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Il ‘miracolo del feto’, la guarigione che ha permesso la beatificazione di Paolo VI

L’evento miracoloso preso in esame è avvenuto nel 2001 negli Stati Uniti e riguarda la guarigione di un feto che al quinto mese di gravidanza si trovava in condizioni critiche per la rottura della vescica fetale. Il miracolo è avvenuto per intercessione di Paolo VI, tale guarigione ha permesso alla Chiesa di beatificare Papa Montini.

Paolo VI

Si è verificato negli Stati Uniti nel 2001 ed ha avuto per protagonista un feto che, alla 24esima settimana di gravidanza, si trovava in una condizione critica. Gli esami medici avevano messo in luce la rottura della vescica fetale; ogni tentativo terapeutico messo in atto in ospedale risultò inefficace a risolvere la drammatica situazione. La diagnosi era stata severa: il bimbo sarebbe probabilmente morto all’interno dell’utero o, nel migliore dei casi, sarebbe nato con una gravissima insufficienza renale. Il ginecologo era giunto a prospettare alla gestante addirittura l’opportunità dell’interruzione di gravidanza. Ma la donna non accettò questo suggerimento, seguendo piuttosto il consiglio di un’amica di famiglia, italiana e suora di Maria Bambina, che aveva conosciuto Montini. Poggiando sulla pancia un’immaginetta con la reliquia dell’abito del Pontefice, aveva cominciato a invocarlo nella preghiera. Alla 34esima settimana di gravidanza le nuove analisi mostrarono che il quadro clinico era decisamente migliorato e al momento della nascita, con un parto cesareo alla 39a settimana, il neonato presentava buone condizioni generali ed era capace di respirare e di piangere autonomamente.
Il bambino è stato costantemente monitorato. Nel corso degli anni si è verificato il suo corretto sviluppo psicofisico e la salute generale, fino alle ultime visite quando ormai aveva dodici anni. In particolare si è controllata accuratamente la normalità della funzione renale. Il 12 dicembre 2013 la Consulta medica della Congregazione vaticana ha confermato all’unanimità l’inspiegabilità della guarigione, mentre il 18 febbraio scorso si è pronunciato favorevolmente anche il Congresso dei teologi, che ha unanimemente riconosciuto l’intercessione di Paolo VI. Dopo il riconoscimento delle virtù eroiche di papa Montini, sancito da Benedetto XVI il 20 dicembre 2012, l’approvazione del miracolo ha concluso un itinerario avviato sin dal 1979 dall’allora vescovo di Brescia, monsignor Luigi Morstabilini, che con il benestare di Giovanni Paolo II cominciò a raccogliere numerose testimonianze «a futura memoria» di quanti avevano conosciuto Giovanni Battista Montini.
La causa vera e propria si avviò l’ 11 aprile 1998, dopo il nulla osta della Congregazione delle cause dei santi, con l’apertura dell’inchiesta diocesana a Roma, nella quale hanno testimoniato 76 persone. In seguito si sono svolte due inchieste anche a Milano (con 71 testimoni) e a Brescia (con 58 testimoni). Sotto la guida del relatore monsignor Guido Mazzotta, i postulatori padre Paolo Molinari (sino a febbraio 2007) e padre Antonio Marrazzo hanno proceduto alla stesura dei volumi di sintesi, che dimostrano la sussistenza in Paolo VI delle virtù cristiane in grado eroico.Il miracolo che ha aperto la strada alla beatificazione di Paolo VI si è verificato negli Stati Uniti nel 2001 ed ha avuto per protagonista un feto che, alla 24esima settimana di gravidanza, si trovava in una condizione critica. Gli esami medici avevano messo in luce la rottura della vescica fetale; ogni tentativo terapeutico messo in atto in ospedale risultò inefficace a risolvere la drammatica situazione. La diagnosi era stata severa: il bimbo sarebbe probabilmente morto all’interno dell’utero o, nel migliore dei casi, sarebbe nato con una gravissima insufficienza renale. Il ginecologo era giunto a prospettare alla gestante addirittura l’opportunità dell’interruzione di gravidanza. Ma la donna non accettò questo suggerimento, seguendo piuttosto il consiglio di un’amica di famiglia, italiana e suora di Maria Bambina, che aveva conosciuto Montini. Poggiando sulla pancia un’immaginetta con la reliquia dell’abito del Pontefice, aveva cominciato a invocarlo nella preghiera. Alla 34esima settimana di gravidanza le nuove analisi mostrarono che il quadro clinico era decisamente migliorato e al momento della nascita, con un parto cesareo alla 39a settimana, il neonato presentava buone condizioni generali ed era capace di respirare e di piangere autonomamente.

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Il bambino è stato costantemente monitorato. Nel corso degli anni si è verificato il suo corretto sviluppo psicofisico e la salute generale, fino alle ultime visite quando ormai aveva dodici anni. In particolare si è controllata accuratamente la normalità della funzione renale. Il 12 dicembre 2013 la Consulta medica della Congregazione vaticana ha confermato all’unanimità l’inspiegabilità della guarigione, mentre il 18 febbraio scorso si è pronunciato favorevolmente anche il Congresso dei teologi, che ha unanimemente riconosciuto l’intercessione di Paolo VI. Dopo il riconoscimento delle virtù eroiche di papa Montini, sancito da Benedetto XVI il 20 dicembre 2012, l’approvazione del miracolo ha concluso un itinerario avviato sin dal 1979 dall’allora vescovo di Brescia, monsignor Luigi Morstabilini, che con il benestare di Giovanni Paolo II cominciò a raccogliere numerose testimonianze «a futura memoria» di quanti avevano conosciuto Giovanni Battista Montini.
La causa vera e propria si avviò l’ 11 aprile 1998, dopo il nulla osta della Congregazione delle cause dei santi, con l’apertura dell’inchiesta diocesana a Roma, nella quale hanno testimoniato 76 persone. In seguito si sono svolte due inchieste anche a Milano (con 71 testimoni) e a Brescia (con 58 testimoni). Sotto la guida del relatore monsignor Guido Mazzotta, i postulatori padre Paolo Molinari (sino a febbraio 2007) e padre Antonio Marrazzo hanno proceduto alla stesura dei volumi di sintesi, che dimostrano la sussistenza in Paolo VI delle virtù cristiane in grado eroico.




Redazione Papaboys (Fonte brescia.corriere.it)

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