Il Paese è entrato nella terza settimana di guerra con la capitale Kiev sotto coprifuoco e le navi russe che bombardano le coste a sud di Odessa. Kiev: “Civili in fuga da Mariupol attaccati dai russi, diversi morti e donne incinte sotto le macerie”.
Il ministero della Difesa ucraino denuncia un attacco russo compiuto a Mariupol contro i civili in fuga, con diversi morti.
Mosca avrebbe effettuato un raid anche su un rifugio per donne incinte e madri con bimbi piccoli, molte delle quali sarebbero sotto le macerie. Intanto la Nato annuncia che “continuerà a fornire un supporto significativo all’Ucraina, inclusi rifornimenti militari, aiuti finanziari e umanitari”.
Sul versante diplomatico, l’Ucraina rifiuta l’idea di aderire a uno schema di neutralità sul modello austriaco o svedese, e chiede invece garanzie di sicurezza. In particolare, Kiev vorrebbe “un accordo rigido con un certo numero di Stati garanti che si impegnano a prevenire attivamente gli attacchi in Ucraina”.
Il presidente Usa Joe Biden ha definito il presidente russo Vladimir Putin un “criminale di guerra”, mentre lasciava un evento. Si tratta della condanna più severa delle azioni di Putin e della Russia espressa finora da parte di un funzionario statunitense dall’invasione dell’Ucraina.
Mentre altri leader mondiali hanno usato queste parole, la Casa Bianca era riluttante a dichiarare le azioni di Putin quelle di un criminale di guerra, sostenendo fosse un termine legale che richiedeva indagini. Ma nel discorso pronunciato oggi, Biden ha detto che le truppe russe hanno bombardato gli ospedali e tenuto in ostaggio i medici. Il presidente ha quindi promesso più aiuti per aiutare l’Ucraina a combattere la Russia.
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Dopo il colloquio con Papa Francesco, il capo della Chiesa Ortodossa russa, il patriarca Kirill, ha discusso del conflitto in Ucraina con l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby. Lo rende noto la Chiesa Russa. “E’ stata una discussione dettagliata sulla situazione critica in Ucraina”, ha affermato la Chiesa Russa, aggiungendo che i due hanno affrontato “l’aspetto umanitario” della crisi.
Il vicecapo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina Kyrylo Tymoshenko ha riferito che il sindaco di Melitopol Ivan Fedorov è stato liberato. Lo riferisce l’agenzia Ukrinform. “Un’operazione speciale per liberare il sindaco di Melitopol Ivan Fedorov è stata appena completata con successo. E’ al sicuro”, ha detto Tymoshenko, assicurando che Fedorov tornerà a ricoprire l’incarico di primo cittadino.
Un piano di pace in 15 punti che include il cessate il fuoco e il ritiro delle truppe russe se l’Ucraina dichiara la neutralità e accetta limiti alle forze armate.
E’ la bozza, riportata dal Financial Times, sulle richieste russe presentate alla controparte ucraina al tavolo dei negoziati. In sintesi Zelensky dovrebbe rinunciare alla Nato con la promessa di non ospitare basi militari straniere o armi in cambio di protezione da alleati quali Stati Uniti, Gran Bretagna e Turchia. Richiesta che il presidente ucraino ha giudicato inammissibile.
Kiev ha sottolineato che la bozza dell’accordo di pace in Ucraina pubblicata dal Financial Times “rappresenta soltanto le richieste della Russia”. “L’Ucraina ha le sue posizioni e le uniche cose che confermiamo in questa fase sono il cessate il fuoco, il ritiro delle truppe russe e garanzie di sicurezza da un certo numero di Paesi”, ha affermato il consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak.
La ritirata russa – Podolyak ha detto al Financial Times che qualsiasi accordo comporterebbe che “le truppe della Federazione Russa in ogni caso lascino le zone dell’Ucraina” occupate dall’invasione del 24 febbraio, in particolare le regioni meridionali lungo l’Azov e il Mar Nero, nonché il territorio a est e a nord di Kiev.
La lingua russa – Mercoledì il segretario stampa di Putin, Dmitry Peskov, ha detto ai giornalisti che la neutralità per l’Ucraina basata sullo status dell’Austria o della Svezia era una possibilità. Due delle fonti hanno inoltre affermato che l’accordo include anche disposizioni per sancire i diritti per la lingua russa in Ucraina, dove è ampiamente parlata sebbene l’ucraino sia l’unica lingua ufficiale.
I punti critici: Crimea e Donbass – Il più grande punto critico rimane la richiesta della Russia che l’Ucraina riconosca l’annessione della Crimea nel 2014 e l’indipendenza di due stati separatisti nella regione di confine orientale del Donbass, punti però su cui Kiev fino a ora si è mostrata ferma sulle sue posizioni.
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