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La luce di Gesù non è un momento magico. Cristo è la luce che orienta il cammino, un anticipo di Paradiso

Cosa vedono i discepoli? In cosa consiste questa bellezza? Lo chiede Papa Francesco che ricorda che nell’immagine dei discepoli (si riferisce alla Trasfigurazione) si riversa la bellezza e lo splendore divino del Cristo. Hanno avuto un anticipo del Paradiso.

Questo Vangelo di domenica ci spiega quanto è importante stare con Gesù, riconoscere il suo volto e riconoscere la bellezza che ci dona. E poi chiede: sappiamo riconoscere la luce di Dio nella nostra vita? Cerchiamo intorno a noi i segni di questa luce oppure preferiamo i fuochi di paglia degli idoli che ci alienano e ci chiudono in noi stessi?

angelus

Le parole di Papa Francesco prima dell’Angelus

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
In questa seconda Domenica di Quaresima viene proclamato il Vangelo della Trasfigurazione: Gesù porta con sé, sul monte, Pietro, Giacomo e Giovanni, e si rivela a loro in tutta la sua bellezza di Figlio di Dio (cfr Mt 17,1-9). Fermiamoci un momento su questa scena e chiediamoci: in che cosa consiste questa bellezza? Cosa vedono i discepoli? Un effetto spettacolare? No, non è questo. Vedono la luce della santità di Dio risplendere nel volto e nelle vesti di Gesù, immagine perfetta del Padre. Ma Dio è Amore, e dunque i discepoli hanno visto con i loro occhi la bellezza e lo splendore dell’Amore divino incarnato in Cristo. Un anticipo di paradiso.

Che sorpresa per i discepoli! Avevano avuto sotto gli occhi per tanto tempo il volto dell’Amore, e non si erano mai accorti di quanto fosse bello! Solo adesso se ne rendono conto, con immensa gioia.

(CONTINUA DOPO IL VIDEO)

L’ANGELUS DELLA DOMENICA CON FRANCESCO

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Gesù, in realtà, con questa esperienza li sta formando, li sta preparando a un passo ancora più importante. Di lì a poco, infatti, dovranno saper riconoscere in Lui la stessa bellezza, quando salirà sulla croce e il suo volto sarà sfigurato. Pietro fatica a capire: vorrebbe fermare il tempo, mettere la scena in “pausa”, stare lì e prolungare questa esperienza meravigliosa; ma Gesù non lo permette. La sua luce, infatti, non si può ridurre a un “momento magico”! Così diventerebbe una cosa finta, artificiale, che si dissolve nella nebbia dei sentimenti passeggeri. Al contrario, Cristo è la luce che orienta il cammino, come la colonna di fuoco per il popolo nel deserto (cfr Es 13,21). La bellezza di Gesù non aliena i discepoli dalla realtà della vita, ma dà loro la forza di seguire Lui fino a Gerusalemme, fino alla croce.

Fratelli e sorelle, questo Vangelo traccia anche per noi una strada: ci insegna quanto è importante stare con Gesù, anche quando non è facile capire tutto quello che dice e che fa per noi. È stando con Lui, infatti, che impariamo a riconoscere, sul suo volto, la bellezza luminosa dell’amore che si dona, anche quando porta i segni della croce. Ed è alla sua scuola che impariamo a cogliere la stessa bellezza nei volti delle persone che ogni giorno camminano accanto a noi: i familiari, gli amici, i colleghi, chi nei modi più vari si prende cura di noi. Quanti volti luminosi, quanti sorrisi, quante rughe, quante lacrime e cicatrici parlano d’amore attorno a noi! Impariamo a riconoscerli e a riempircene il cuore. E poi partiamo, per portare anche agli altri la luce che abbiamo ricevuto, con le opere concrete dell’amore (cfr 1 Gv 3,18), tuffandoci con più generosità nelle occupazioni quotidiane, amando, servendo e perdonando con più slancio e disponibilità.

Possiamo chiederci: sappiamo riconoscere la luce dell’amore di Dio nella nostra vita? La riconosciamo con gioia e gratitudine nei volti delle persone che ci vogliono bene?

Cerchiamo attorno a noi i segni di questa luce, che ci riempie il cuore e lo apre all’amore e al servizio? Oppure preferiamo i fuochi di paglia degli idoli, che ci alienano e ci chiudono in noi stessi?

Maria, che ha custodito nel cuore la luce del suo Figlio, anche nel buio del Calvario, ci accompagni sempre sulla via dell’amore.

Dopo la recita dell’Angelus di questa domenica in Piazza San Francesco Papa Francesco si è soffermato sulla tragedia di migranti di questi giorni in Calabria.

PUOI LEGGERE ANCHE: I trafficanti siamo fermati! Il grido di Papa Francesco dopo l’ennesima tragedia. ‘Il Signore ci dia la forza di piangere’

 

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