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La gratitudine che salva il mondo? È scritta nel Vangelo di oggi

Vangelo di Luca 6,27-38

Nel cuore del Vangelo di questa domenica risuona un comando che sembra impossibile: «Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano» (Lc 6,27). Parole che scandalizzano, che scuotono, che rovesciano la logica del mondo. Ma è proprio qui che si cela il segreto della gratitudine che può salvare il mondo.

Sì, perché il Signore ci chiede di amare non con un amore naturale, limitato a chi ci fa del bene, ma con l’amore di Dio stesso. Un amore che non si ferma all’istinto del contraccambio, ma che va oltre, fino al dono totale di sé, senza pretendere nulla in cambio. È questa la rivoluzione cristiana: non un amore selettivo, ma universale, che tocca anche i nemici e i persecutori.

L’amore che genera gratitudine

Gesù oggi ci insegna un principio straordinario: «E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro» (Lc 6,31). Questa è la cosiddetta regola d’oro, presente in molte culture e religioni, ma qui Gesù la porta a un livello ancora più alto. Non si tratta solo di evitare il male o di ricambiare il bene, ma di fare attivamente il bene anche a chi non lo merita.

Ed è proprio qui che si inserisce la gratitudine. Non una gratitudine superficiale, basata sul calcolo e sul tornaconto, ma una gratitudine profonda, che nasce dall’aver sperimentato la misericordia di Dio. Perché il Signore ci dice chiaramente che l’Altissimo è benevolo «verso gli ingrati e i malvagi» (Lc 6,35). Dio non ama perché noi lo meritiamo, ma perché Lui è Amore.

Questa è la radice della vera gratitudine: sapere di essere amati anche quando non lo meritiamo. Chi ha ricevuto questo amore divino non può restare indifferente, ma è chiamato a diventare testimone di questa misericordia nel mondo.

La gratitudine come via di salvezza

Viviamo in un tempo in cui la gratitudine è sempre più rara. Ciò che abbiamo viene spesso dato per scontato, e il cuore si chiude nell’individualismo e nella pretesa. Anche nella fede, quanti si ricordano di ringraziare Dio prima di chiedere? Quanti sanno riconoscere i doni ricevuti senza mormorare per quelli mancanti?

Preghiera a Gesù
Preghiera a Gesù

Gesù oggi ci offre una via di salvezza: «Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo» (Lc 6,38). Il mondo insegna a trattenere, a conservare, a difendersi; il Vangelo insegna a donare, a perdonare, a essere misericordiosi.

Questa è la vera gratitudine: non un semplice sentimento, ma una scelta di vita. Chi è grato non si chiude in se stesso, ma si apre agli altri. Non tiene conto dei torti subiti, ma vede tutto come un’occasione per amare di più. La gratitudine, così vissuta, diventa una forza che trasforma il mondo, perché rompe la catena dell’odio e introduce la logica della misericordia.

Il segreto della felicità

Alla fine, il Vangelo di oggi ci mostra qual è il vero segreto della felicità: non il possesso, non la vendetta, non il potere, ma l’amore gratuito e disinteressato. Il mondo cerca la gioia nel successo e nella ricchezza, ma il Signore ci dice che la gioia vera si trova solo nel dare.

Chi ama come Dio, chi perdona, chi dona senza aspettarsi nulla, scopre che il suo cuore si riempie di una gioia che nessuno può togliere. È questa la gratitudine che salva il mondo: un cuore che, ricevendo tutto da Dio, si fa dono per gli altri.

Oggi siamo chiamati a scegliere: restare chiusi nei nostri calcoli umani, amando solo chi ci ama, o aprirci alla logica divina della misericordia, diventando strumenti della grazia.

La strada è difficile, ma è l’unica che porta alla vera pace. E soprattutto, è l’unica che ci rende simili al nostro Padre celeste, il quale è «misericordioso verso gli ingrati e i malvagi» (Lc 6,35).

Che il Signore ci doni un cuore riconoscente, capace di amare senza misura e di trasformare il mondo con la potenza della sua misericordia.

Amen.

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