.
Sull’attesa, Stefano Leszczynski della Radio Vaticana ha intervistato mons. Barnaba el Soryany, vescovo della Chiesa copto ortodossa di San Giorgio di Torino e Roma:
R. – Veramente aspettiamo con tanta gioia questa visita di Sua Santità Papa Francesco, perché ce lo aveva promesso il 10 maggio 2013, quando ha incontrato Papa Tawadros. Quest’ultimo ha invitato Sua Santità ad andare in Egitto. Il Papa ha accettato questo invito dicendo: “Verrò; verrò con tanta gioia”. È per questo che noi aspettiamo questa visita dal 2013 con tanta gioia. Papa Francesco è un personaggio amato da tutto il popolo, da tutto il mondo cristiano. Aspettiamo tanto questa visita, specialmente in questi i giorni, dopo l’ultimo attentato; una tragedia purtroppo per noi. La prima persona che abbiamo sentito e che ci ha mostrato la sua vicinanza è stata sua Santità Papa Francesco.
D. – Un rapporto fraterno molto stretto, quello tra Papa Francesco e Papa Tawadros, testimoniato anche da una lettera che è stata resa nota in Egitto e che Papa Francesco ha scritto proprio in occasione della Pasqua …
R. – Sì. Comunque, prima c’era stato un contatto telefonico fra i due dopo quanto avvenuto ad Alessandria; poi Papa Francesco ha inviato una lettera a Papa Tawadros dicendo che bisogna andare avanti nel cammino spirituale, nel cammino fraterno fra loro. Con questi attentati, abbiamo provato tanta tristezza.
D. – Il mondo è rimasto molto colpito dalla reazione della comunità copta dopo gli attentati perché è stata mostrata una totale mancanza di odio da parte della comunità che, anzi, continua a cercare un rapporto sempre più stretto con quello che è il proprio Paese …
R. – È vero, perché noi siamo cristiani non dobbiamo odiare nessuno, anche se quello che è accaduto è grave; dobbiamo amarci lo stesso. Noi consociamo l’obiettivo di questo attentato: vogliono distruggere la comunità, distruggere il rapporto con il governo e con i nostri fratelli musulmani. Poi dobbiamo guardare ad un’altra cosa: quando c’è stato questo attentato, non solo i cristiani sono rimasti vittime, anche i musulmani. Le guardie davanti alla cattedrale di Alessandria … sono morti innocenti. Allora questo vuol dire che è vero che l’attentato era rivolto a noi cristiani, ma allo stesso tempo anche i nostri fratelli musulmani sono rimasti vittime.
D. – Questa conferenza di pace in cui saranno presenti tanti leader religiosi potrà riaffermare proprio questo principio della lontananza della religione da qualsiasi atto di terrorismo …
R. – È vero anche questo. È per questo motivo che mi piace veramente tanto il motto della visita del Papa: “Il Papa della pace nell’Egitto della pace”. (ho messo il titolo esatto del motto) E questo è un appello forte per tutti e tre leader d’Egitto: Papa Francsco, Papa Tawadros e il capo di Alazhar, il Grande Imam. Sarà un appello molto forte contro il terrorismo. Inoltre vorrei fare un appello per tutto il mondo cristiano: pregare per tutti i fratelli cristiani in Medio Oriente perché i cristiani in questa zona sono pochi e la nostra è l’unica comunità numerosa. Dobbiamo pregare tanto anche per i nostri fratelli uccisi, per le loro famiglie.
Fonte: Radio Vaticana