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La Madonnina di Civitavecchia: ‘Quelle lacrime di sangue che consolano’

Civitavecchia nord, panorama di periferia tra la campagna e il mare. Il viale alberato che parte dall’Aurelia conduce dritto al piazzale dove si affaccia la chiesetta bianca, con una grande M sulla facciata. Ai lati della strada si fronteggiamo un ampio parcheggio e la trattoria Da Amina. Un gatto randagio in cerca di coccole si rotola sulla rampa per i disabili, tra la croce e una statua bianca di Maria.

Ventidue anni fa i riflettori di tutto il mondo si accesero su questa piccola parrocchia in località Pantano, intitolata a sant’Agostino: nel pomeriggio della candelora, il 2 febbraio, Jessica Gregori, 6 anni, che abita ancora oggi con la famiglia a poche centinaia di metri da qui, vede la statua della Madonnina che avevano in casa lacrimare sangue. Le foto dell’evento, che si ripeté 14 volte, sono sulle pareti della chiesa, dove il precedente vescovo di Civitavecchia, monsignor Girolamo Grillo, morto lo scorso anno, ha voluto che venisse esposta la statuetta e la documentazione fotografica del fatto prodigioso.
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LA REGINA DELLE FAMIGLIE
Un sobrio cartellone, nell’atrio, racconta come sono andate le cose. La statua – che riproduce quella della Regina della Pace di Medjugorje – era stata regalata ai Gregori dall’allora parroco, padre Pablo Martin Sanguiao. Scettico all’inizio, poi profondamente convinto della natura soprannaturale dell’evento, accaduto anche sotto i suoi occhi, il vescovo Girolamo Grillo aveva portato in Vaticano la statua a Giovanni Paolo II.
Il viso della statua appare ancora segnato da macchie più scure: sono quelle su cui una commissione incaricata dalla Santa Sede ha fatto lunghe indagini. Sulle lacrime e soprattutto sul ciclo di apparizioni della Madonna presso la famiglia Gregori, in cui la Vergine si sarebbe presentata come «Regina della Chiesa» e «Regina delle Famiglie», ufficialmente non c’è stato ancora nessun pronunciamento. Sant’Agostino è comunque diventato santuario mariano diocesano nel marzo 2005 per volontà di monsignor Grillo, mentre la statua è stata incoronata dall’attuale vescovo di Civitavecchia, monsignor Luigi Marrucci, il 26 aprile 2014.
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AL CENTRO C’È CRISTO


Dopo il cambio della comunità di religiosi che si occupava del santuario, da un paio di anni un’équipe – formata da parroco, viceparroco, due presbiteri collaboratori e una suora diocesana – nominata da monsignor Marrucci fa una pastorale mariana puntando soprattutto sull’annuncio cristologico. «È a partire dall’incarnazione che si comprende la storia di Maria e quindi anche la nostra vicenda personale», dice il parroco, don Giuseppe Tamborini.
«Dopo la “curiosità” per la lacrimazione, c’è stata una naturale selezione dei pellegrini, tra coloro che venivano per fanatismo e coloro che continuano a venire per fede», aggiunge suor Claudia Percussi, che svolge il proprio servizio in comunione all’équipe. È lei che si occupa dei fedeli che continuano ad arrivare numerosi da tutto il mondo. Come ad esempio Jasmine ed Alicia: sono cugine, la prima lavora a Roma, l’altra è venuta in vacanza a trovarla. «Mi avevano parlato della Madonnina. Sono venuta in preghiera il Sabato santo chiedendo una grazia personale», dice Jasmine. «Il giorno dopo sono tornata per ringraziare, perché sono stata esaudita. E mi sono ripromessa di portare qui Alicia appena mi raggiungeva in Italia». Le due donne, dopo una lunga preghiera silenziosa nel santuario, stanno per riprendere la strada per Roma. Ma prima lasciano un pensiero nel libro con le firme e le preghiere dei pellegrini, accanto alle tante invocazioni che ritornano: per un figlio malato, per un posto di lavoro, perché una famiglia sfasciata trovi un po’ di pace, per una guarigione…
«Oggi c’è tanto bisogno di Dio, ma spesso si cerca il “fenomeno” e si rischia il fanatismo», spiega suor Claudia. «La fede in Maria prescinde da questi supposti eventi», puntualizza, mentre chitarra alla mano inizia il canto per introdurre il Rosario meditato.
La gente è arrivata alla spicciolata. Giovani coppie, ragazzi, anziani, famiglie. Ci sono quelli che quasi ogni venerdì occupano questa ventina di banchi e, in ginocchio davanti al Santissimo, ripetono l’antica preghiera. Don Giuseppe guida la meditazione prima di ogni posta del Rosario, e il rimando è al «continuo “sì” di Maria, al sì di ciascuno nella storia condivisa con il Dio fatto carne. Maria non è grande perché è la Madre di Dio, tale maternità è opera di Dio, ma è grande perché ha detto di sì a Dio, non ha opposto un proprio progetto a quello di Dio». La preghiera continua con le candele lungo il viale davanti alla parrocchia e si conclude poi all’interno con il Salve Regina dinanzi alla statua della Madonnina.
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SOSTEGNO NELLA TRIBOLAZIONE
Tra i fedelissimi del venerdì sera c’è Simona Pernici, 37 anni. La madre, Anna Amato, la spinge sulla carrozzina. Una malattia degenerativa le ha fatto perdere anche la vista. «Per me la fede è fondamentale, mi dà forza», dice la giovane donna. «La preghiera del venerdì mi dà la carica per tutta la settimana», aggiunge la signora Anna.
Ventidue anni fa Simona fu tra le prime testimoni della lacrimazione: il nonno, avvertito dell’evento, sapendo della malattia della nipote, la portò immediatamente a casa Gregori. «Allora camminavo, ci vedevo. Quando arrivammo c’era il segno delle lacrime che avevano macchiato la statuetta. Poi, mentre eravamo in preghiera, dell’altro sangue colò sulla guancia. Un’emozione fortissima, che mi accompagna da allora».




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QUI DOVE PASSEGGIAVA AGOSTINO
Una lapide affissa sul campanile del santuario ricorda che in questo luogo, dove in epoca romana esisteva il porto di Giano, ha passeggiato sant’Agostino, che ha dato il nome anche a tutto il borgo attuale fra Tarquinia e Civitavecchia. Su questa spiaggia, si legge sulla lapide, «il divo Aurelio Agostino, mentre era totalmente assorto a meditare sull’imperscrutabile mistero della divina Trinità», ebbe la visione di un fanciullo, che con una conchiglia attingeva acqua dal mare e la trasportava in una piccola buca. Alla domanda del santo su che cosa stesse facendo, il bambino rispose che voleva portare tutto il mare dentro al buco. E quando il santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino replicò che allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della Santissima Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.
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ORGANIZZARE LA VISITA
La parrocchia di Sant’Agostino, santuario Madonnina delle lacrime, si trova a Borgo Pantano, via Ugo Fontanatetta (senza numero) ad Aurelia di Civitavecchia (Roma). La località è collegata con Civitavecchia dalla linea E dei bus del trasporto pubblico locale, con capolinea alla stazione Fs (www.civitavecchia.gov.it). Civitavecchia è collegata dalle ferrovie con Roma e la dorsale tirrenica (www.trenitalia.com).
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ORARI E CELEBRAZIONI
Il santuario è aperto dalle ore 6.15 alle 22 (domenica dalle 7 alle 20) senza chiusura pomeridiana. Oltre al Rosario meditato con Adorazione eucaristica del venerdì alle 21, le altre sere, alle 19.30, si recita la preghiera mariana e la Compieta. Il giovedì si svolge l’Adorazione eucaristica dalle 8 alle 17. Per informazioni telefonare al numero 0766/56.01.85.
LE PROCESSIONI
Nelle notti del 1° febbraio e del 31 maggio, due solenni processioni a piedi raggiungono il santuario partendo dal centro di Civitavecchia.
Testo di Vittoria Prisciandaro · Foto di Stefano Dal Pozzolo /Contrasto
LA PROSSIMA SETTIMANA CON CREDERE IL LIBRO SU CIVITAVECCHIA
Si conclude con l’uscita della prossima settimana la serie di dieci libretti dedicati alle principali apparizioni e manifestazioni mariane. Questa volta con Credere si potrà acquistare il volume dedicato alla lacrimazione di Civitavecchia. L’autore, il caporedattore di Credere Saverio Gaeta, nel testo ricostruisce dettagliatamente i fatti accaduti, illustra il parere della scienza e della Chiesa e spiega il significato spirituale della misteriosa lacrimazione




Fonte www.credere.it

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