La preghiera per le anime del Purgatorio è stata raccomandata due volte dalla Madonna, rilanciata da numerose mistiche, da Padre Pio e sancita dal Catechismo.
Eppure oggi di Purgatorio se ne parla pochissimo, come ammonisce Don Mauro Gagliardi Professore Ordinario dell’Ateneo Pontificio “Regina Apostolorum”.
«Che il Purgatorio sia oggi uno dei temi off-limits – dice Gagliardi – non c’è bisogno di dimostrarlo: dal pulpito e in confessionale non se ne parla quasi più. Le conseguenze di decenni di silenzio (quando non di irrisione) sono visibili ad esempio nel fatto che diminuiscano sempre più le intenzioni di Messa: se il Purgatorio scompare dall’orizzonte di fede dei credenti, perché questi dovrebbero investire denaro per “tirare fuori” le anime dei loro congiunti da un “luogo” che non esiste?», si domanda il teologo.
Cimiteri deserti
Un’altra conseguenza negativa, osserva Gagliardi è «la diserzione dei cimiteri. La sensibilità in materia poteva essere eccessiva in passato, quando molte persone preferivano, alla domenica, far visita al tumulo dei propri cari piuttosto che andare a Messa. Ma oggi questo non è più il “segno dei tempi” attuali. Pochi giorni fa mi sono recato in un cimitero per pregare sulla tomba di un confratello morto da poco: come altre volte, ho notato tante tombe abbandonate, senza fiori né lumi, o con lumi spenti e fiori secchi da giorni, se non da settimane».
Un “buon” protestante
Don Marcello Stanzione in Il Purgatorio nella visione delle Mistiche (Sugarco edizioni) spiega perché l’abbandono del culto delle anime del Purgatorio sia un grave errore per un cristiano.
«La Chiesa cattolica – sostiene Stanzione – ha sempre creduto e crede nell’esistenza del Purgatorio e ha ripetutamente confermato questa dottrina con dichiarazioni esplicite nel presente e nel passato, specialmente in epoche di contestazione teologica. Per cui chi non crede al Purgatorio sarà magari un “buon” protestante ma certamente non è un vero ed autentico cattolico».
Quando si è rivolta ad una santa e ad un papa. Anche Padre Pio e il catechismo chiedono la preghiera. Eppure la Chiesa spesso se ne dimentica
Uno degli elementi costitutivi di questa dottrina sul Purgatorio è che i vivi possono contribuire alla purificazione dei defunti. Ne è indicato anche il modo: preghiere e sacrifici.
Morti nell’amicizia di Dio
Il teologo Antonio Piolanti scrisse: «Secondo la fede cattolica il Purgatorio è lo stato di coloro che sono morti in grazia ma con imperfezioni e pene temporali da scontare per i peccati gravi perdonati, espiano e si purificano prima di salire in Paradiso». Il compendio del Catechismo della Chiesa cattolica, al n. 20, riguardo al Purgatorio, afferma che esso è «lo stato di quanti muoiono nell’amicizia di Dio, ma benché sicuri della loro salvezza eterna, hanno ancora bisogno di purificazione, per entrare nella beatitudine celeste».
“E’ una condizione di vita”
Sul Purgatorio c’è una interessante dichiarazione di Papa Giovanni Paolo II, in un discorso dell’agosto 1999: «Non indica un luogo, ma una condizione di vita. Coloro che dopo la morte vivono in uno stato di purificazione, sono già nell’amore di Dio, il quale li solleva dai residui dell’imperfezione». In Purgatorio dunque le anime espiano, riparano e si purificano.
Le rivelazioni della Madonna
Ma l’insegnamento principale sull’importanza del Purgatorio viene dalla Madonna. In una una delle rivelazioni a santa Brigida, la Vergine affermò: «Io sono la Madre di tutte le anime che si trovano in Purgatorio ed intervengo continuamente con le mie preghiere per mitigare le pene che meritano per le colpe commesse durante la loro vita».
o scapolare del Carmelo
È nota la promessa di Maria a papa Giovanni XXII (1316-1334): durante un’apparizione gli ordinò di far sapere a tutti che coloro i quali avessero portato il sacro scapolare del Carmelo sarebbero stati liberati dal Purgatorio il sabato dopo la loro morte, giorno che dalla Chiesa è dedicato alla Beatissima Vergine. Il pontefice lo dichiarò nella Bolla Sabatina.
Il Concilio Vaticano II, con la Costituzione Lumen Gentium (n. 62), afferma che la protezione materna di Maria non cessa con la nostra morte, ma continua «fino a quando i suoi figli non siano con-dotti alla patria beata».
Padre Pio
San Pio da Pietrelcina, donando la corona del santo rosario ad alcuni suoi figli spirituali, diceva: «Vuotiamo un angolo del Purgatorio». Un mattina, un confratello cappuccino chiese a Padre Pio un ricordo, durante la Messa, per il proprio papà defunto. Padre Pio, invece, volle applicare la Messa a suffragio per l’anima del padre di quel sacerdote.
Subito dopo la Messa, Padre Pio chiamò il confratello e gli disse: «Questa mattina tuo papà è entrato in Paradiso». Il confratello rimase sbalordito e felice, tuttavia non poté fare a meno di esclamare: «Ma, Padre Pio, mio papà è morto trent’anni fa!». Padre Pio gli rispose con voce grave: «Eh, figlio mio, davanti a Dio tutto si paga!».
“Recitiamo bene il rosario”
In conclusione, rincara Don Marcello Stazione, «se desideriamo aiutare le anime sante del Purgatorio, preghiamo la Madonna per loro e recitiamo bene il santo rosario che apporta loro un grande sollievo spirituale».
Fonte it.aleteia.org/Gelsomino del Guercio