Michele Riva è arrivato in piazza San Giovanni a bordo del camper di 11 metri che è stato appena allestito dall’associazione che lui, insieme ad alcuni amici, ha fondato nel 2007 e che si chiama “Una voce per Michele” (www.unavocepermichele.it): un mezzo completamente attrezzato per le esigenze degli ammalati di SLA e in grado di consentire anche lunghi viaggi in piena autonomia e sicurezza. Il camper stazionerà a fianco al Duomo per altri tre mercoledì pomeriggio e fungerà da punto di appoggio e mezzo di trasporto per i malati che verranno a visitare la Sindone.
«Abbiamo bisogno di tanta eco, chiediamo che anche la stampa ci dia una mano a far conoscere le nostre istanze, perché noi malati di SLA siamo un po’ pigri», ha concluso con invidiabile senso dell’umorismo Michele Riva.
Il Pontificio Consiglio «Cor Unum» oggi in preghiera davanti alla Sindone
Oggi in visita alla Sindone una delegazione del Pontificio Consiglio «Cor Unum», l’organismo della Santa Sede che coordina le attività caritative della Chiesa Cattolica nel mondo, guidata dal segretario mons. Giampietro Dal Toso e dal sottosegretario mons. Segundo Tejado Muñoz. «La Sindone – ha commentato mons. Dal Toso – è la testimonianza viva dell’Amore che muore per l’altro, per tutta l’umanità. Il tema dell’Ostensione ‘l’Amore più grande’ esprime pienamente il senso della missione della Chiesa di tenere viva la fiamma della carità, in particolare a sostegno delle tante periferie geografiche ed esistenziali del mondo, come ogni giorno invita Papa Francesco. Il Volto impresso nel Telo – ha sottolineato – parla del desiderio insito nel cuore di ogni uomo di amare ed essere amato, la Sindone spinge dunque ogni pellegrino ad uscire dal Duomo, dalle proprie realtà e portare questo ‘Amore più grande’, testimoniato da Cristo, ai fratelli più sofferenti».
L’Albero della vita sul cammino verso la Sindone
L’Albero della vita è arrivato oggi sul percorso di avvicinamento al Duomo. Si tratta di una scultura realizzata da un artista detenuto presso il carcere Le Vallette di Torino nell’ambito del laboratorio «Espressività artistica» promosso dall’associazione di ascolto «La brezza onlus». L’opera, con anima in ferro e rivestimento in argilla, pesa 300 kg, misura 310 cm con una base di 330 cm di diametro. Ora si trova nei primi metri del percorso verso la Sindone sotto l’arco dei Giardini Reali. «L’albero della vita – sottolinea l’autore Francesco G. – rappresenta un sogno che si sta realizzando, lo slancio verso la vita, è il percorso dell’uomo, la sua evoluzione attraverso la fatica del vivere fino al raggiungimento del Divino. È il simbolo del pentimento, dell’amore e del perdono da cui può rinascere la speranza». «Nell’albero c’è la mia stessa anima – evidenzia Michele V. che ha collaborato alla realizzazione – è diventato una parte di me e del mio cammino spirituale». Non a caso si è scelto di posizionare la scultura lungo il cammino dei pellegrini verso la Sindone, «la nostra finalità – ha spiegato Lucia Sartoris, presidente dell’associazione La Brezza – è dimostrare alla società che anche dal carcere, dalle ferite e dagli errori può risorgere una vita». L’Associazione di ascolto La brezza opera presso la Casa Circondariale Lorusso e Cotugno di Torino attraverso la proposta di laboratori artistici, che cercano di stimolare la creatività e la libera espressione di tutte le persone che vi partecipano. Lo scopo dell’associazione è di promuovere interventi finalizzati a sensibilizzare il territorio nei confronti del mondo carcerario per attenuare il divario esistente tra la società e il carcere. «L’opera – sottolinea Maria Parrotta, responsabile del progetto – è il risultato di un anno e mezzo di lavoro, frutto della collaborazione di tutti, carcerati, volontari, dirigenti dell’area rieducativa carceraria e della polizia penitenziaria. Il suo valore aggiunto sta proprio nel contributo di tutti». Sotto l’albero nei prossimi giorni sarà posto un quadro, realizzato in tecnica decoupage, raffigurante un bimbo in preghiera, opera di Michele A. I partecipanti al laboratorio di scrittura creativa hanno voluto dare un’interpretazione personale all’opera: «Noi siamo i frutti, cresciamo ognuno con i propri sogni. So che il mio albero ha la sua radice sana nonostante i miei sbagli. Nonostante oggi non sia libero mi sento comunque da lui sostenuto e mi dà forza». Hanno contribuito al progetto il Comune di Torino, il Comitato dell’Ostensione 2015, il Centro Servizi per il Volontariato Vol-To, la ditta Fagioli, partner dell’Ostensione che ha curato il trasporto, e l’ingegnere Franco Galvagno che ha offerto il collaudo dell’opera.
Gli atleti paraolimpici: «Nella Sindone un messaggio di salvezza»
In visita alla Sindone oggi sono arrivati 15 esponenti della FISIP (la federazione italiana Sport invernali Paraolimpici), guidati dalla Presidente Tiziana Nasi e dal consigliere Raffaele La Placa. Tra gli atleti la campionessa di tennis-tavolo Patrizia Saccà, il portiere della nazionale di ice sledge hockey Gabriele Araudo e il campione italiano di golf del settore disabili e membro della squadra nazionale Gregorio Guglielminetti. Sul sagrato ad accompagnare il gruppo anche la cagnolina tetraplegica Dora, la mascotte. «Mai come in questi vent’anni ho capito quanto lo sport faccia bene all’anima oltre che al fisico – ha detto Tiziana Nasi – E del resto nel conoscere a fondo gli atleti paraolimpici ho capito che la disabilità non esiste. Può essere solo un atteggiamento mentale che si può superare». La Sindone: speranza per l’Africa David Simango, sindaco di Maputo, capitale del Mozambico, in visita a Torino per siglare un accordo di cooperazione con la Città, ha colto l’occasione di sostare davanti alla Sindone insieme con una delegazione di cinque persone. «È la prima volta che vedo il sacro Lino. Sono due i messaggi che porterò con me quando ritornerò nella mia città: il primo è che questo Telo rappresenta una benedizione per l’Italia e per il mondo; il secondo è un messaggio di speranza per tutti».
Davanti alla Sindone una delegazione del 118
15 medici infermieri del 118 sono andati oggi in visita alla Sindone. «La nostra presenza è stata fortemente sentita dalla nostra Direzione – ha affermato Ciriaco Persichilli, medico della centrale operativa di Torino – per sottolineare lo stile cristiano del servizio, ma soprattutto perché facciamo parte dell’equipe di assistenza dell’Ostensione e siamo presenti dove c’è sofferenza. Questo è un momento importante per dimostrare l’integrazione con gli altri corpi di sostegno ai pellegrini».
Di Alessandro Ginotta per PAPABOYS 3.0
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