Impressionante la catena di solidarietà degli amici e familiari di Calogero. Hanno messo salvadanai nei bar e nei ristoranti, tempestato di messaggi amici e conoscenti, tappezzato le bacheche dei social, con un unico scopo: aiutare Calogero a guarire. Questo avviene da un piccolo paese nel cuore della Sicilia, Nissoria nell’Ennese, che spera e soffre assieme a uno dei suoi più cari giovani, messo all’angolo da una forma molto aggressiva di linfoma che combatte da due anni come un leone. Le terapie non hanno dato gli effetti sperati e l’unica speranza sembra riposta in una nuova cura, molto costosa ( circa 500mila dollari) non disponibile in Italia.
Calogero Gliozzo e la sua famiglia vogliono provarci, gli amici sono pronti a farsi in quattro per sostenere la raccolta e in otto giorni hanno già raggiunto quasi 200mila euro, grazie al tam tam sui social. A metterci la faccia sono le due sorelle di Calogero, Sandra e Valentina Gliozzo, che in queste ore stanno cercando un centro medico in cui è possibile ricevere queste cure sperimentali. Sono loro stesse a raccontare «la battaglia d’umanità» che stanno vivendo, passando attraverso il calvario della malattia.
«Nostro fratello, che oggi ha 27 anni, da quasi due lotta contro un linfoma aggressivo, che gli ha fatto interrompere gli studi e tutto quello che potete immaginare possa esserci nella vita di un giovane uomo che si prepara al futuro – dicono –. Da due anni viviamo una situazione che si è fatta ogni giorno più grave. Il linfoma di cui soffre ha resistito a più linee di terapia, il che significa che la chemioterapia non ha avuto l’effetto che avremmo sperato».
Ma Calogero non si è mai arreso. La sua forza e la sua determinazione sono rinomate tra tutti quelli che lo conoscono. Un leone è nella sua copertina Facebook e le parole sono il mezzo con cui tenace chiede alla vita di resistere.
Oggi l’ultima possibilità di cura è una terapia molto costosa che non è disponibile per lui in Italia. La Car-T consiste in un complesso procedimento in cui alcune cellule del sistema immunitario vengono prelevate dal paziente, geneticamente modificate in laboratorio per poter riconoscere le cellule tumorali e poi re- infuse nello stesso paziente». Se dal punto di vista clinico la situazione è in positiva evoluzione. Sono ancora molti quelli che frenano i facili entusiasmi ricordando i problemi causati dall’elevatissimo costo delle terapie, come riporta un articolo della Fondazione Gimema.
«Calogero sta lottando contro il suo male in questo momento per poter accedere alla cura e poterne usufruire all’estero nel minor tempo possibile. Il costo della terapia è fuori dalla nostra portata – affermano le due ragazze con sincerità –. Noi e i nostri genitori abbiamo affrontato due anni di sacrifici con tutto il nostro impegno e le nostre possibilità. Ma a questo punto abbiamo bisogno di tutti voi. I costi possono superare i 475mila dollari. Cifre che spaventano, ma abbiamo grande fiducia che ognuno di voi possa aiutarci. Il trattamento viene definito rivoluzionario. Speriamo che possa essere disponibile in Italia per i pazienti che, come nostro fratello, stanno lottando contro un male oscuro che toglie sogni e possibilità».
Fonte www.avvenire.it
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