Egli può ravvivare il fuoco dell’amore, oppure quello della Geenna. Come si può conciliare la bontà di Dio con il male presente nel mondo? Alcune religioni per giustificare la presenza del male hanno concepito due principi supremi: il Dio buono, da cui deriva tutto il bene, e il dio cattivo, da cui deriva tutto il male.
Oppure nella filosofia platonica si pensava che il male provenisse dalla materia e quindi dal corpo dell’uomo, visto come una prigione. Massimo il Confessore risponde loro affermando: Non la vivanda è cattiva, bensì la voracità; non la procreazione, bensì la fornicazione; non il denaro, ma la cupidigia. Nulla è male pertanto nelle cose, tranne l’abuso che nasce dal disordine dello spirito. Per i Padri il creato è uscito buono dalle mani di Dio. Dio non può quindi essere l’autore del male. Il cristianesimo vede nella presenza del male una conferma della libertà dell’uomo, concepita e gestita nel suo aspetto negativo. Il male è la libertà tradita. E’ l’uomo che sceglie di distruggere la sua libertà.
E’ quindi l’uomo l’unico responsabile di ogni situazione negativa. Se uno si acceca la luce rimane qual’e e quelli che si sono accecati rimangono nell’oscurità per colpa loro. Se dinanzi alla luce ci si chiude la vista abbassando le palpebre, non può il sole essere tirato in causa da colui che non ci vede. Neppure Dio può impedire la triste possibilità del peccato altrimenti distruggerebbe la libertà dell’uomo e lo menomerebbe nel suo stesso essere. Se Dio costringesse l’uomo a fare il bene lo ridurrebbe ad oggetto. La natura stessa della virtù esige che essa sia liberamente esercitata.
Dobbiamo cogliere tutta la serietà della libertà umana che non consiste nella semplice libertà di scelta, ma nella possibilità di costruire un mondo secondo Dio o di distruggere questo mondo e costruirne un altro secondo Satana, un mondo di falsità. Il peccato consiste nel non mettersi dalla parte di Dio, che è l’Essere, ma dalla parte del non essere. Il male è povertà, perdita della ricchezza, rifiuto dei beni di Dio. Come mai l’uomo va contro la sua stessa natura, scegliendo il male? Si tratta di incoscienza, di pazzia?? L’uomo, fino a quando si trova in cammino verso la sua condizione definitiva, può essere ingannato nella scelta di ciò che è bene. Ecco perché la libera scelta è indice di imperfezione della libertà.
(da Y. Spiteris, La vita Cristiana – Esperienza di libertà, EDB)
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