Ma qual’è la preghiera raccomandata dalla Vergine? Come dobbiamo pregare affinché la nostra preghiera sia efficace e gradita a Dio? Don Gabriele Amorth, commentando i messaggi della Regina della Pace in un’assemblea romana, ci aiuta a trovare la risposta ai nostri interrogativi.
“Molti intendono la preghiera così: “dammi, dammi, dammi…” e poi, se non ricevono quello che chiedono, dicono: “Dio non mi ha esaudito!”. La Bibbia ci dice che è lo Spirito Santo che prega per noi con gemiti inenarrabili, per chiedere le grazie di cui abbiamo bisogno. La preghiera non è il mezzo per piegare la volontà di Dio alla nostra.
E’ legittimo che noi preghiamo per quelle cose che a noi sembrano utili, che vediamo necessarie per noi, però ricordiamoci sempre che la nostra preghiera deve essere subordinata alla volontà di Dio.Il modello di preghiera resta sempre la preghiera di Gesù nell’orto: “Padre, se è possibile, passi da me questo calice, ma avvenga come vuoi tu, non come voglio io“. Tante volte la preghiera non ci dà quello che noi chiediamo: ci dà molto di più, perché spesso quello che noi chiediamo non è il meglio per noi. Allora la preghiera diventa il grande mezzo che piega la nostra volontà alla volontà di Dio e fa sì che noi ci uniformiamo ad essa.
Molte volte sembra quasi che noi diciamo: “Signore, io ti chiedo questa grazia, spero che sia conforme alla tua volontà, ma dammi questa grazia
“. Più o meno implicitamente è questo il ragionamento, come se noi conoscessimo ciò che è meglio per noi. Tornando all’esempio di preghiera di Gesù nell’orto, a noi sembra che questa preghiera non sia stata esaudita, perché il Padre non ha passato quel calice: Gesù ha bevuto fino in fondo; eppure nella lettera agli Ebrei noi leggiamo: “Questa preghiera è stata esaudita“. Vuol dire che Dio molte volte esaudisce a modo suo; infatti non esaudito la prima parte della preghiera: “Se è possibile passi da me questo calice”, ha esaudito la seconda parte: “…ma si faccia come vuoi tu, non come voglio io“, e siccome il Padre sapeva che era meglio per Gesù, per la sua umanità, e per noi che lui patisse, gli ha dato la forza di patire.Lo dirà con chiarezza Gesù ai discepoli di Emmaus: “Stolti, non era necessario che Cristo patisse e così entrasse nella sua gloria?“, quasi a dire: “L’umanità di Cristo non avrebbe avuto quella glorificazione se non avesse accettato, sopportato la passione“, ed era bene per noi perché dalla Resurrezione di Gesù è derivata al nostra resurrezione, la resurrezione della carne.
Solo in questo modo la preghiera diventerà fonte di unione, di comunione. Anche in questo caso dobbiamo pregare per avere la forza di uniformare la nostra volontà alla volontà di Dio. Quando siamo in comunione con Dio entriamo in comunione anche con gli altri; ma se non c’è comunione con Dio, non c’è neppure tra noi”.
Fonte: Eco di Medjugorje n.156
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